Antonio Flovilla, presidente ANISAP Basilicata, ha inviato una nota per approfondire il ruolo delle strutture sanitarie private accreditate in vista del nuovo Patto per la salute che dovrà essere approvato dal Governo anche grazie al contributo delle Regioni.
La presenza della Regione Basilicata al tavolo delle Regioni che lavoreranno insieme al ministro alla Salute Lorenzin per la definizione del nuovo Patto per la salute non può che farci piacere. Tenere più occhi aperti su quello che rappresenterà l’intesa Regioni-Stato per regolamentare prestazioni e servizi della sanità sul territorio nei prossimi quattro-cinque anni è sicuramente utile. Tanto più che le notizie che provengono dal Parlamento sulla Legge di Stabilità non ci fanno stare del tutto tranquilli. Dalle agenzie di stampa scopriamo, ad esempio, che ci sono emendamenti del governo che destinano ai policlinici universitari privati 50 milioni nel 2014 e 35 mln all’anno da 2015 al 2024 mentre si negano risorse per consentire la semplice continuità dell’attività delle strutture della sanità privata accreditate essenzialmente per prevenzione e cura dei cittadini, specie a quelle più piccole e delle regioni del Sud, che sono al collasso e non reggerebbero ad ulteriori tagli che ammontano a più di quattro miliardi di euro in tre anni. Nel dettaglio i tagli al finanziamento del Fondo sanitario nazionale ammontano a 2,650 miliardi in tre anni, di cui 500 milioni nel 2014, 1,040 miliardi nel 2015 e 1,110 miliardi a decorrere dal 2016. Ma se l’ennesima operazione “draconiana” nella sanità in questo momento avrà la conseguenza di porre Asl e Ospedali di fronte alla scelta tra garantire livelli essenziali di assistenza o pagare gli stipendi ai dipendenti, la situazione è destinata ad essere ancora più pesante sulle strutture private accreditate che in più occasioni hanno lanciato l’allarme sul rischio del mantenimento degli attuali posti di lavoro (alcune centinaia solo in Basilicata).
Per tornare alla presenza della Basilicata nella cerchia ristretta delle Regioni al tavolo con Lorenzin, vogliamo ricordare che l’obiettivo, sicuramente significativo per la scelta della Basilicata, del risanamento dei conti della sanità lucana, è stato raggiunto anche grazie ai sacrifici delle strutture private accreditate che, già da qualche anno, si fanno carico della riduzione dei budget (che si protrarrà fino al 2014), come di altre misure fortemente penalizzanti quali il blocco di nuovi contratti delle strutture sanitarie private accreditate e l’abbattimento delle tariffe a carico dei CEA (Centri Esterni Accreditati). Deve essere chiaro a tutti che i debiti del bilancio regionale nel comparto salute sono accumulati solo ed esclusivamente dalle Aziende Sanitarie di Potenza e di Matera e dall’A.O. San Carlo come dimostra l’operazione di ripiano che Giunta e Consiglio sono costretti ad approvare ogni anno in fase di assestamento di bilancio. In tema di spending review nella sanità regionale abbiamo sin dall’inizio condiviso la strada perseguita attraverso l’adozione da parte della Giunta di specifici provvedimenti, tra i quali la creazione della ”Centrale di committenza” e la gestione diretta del rischio per responsabilita’ civile nel sistema sanitario regionale, con una stima di risparmio preannunciato , pari a 9,5 milioni di euro. Dunque, anche questa è la testimonianza che ci sono margini di sprechi o comunque di spesa superflua che al contrario, se recuperati produttivamente, possono consentire alla Regione di ampliare la presenza territoriale dei presidi accreditati, potenziando l’offerta di prestazioni e servizi.
L’ANISAP Basilicata tra le priorità da affrontare indica al neo Governatore Pittella e alla nuova Giunta Regionale che sarà nominata il raggiungimento dell’ accreditamento istituzionale sia per le strutture pubbliche che per le strutture private, insieme ad una rete efficace di controllo sulla qualità delle prestazioni rese e sul livello di soddisfazione degli utenti. Occorre praticare nella sanità rigore e qualità, coniugare territorio ed efficienza e, soprattutto, mettere la persona al centro del sistema sanitario regionale. Noi indichiamo un percorso che ha già dato, in una fase parziale di attuazione, buoni risultati: una più forte integrazione e sussidiarietà sui territori tra pubblico e privato.
Siamo dunque in attesa di riprendere il confronto politico-istituzionale e tecnico interrotto per la fase elettorale convinti di poter continuare ad essere utili anche a favorire l’emigrazione sanitaria verso le strutture lucane (pubbliche e private) come del resto già fanno da sempre gli ambulatori e i centri di diagnostica, di cura-prevenzione che operano in comprensori limitrofi per affermare la qualità di cura alla salute dei cittadini siano essi lucani, campani o di altre regioni oltre a produrre benefici diretti alle casse del nostro sistema sanitario regionale.
Dic 01
finalmente eliminiamo questi privati fonte di busine$$$$ malati, gli anziani in modo particolare ! Ewwiwa la crisi, che annulla tutte questi privati, salvo eccezioni, oltre a servizio pubblico, inefficace e per incompetenza in merito ad alimentazione cure: Ippocrate, fai del tuo cibo, la tua medicina e viceversa, che oggi, per i medici, in maggioranza, è pura utopia, per loro ignoranza in merito.