I diffusi dissesti che hanno causato in Val d’Agri gravi danni alla viabilità minore e alle produzioni agricole, oltre a minacciare centri abitati e borghi rurali, confermano che la “terra del petrolio” ha bisogno delle royalties per realizzare un programma straordinario di tutela del territorio tra l’altro in grado di garantire almeno il triplo dei posti di lavoro che oggi si registrano con le attività petrolifere. E’ il “messaggio” che il presidente de Csail-Indignati Lucani Filippo Massaro affida al neo Governatore Marcello Pittella perché nell’iniziativa avviata nei confronti del Governo nazionale sull’alluvione e le frane che hanno duramente colpito la nostra regione ci sia spazio anche per un nuovo pressing nei confronti di Eni e Total per investire nella sicurezza dei nostri territori. Sinora – evidenzia Massaro – l’Eni si è occupata di cosiddetti programmi di “compensazione ambientale” che si sono limitati ad interventi di rimboschimento e di salvaguardia dell’habitat forestale esistente specie per “tacitare” la coscienza rispetto all’impatto vergognoso delle trivelle sul Parco Nazionale Val d’Agri. Questo non basta più perché il dissesto del suolo richiede ben altre misure rispetto alla piantumazione di qualche albero. Come non possono più essere sufficienti gli interventi che rientrano nel programma Vie Blu e nel Piano di forestazione mal-gestito dall’Area Programma Val d’Agri. L’esondazione del fiume Agri e degli altri torrenti della valle del petrolio – continua Filippo Massaro – non è un fenomeno solo degli ultimi anni e pertanto il nuovo Governo Regionale farebbe bene a farlo diventare una priorità del programma dei primi 100 giorni con la consapevolezza che il Governo Nazionale non potrà assicurare fondi consistenti. Ecco perché l’unica fonte a cui pensare sono le royalties. C’è di più: l’impatto occupazionale è sicuramente significativo specie per giovani laureati in materie tecniche ed agrarie che potrebbero finalmente trovare l’opportunità di restare in regione. Infine con il rilancio del Memorandum sul Petrolio non si deve solo perseguire la costruzione di infrastrutture stradali e civili ma occorre farsi finanziare dal Ministero Infrastrutture un piano di difesa del suolo e di salvaguardia dell’invaso del Pertusilllo che potrebbe risentire delle frane oltre che dell’approvvigionamento delle sorgenti.
Dic 05