Al tavolo convocato oggi a Scanzano Jonico dal Presidente dell’Area Programma Metapontino-Collina Materana Vincenzo Francomano per definire gli interventi per la tutela del territorio a seguito degli eventi alluvionali dei giorni scorsi la Cia ha ribadito le proposte per un programma integrato di interventi per la difesa idraulica ed idrogeologica del territorio a partire dall’area ionico-metapontina. Lo riferisce il Presidente Donato Distefano aggiungendo che riprendendo l’iniziativa del neo Governatore Pittella di destinare il fondo “bonus carburante” per le emergenze, nello specifico i danni provocati dalle alluvioni e frane delle ultime settimane, da sottrarre al computo del Patto di Stabilità, così come dovrebbero essere sottratte al patto di stabilità le royalty petrolifere nel loro complesso e da affidare alla potestà esclusiva dell’ente regionale, la Cia sollecita l’istituzione di un Fondo di solidarietà che serva anche da “sponda” per le risorse comunitarie da attivare. Pensiamo – spiega Distefano – ad un fondo alimentato oltre che dalle royalties del petrolio da quelle derivanti dall’Accordo di Programma sull’acqua con la Regione Puglia e da risorse che tutti i soggetti istituzionali locali possono rastrellare.
Il presidente della Cia ripropone l’attivazione dei Contratti di fiume e di foce, progetti integrati e ribadisce la disponibilità degli agricoltori a diventare manutentori del territorio “a costo zero” (con compensazioni su tributi consortili, spese previdenziali ed aziendali). I Contratti di fiume, sperimentati positivamente in alcune regioni italiane, tra le quali l’Umbria, la Lombardia, il Veneto, la Toscana – precisa – si configurano come strumenti di programmazione negoziata interrelati a processi di pianificazione strategica per la riqualificazione dei bacini fluviali. L’aggettivo “strategico” sta ad indicare un percorso di co-pianificazione in cui la metodologia ed il percorso stesso sono condivisi in itinere con tutti gli attori che sono l’Autorità di Bacino, i Consorzi di Bonifica, l’Eipli, i Dipartimenti della Regione, le Province, i Comuni. Tali processi sono infatti finalizzati alla realizzazione di scenari di sviluppo durevole dei bacini elaborati in modo partecipato, affinché siano ampiamente condivisi.
Il Contratto di Fiume è quindi la sottoscrizione di un accordo che permette di adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengono in modo prioritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale.
La caratteristica innovativa di tali processi è la scelta di andare nella direzione della sussidiarietà orizzontale: la differenziazione dei sistemi territoriali richiede un sistema di governance flessibile, in grado di comporre a livello locale i conflitti e gli interessi mediante processi negoziali aderenti alle vocazioni territoriali e capaci di fare sistema facendo dialogare i diversi strumenti di programmazione degli interventi socio-economici con quelli della pianificazione territoriale.
Comitato per la Difesa delle TerreJoniche ha inviato una lettera invito ai parlamentari lucani in occsione dell’incontro previsto giovedì 12 dicembre alle ore 11 a Roma quando il Comitato TerreJoniche incontrerà i parlamentari e, successivamente, consegnerà alla presidenza della Camera dei Deputati il testo di una denuncia sulla intollerabile situazione di vuoto normativo per cui in Italia dall’alluvione del Veneto in poi ogni evento è trattato in modo diverso con alluvioni di serie A e di serie B. Il testo della lettera/documento (sottoscritta anche a nome del coordinamento nazionale fra realtà alluvionate “Maipiù disastri ambientali”), chiede che il Parlamento garantisca un nuovo quadro legislativo e normativo che sottragga alla discrezionalità della politica il potere di scegliere se e dove intervenire sulla base di calcoli di convenienza politica ed è la base su cui verrà lanciata una campagna nazionale di pressione e di opinione. Il testo della lettera è stato illustrato questa mattina 11 dicembre dal Portavoce del Comitato per la Difesa delle TerreJoniche al Prefetto di Matera, Luigi Pizzi che ha assicurato di inoltrarlo agli organi istituzionali coinvolti.
Comitato per la Difesa delle TerreJoniche
Invito
Pregiati Parlamentari,
come sapete il Comitato per la Difesa delle TerreJoniche è impegnato da tempo per cercare di dare risposte ai problemi aperti dalle alluvioni nell’area del Metapontino e del Ginosino.
All’indomani della terza importante alluvione nel giro di meno di tre anni, la situazione per le comunità e il territorio sono drammatici.
Nella giornata del 12 Dicembre 2013 una nostra delegazione sarà a Roma per tenere una serie di incontri.
Vorremmo potervi incontrare per poterci confrontare su due questioni che consideriamo assolutamente decisive:
– capire quali e quante risorse siano state previste nella legge di stabilità da destinare alle risposte alle alluvioni lucane ed, eventualmente, per verificare le condizioni per un’azione concertata dei parlamentari lucani
– illustrare la proposta di modifica della norma sul “bonus benzina” avanzata nei giorni scorsi dal neopresidente della Regione Marcello Pittella e sostenuta dal Comitato volta a determinare un fondo significativo da usare in regione per la messa in sicurezza del territorio
Vi proponiamo di incontrarci alle ore 11 del 12 Dicembre presso la saletta di Via Poli a Palazzo Marini.
Cogliamo l’occasione per invitarvi, anche all’incontro che avverrà successivamente con la Presidenza della Camera dei Deputati (avendo chiesto l’incontro con la Presidente on.le Laura Boldrini o in alternativa con un suo delegato a riceverci); in quella sede presenteremo una sollecitazione al Parlamento perchè intervenga urgentemente sul quadro normativo che, nei fatti, determina disparità grandissime nel modo come vengono affrontate le risposte alle alluvioni in Italia. E’ sempre più insopportabile, infatti, che vi siano risposte tanto diverse a seconda delle valutazioni politiche che ogni volta vengono fatte su come rispondere ed in che misura per soccorrere i territori e le comunità alluvionate. L’ultimo evidente caso riguarda proprio i Lucani ed i Pugliesi per cui ad oltre 60 giorni non è ancora stato predisposto alcuno strumento di intervento (ordinanza o dichiarazione di stato di emergenza) mentre per gli eventi della Sardegna (ma prima ancora del Veneto tre anni orsono) nel giro di 24 ore erano stati stanziati decine di milioni, convocato il Consiglio dei Ministri, proposto un emendamento imntegrativo di oltre cento milioni sulla legge di stabilità e dichiarato il lutto nazionale.