Un forte partenariato tra mondo agricolo e sistema delle autonomie locali in difesa del Metapontino: è l’indicazione emersa dalla giornata di iniziative che la Giunta Regionale della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori ha tenuto oggi a Scanzano Jonico attraverso incontri con dirigenti e funzionari del Consorzio di Bonifica Bradano-Metaponto ed una delegazione dei 18 sindaci del Metapontino e sopralluoghi nelle aziende agricole e zootecniche.
La richiesta di riconoscimento dello stato di emergenza per il territorio della regione Basilicata colpito da eccezionali avversità atmosferiche – è stato sostenuto – è il primo passo di un lungo percorso che attende organizzazioni professionali agricole ed istituzioni per affrontare l’emergenza e contestualmente definire una strategia di intervento per il dopo emergenza. Sia da parte del CdB Bradano-Metaponto che dell’Autorità di Bacino e dei sindaci – si legge nella nota della Cia – è stata espressa la massima disponibilità ad una cooperazione inter-istituzionale affidando all’Area Programma dei Comuni del Metapontino ogni ulteriore iniziativa a partire dalla formalizzazione di un tavolo per i Contratti di Fiume che spetterà agli amministratori locali istituire.
Donato Distefano, che oltre ad essere presidente regionale della Cia è anche vicepresidente nazionale dell’Anbi (Associazione Nazionale Bonifiche ed Irrigazioni), ha sottolineato che “dopo anni di risorse virtuali e di finanziamenti erogati sulla base di schemi emergenziali, occorre oggi una scelta politica forte. Servono scelte forti per salvaguardare il Paese, il territorio e i milioni di cittadini che vivono in aree ad alto rischio, servono interventi urgenti e concreti, a partire dalla Legge di Stabilità. Due sono le azioni indispensabili: la deroga al Patto di stabilità per gli interventi per la messa in sicurezza del territorio; lo stanziamento di almeno 500 milioni di euro all’anno da destinare alla difesa del suolo. La deroga al patto di stabilità per consentire alle amministrazioni locali di mettere in campo gli interventi previsti dai Piani di bacino (PAI – Piani di assetto idrogeologico, ecc.) e dalla pianificazione di settore per la mitigazione del rischio idrogeologico nei loro territori. Azione questa prioritaria e richiamata a gran voce anche in questi giorni. Infatti, le spese di Regioni e Comuni relative alla mitigazione del rischio idrogeologico vanno considerate come veri e propri investimenti, in quanto più efficaci di qualsiasi intervento in emergenza e in grado di prevenire danni per cifre ben superiori a quelle così investite. Inoltre è necessario aumentare la somma prevista dall’attuale Legge di stabilità (che prevede 180 milioni di euro per i prossimi tre anni) stanziando almeno 500 milioni di euro all’anno da destinare ad un’azione nazionale di difesa del suolo che rilanci la riqualificazione fluviale, la manutenzione ordinaria e la tutela del territorio come elementi strategici delle politiche di prevenzione, abbandonando la logica del ricorso a sole opere strutturali e di somma urgenza, coerentemente con gli obiettivi della direttiva comunitaria 2007/60/CE sulla gestione del rischio alluvioni. A breve termine – conclude Distefano – bisogna porsi il problema di uscire dalla cultura dell’emergenza e pianificare ogni azione per prevenire che le calamità naturali ripetano la situazione di emergenza.
Dic 04