L’eliminazione (con un risparmio di 1,5 milioni) dovuta alla riprogrammazione obbligatoria imposta da Roma pena il mancato trasferimento del 10% del fondo per il Trasporto Pubblico Locale. Ma esistono alternative ravvicinate e i lucani a salirvi erano una quindicina contro gli oltre cento utilizzatori campani
In relazione a prese di posizione e notizie di stampa circa l’eliminazione di due treni regionali sulla tratta Potenza-Salerno nel prossimo orario invernale delle Ferrovie dello Stato, si precisa che tale variazione è conseguente alla riprogrammazione obbligatoria imposta alla Regione Basilicata, così come a tutte le Regioni, dal Governo nazionale pena il mancato trasferimento dell’ultima tranche del fondo per il Trasporto Pubblico locale.
I due treni in questione non erano conciliabili con i criteri posti alla base di tale riprogrammazione, ossia il coefficiente di viaggiatori, il rapporto costo ricavi e l’impatto occupazionale conseguente, e in particolare, si è notato che il milione e mezzo che la Basilicata spendeva ogni anno per consentire questi due viaggi finiva col rendere un servizio più ai cittadini campani che non ai lucani. Il treno era infatti utilizzato da circa una quindicina di persone in partenza o in arrivo nelle stazioni lucane, mentre si riempiva di oltre un centinaio di viaggiatori nel tratto tra Eboli, Battipaglia e Salerno.
Sia per il treno diretto a Salerno (partenza ore 6.07) che per quello di ritorno a Potenza (delle ore 9.37), inoltre, esistono alternative possibili a poca distanza temporale, ossia in partenza dal capoluogo lucano c’è n pullman delle Fs in partenza 27 minuti prima e un treno regionale che pur partendo 53 minuti dopo arriva a destinazione solo 35 minuti dopo il treno che sarà eliminato, e in partenza da Salerno c’è un intercity che parte appena 4 minuti prima del convoglio soppresso. Gli uffici regionali stanno ora lavorando per provare a definire fermate intermedie che elimino i disagi per i viaggiatori che fruiscono delle stazioni lucane situate lungo il percorso.
La riprogrammazione effettuata, approvata dall’Osservatorio regionale dei trasporti di cui fanno parte Anci, Province e sindacati, con il milione e mezzo di risparmio conseguito grazie a questo unico intervento ha consentito di coprire l’aumento dei costi per gli adeguamenti contrattuali senza intervenire né sul trasporto su gomma, che rappresenta il 90% del trasporto pubblico lucano, né sul resto del servizio ferroviario rispondendo ai vincoli che erano stati posti dal Governo Nazionale.
In proposito è bene precisare che il lavoro fatto dalla “cabina di regia” nazionale sul Trasporto Pubblico Locale, di cui fa parte anche la Regione Basilicata con l’assessore Luca Braia, ha già portato al conseguimento della standardizzazione del fondo nazionale sul Trasporto Pubblico Locale rispetto alle precedenti ipotesi di tagli successivi, ma sta continuando a lavorare per ottenere un quadro di risorse che consenta il miglioramento del servizio. In particolare la richiesta è di riconoscere i fondi aggiuntivi per gli adeguamenti contrattuali, che diversamente devono essere ripianati con fondi regionali o con eliminazione di servizi, e di non assoggettare al Patto di Stabilità né i fondi per i contratti di servizio né i fondi per gli investimenti nel settore trasporti, situazione che attualmente, porta la Basilicata a non poter effettuare regolarmente il saldo di quanto previsto nei vari contratti di esercizio del Trasporto in generale, compreso quello con Trenitalia, pur avendo la relativa disponibilità di cassa.