Dopo le audizioni al Parlamento italiano, la Fima, federazione italiana movimenti agricoli, lancia un appello ai membri del parlamento europeo per informarli “sulla necessità di mettere mano alla riforma della normativa che disciplina i tenori di micotossine sul grano duro e sui derivati a base di cereali” che rappresentano il pilastro della nostra alimentazione. L’attuale regolamento và rivisto ed è opportuno che la commissione agricoltura e salute se ne facciano carico. Così Saverio De Bonis, coordinatore della Fima.
“Esortiamo gli europarlamentari – sostiene la federazione dei movimenti agricoli – in particolare il presidente De Castro, che conosce bene la questione da diversi anni, a non lasciare che prevalgano gli interessi commerciali sulla salute pubblica”.
“Il grano estero – aggiunge il coordinatore – è inadatto perfino al consumo animale nei Paesi di provenienza. E’ pieno di micotossine, dovute all’ eccesso di umidità dei climi nei quali viene coltivato e raccolto. Dovrebbe andare al macero ed invece finisce qui in Italia dove viceversa il grano prodotto localmente è di qualità eccellente ed esente da micotossine”.
“L’ offensiva lobbistica da parte dell’industria molitoria e pastaia”, avverte la Fima “è dovuta al fatto che il grano estero ammuffito costa meno e consente di abbassare il prezzo di mercato del grano sano nazionale, con cui viene tagliato. Questo permette loro di fare profitti molto più elevati, rovinando la salute dei bambini e provocando un aumento delle intolleranze alimentari”.
E’ questa la ragione che spiega la perdita di potere di acquisto da parte degli agricoltori italiani. “Ma così – prosegue – gli agricoltori chiudono, il Paese perde la sua sovranità alimentare e i consumatori si ammalano senza conoscere le ragioni”.
Adesso basta – conclude il portavoce della Fima – il diritto al profitto deve finire dove comincia il diritto alla salute e alla sovranità alimentare.