“Prima del disco verde alla dismissione del pacchetto del 30,1% dell’Eni è il caso che il Premier Letta ascolti il neo Presidente della Giunta Regionale Pittella e le ragioni della Regione che è macrofornitrice di Eni e rivendica già da tempo di riprendere il confronto con l’esecutivo nazionale e le compagnie petrolifere”. A sostenerlo è il segretario nazionale di IdV Ignazio Messina ribadendo le motivazioni della “netta contrarietà”.
“L’operazione Eni – aggiunge Messina – si presenta complessa e carica di insidie aprendo possibili spazi alle altre società petrolifere internazionali a meno che Eni non ricompri azioni proprie sul mercato a ridosso del massimo consentito del 10% per garantire al Tesoro di cedere il 3%, senza che lo Stato scenda sotto la soglia strategica del 30%. Un’operazione che, secondo quanto riferiscono agenzie di stampa, comporta che Eni spenda circa 6 miliardi di euro e ha ripercussioni sulla quotazione in Borsa del titolo Eni. Oltre alla trasparenza dell’operazione di Borsa siamo fortemente interessati – continua il segretario nazionale di IdV – a difendere i diritti e gli interessi delle comunità lucane che dalla risorsa strategica essenziale per il fabbisogno del Paese (12-14% di copertura dal greggio lucano) prodotta hanno benefici da “elemosina”, vale a dire aliquote di royalties che spettano alla Regione e ai Comuni dei comprensori petroliferi pari al 7% più 3% (attraverso la “card carburanti”) che risultano le più basse in assoluto rispetto ad altre realtà d’Europa e nel mondo (la media è tra il 25-30% con punte del 40%). L’impegno dei Governi che si sono succeduti (Berlusconi e Monti ) con la firma del Memorandum d’Intesa, sinora disatteso, è di finanziare opere infrastrutturali essenziali per colmare il gap con il resto del Sud e del Paese, rilanciare l’occupazione e favorire la ripresa economica”.
MOTTO MATERANO…….
Meglio cento giorni da pecora che uno da leoni…..