“L’allarme di Federfarma – sette farmaci su dieci, tra quelli che vengono venduti tramite internet, sono contraffatti e i cittadini spesso non sanno che stanno ordinando presso siti truffaldini e non presso farmacie – coinvolge anche la Basilicata dove il consumo di farmaci è di 957,4 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti”. A sottolinearlo è Sanità Futura ricordando che “il ticket sulla farmaceutica, solo nel 2012, da noi ha prodotto 12,6 milioni di euro sborsati direttamente dai lucani che già da qualche tempo cominciano ad utilizzare i canali di vendita on-line, un fenomeno difficilmente quantificabile (solo per il consumo di Viagra siamo l’ultima regione) a differenza delle prestazioni e dei servizi sanitari”.
Nell’evidenziare che “la Commissione Sanità del Parlamento Ue ha inoltrato una richiesta affinché il nostro Paese adegui il proprio diritto interno alla direttiva comunitaria 2011/62/UE sulla falsificazione dei farmaci” Sanità Futura rileva che all’Italia spetta “il primato di leader europeo della contraffazione e di terzo Paese nel mondo, dopo Taiwan e Corea”.
“Quello dei farmaci on line, da noi diffusi specie per le cosiddette diete dimagranti o prodotti di medicina estetica, è l’altra faccia della medaglia del fenomeno della sanità low cost: secondo uno studio di Sanità Futura dedicato al fenomeno della sanità low cost si registra anche nella nostra regione un aumento di attività del 25-30 per cento all’anno. Per la spesa dei lucani il calcolo approssimativo di Sanità Futura è di 2.500-3000 lucani nell’ultimo biennio per un milione-un milione e mezzo di euro. A questi dati fa da contraltare quello del Censis: tra i 40 e i 60 mila lucani rinunciano a curarsi per problemi economici. Il numero dei cittadini della nostra regione che non può permettersi di pagare una visita specialistica, cicli di terapie e cure, di tasca propria, anzi, purtroppo, continua a crescere con la tendenza ad andare a caccia sul web delle offerte sanitarie meno costose.
Per noi una profonda modifica del metodo di finanziamento del SSN, che ne enfatizzi le componenti di solidarietà dal lato della copertura dei bisogni e quelle di responsabilità sul piano del riconoscimento delle inefficienze e degli sprechi; la valorizzazione della competizione virtuosa e della libertà di scelta; una ristrutturazione della rete ospedaliera; la promozione di un ente autenticamente terzo di vigilanza e controllo sono alcuni degli “ingredienti” principali della ricetta per restituire ai cittadini il diritto di curarsi e con esso la possibilità-libertà di scegliere se servirsi della Sanita’ pubblica o di quella privata. Ancor piu’ grave sarebbe rischiare di compromettere la qualita’ delle cure e spingere un gran numero di cittadini a riversarsi verso gli acquisti on-line solo per rsparmio. La “salute” non si acquista come un abito o uno smartphone.
In proposito c’è il Progetto “Prenota Salute”, con la parola d’ordine “caring people” (badare-curare la gente), lanciato da Polimedica a Melfi, una struttura sanitaria, fatta di risorse umane e mezzi innovativi, che si è data anche il compito di aiutare a comprendere gli aspetti della salute offrendo la competenza di un’assistenza sanitaria specializzata, e che è la risposta più efficace al crescente fenomeno “sanità low cost”.
“Il punto di partenza – spiega Michele Cataldi di Sanità Futura – non può che essere l’offerta calante delle prestazioni sanitarie pubbliche per le minori risorse a fronte della domanda crescente da parte dei cittadini. Ticket, superticket, tagli dei fondi sanitari, blocchi dei contratti a strutture sanitarie private accreditate, stanno sempre di più impoverendo i servizi per l’utenza e svilendo la professionalità di chi vi opera. A fronte della crisi sta passando l’idea che non è più possibile garantire la salute per tutti e l’universalità del servizio è in pericolo, con un crinale pericoloso dove l’asticella di chi ha titolo alle prestazioni pubbliche si abbassa sempre di più. Le conseguenze sono scaricate direttamente sulle piccole strutture private che specie in Basilicata sono poliambulatori, centri pluriservizi-prestazioni, vale a dire piccole imprese e non certo le grandi cliniche o i grandi centri di cura delle regioni del Nord. Fino ad oggi in questo mondo della sanità privata c’erano solo due concorrenti: il sistema accreditato, costituito in gran parte dalle strutture convenzionate con il SSN, e il privato “puro” per i cittadini più abbienti. Adesso con le prestazioni low cost il sistema viene modificato con sempre più cittadini che “scoprono” di poter avere prestazioni sanitarie o comprare farmaci a basso prezzo e non si pongono adeguatamente la questione di garanzia di qualità e professionalità”.
Nov 25
La salute, cari signori farmacisti, non è acquistare le medicine, che vi fanno arricchire sempre più, ma cominciare ad avere una alimentazione più sana e naturale, a se tutti la seguiamo, le vostre belle farmacie saranno sempre più vuote. Poverini, si lamentano pure…