“La DC-Libertas la sua “piccola” sfida elettorale l’ha vinta. Alla vigilia abbiamo spiegato che candidando nella lista del Centro Democratico Domenico Martino, giovane vicesindaco di Pomarico, abbiamo voluto rimettere al centro dell’agenda politica il problema non più rinviabile del ricambio generazionale. I consensi ottenuti da Martino (520 voti di preferenza), che hanno portato il CD a diventare il primo partito di Pomarico con un contributo sicuramente rilevante per la rielezione di Nicola Benedetto, ci hanno dato ragione”. Ad affermarlo è il segretario regionale della DC-Libertas Giuseppe Potenza per il quale “è un segnale ancora più importante perché nell’esercito di astensionisti che si è ingrossato ci sono tantissimi giovani sfiduciati nella politica che hanno bisogno di credere in nuovi politici della loro generazione”.
“I consensi dei miei concittadini – commenta Martino – mi caricano di una nuova responsabilità .Ringrazio tutti per la fiducia che non intendo deludere. Il Centro Democratico con la riconferma di Nicola Benedetto saprà farsi carico dei problemi della comunità di Pomarico. C’è però ancora bisogno di tutti i cittadini perché partecipino attivamente alla vita politica del Comune e della Regione. Il messaggio del presidente del Censis De Rita all’iniziativa della Uil su come superare il limite della nostra società particolarmente lenta nel ricambio generazionale, un po’ a tutti i livelli, è identico a quello che l’on. Bruno Tabacci ci ha affidato in occasione dei suoi incontri in Basilicata. Se a questa tendenza culturale così pronunciata si aggiungono fenomeni come l’allungamento della vita media e la perdita di molti valori condivisi ai quali riferirsi per la propria crescita professionale, si capisce bene quali difficoltà trovino i giovani talenti a trovare una propria affermazione. Quindi – afferma il vice sindaco di Pomarico – non è questione di passaggio generazionale, perché viviamo tutti dello stesso presente, viviamo affiancati gli uni agli altri, mentre invece dovremmo correre” a staffetta”, non c’è prospettiva di futuro. Occorrerebbe una scossa culturale in grado di riportare al centro del dibattito il tema della speranza; come ha fatto il Papa col titolo della sua enciclica. Una speranza che per noi cristiani non è solo escatologica, ma anche storica, la speranza che il mondo di domani sia migliore. Per questa ragione, non è più sufficiente acquisire piena consapevolezza della “centralità” del tema, ma anche la Regione deve riorientare la sua programmazione verso i bisogni delle persone anziane e favorire il ponte di collegamento tra generazioni. La competenza e l’esperienza dell’anziano possono essere messe al servizio della collettività e dei giovani determinando le condizioni e le opportunità per realizzare quella “staffetta generazionale” da più parti indicati come svolta epocale. Solo il ricambio generazionale fornisce la base strutturale all’innovazione delle culture, alla reinterpretazione dei valori fondamentali per la convivenza, stimolo alla conoscenza. Per non parlare del progresso scientifico e tecnologico. Anche l’ultima rivoluzione tecnologica, quella informatica, delle rete e dei social network, ha avuto come protagonisti ragazzi in blue jeans e maglietta, alcuni dei quali non hanno neanche completato gli studi universitari per l’urgenza di mettere in campo le proprie idee innovative. Accanto ai ragazzi ci sono i nonni telematici che stanno recuperando l’uso di facebook. Il passaggio di testimone, il turnover generazionale ha sempre consentito lo sviluppo di due importanti meccanismi sociali che riguardano la memoria e la responsabilità”.
Nov 23