La Corte Costituzionale con la sentenza 290/2013 ha dichiarato l’illegittimità della legge della Regione Basilicata 22/2012 che prevedeva che, qualora le strutture private accreditate del Ssr fossero inadempienti nel pagamento delle retribuzioni dovute al proprio personale, le aziende sanitarie locali (ASL), previa diffida a pagare, potevano sospendere i pagamenti dovuti ai soggetti convenzionati. Ne dà notizia Sanità Futura, associazione delle strutture sanitarie private accreditate di Basilicata e Puglia evidenziando che “la ragione principale per cui la Consulta ha bocciato la legge della Regione Basilicata dal titolo: “Intervento sostitutivo delle aziende sanitarie regionali in caso di inadempienza retributiva nei confronti dei dipendenti delle strutture accreditate al Servizio Sanitario Regionale” è che “essa invade la materia dell’ordinamento civile di competenza esclusiva dello Stato”. I giudici hanno dato ragione al Governo che aveva presentato ricorso.
Secondo la Corte “dalla sua formulazione appare in modo in equivoco che esso prevede una disciplina modificativa dei rapporti di natura privatistica intercorrenti tra l’azienda sanitaria, la struttura convenzionata ed i soggetti creditori di quest’ultima, invadendo in tal modo la materia dell’ordinamento civile di competenza esclusiva dello Stato”.
La Corte evidenzia come “ha più volte ricordato che la materia dell’ordinamento civile, in quanto relativa alla disciplina dei rapporti privati, è riservata alla potestà legislativa esclusiva dello Stato.
Per Sanità Futura “è stata bocciata una normativa eccessivamente punitiva nei confronti delle strutture private accreditate che nonostante i tagli imposti dalla Regione comunque onorano i propri impegni nei confronti del proprio personale. C’è di più – evidenzia l’Associazione delle strutture sanitarie private – l’unico che investe in tecnologia, formazione del personale, strutture è il privato in quanto l’Italia sembra essere propensa a effettuare investimenti strutturali in Sanità, ma a farlo è essenzialmente il settore privato (nel 2011 è a suo carico il 61,2% degli investimenti fissi in Sanità): lo scenario che si prospetta è quello di strutture pubbliche obsolete, e un settore privato sempre più “appealing”. Accade dunque che le strutture private oltre ad investimenti diretti fanno i salti mortali con il personale disponibile mentre gli esuberi potenziali di personale pubblico, secondo il Rapporto CEIS da noi sono quantificati in 314 infermieri e 146 medici.
Come associazione di tutela delle imprese della sanità privata lucana accreditata al SSR non possiamo dunque che auspicare la più rapida riorganizzazione del sistema a livello nazionale e a livello regionale (sarà compito della nuova legislatura e nello specifico dei nuovi Consiglio e Giunta) con la composizione di un governo regionale, interlocutore istituzionale essenziale per affrontare le troppe questioni ancora appese.
Abbiamo già dato prova di responsabilità, accettando i tagli ai budget per le nostre strutture e continueremo a fare la nostra parte – evidenzia Sanità Futura – quale autentico contributo al contenimento della spesa sanitaria, ma altrettanto chiediamo che avvenga sul fronte pubblico. Serve cambiare pagina e smetterla di utilizzare in maniera strumentale la sanità se si vuole aprire un confronto vero tra tutti gli attori coinvolti nel sistema e rispondere meglio alle attese di salute di cittadini stremati da una crisi economica che sembra non avere fine.
Il Partenariato Pubblico Privato «light»: è la ricetta che ribadiamo.
Evitare gli sprechi è un conto, tagliare risorse a un sistema come quello sanitario, che, contrariamente a quanto si creda, fa una gestione tendenzialmente scrupolosa dei propri (limitati) fondi, è un’altra. Il Rapporto, con dati e analisi qualitative, solleva l’allarme: chiedere sacrifici a un sistema già parsimonioso rischia di aggravare la forbice, già ampia, tra le risorse in campo e quelle necessarie a garantire la soddisfazione dei bisogni di cura della popolazione.
Le strutture sanitarie private accreditate continueranno a fare la loro parte. I giudizi generalmente positivi degli utenti sono l’incoraggiamento migliore in attesa che anche la Regione e le Aziende Sanitarie acquisiscano maggiore consapevolezza del potenziale, ancora inespresso, rappresentato dalla sinergia pubblico-privato e soprattutto senza “guerre di religione” tra pubblico e privato.
Dic 08