Una delegazione del Comitato Terre Joniche ha raggiunto la capitale per consegnare ai parlamentari ed alla Presidenza della Camera dei Deputati una lettera denuncia “su come da troppo tempo a questa parte la politica decida sulla base di suoi criteri discrezionali se, dove, come, in quale dimensione intervenire dopo la prima fase di emergenza in caso di alluvione per rifondere i danni al territorio, alle comunità ed ai privati”. Di seguito la nota inviata alla nostra redazione.
Una nostra delegazione è stata a Roma per consegnare ai parlamentari ed alla Presidenza della Camera dei Deputati una lettera denuncia su come da troppo tempo a questa parte la politica decida sulla base di suoi criteri discrezionali se, dove, come, in quale dimensione intervenire dopo la prima fase di emergenza in caso di alluvione per rifondere i danni al territorio, alle comunità ed ai privati. Di 19 alluvioni censite negli ultimi tre anni, non una ha avuto lo stesso trattamento dell’altra ma, al contrario, si è determinata una insopportabile distanza fra alluvioni di serie A e di serie B. Provocatoriamente abbiamo portato 20 vasetti di fango e abbiamo chiesto ai nostri interlocutori sapessero riconoscere il fango raccolto in Emilia da quello della Liguria, piuttosto che della Sicilia, Sardegna, Marche, Toscana, Umbria o Basilicata e Puglia… Nonostante avessimo dato loro l’aiutino di etichettare i vasetti di fango doc con le date delle diverse alluvioni non sono stati in condizioni di riconoscere la provenienza del fango e, dunque, sono arrivati alla nostra stessa conclusione: “Il fango ci rende tutti uguali. Dunque, abbiamo chiesto, “Se il fango ci rende tutti uguali perchè la politica continua a dividerci fra quelli che hanno diritto alle risposte e quelli che non ce lo hanno?”.
Una provocazione evidente per chiedere in realtà trasparenza e certezza nelle norme e nelle procedure.
Sappiamo bene che sulla questione delle alluvioni ci sono grandi e diversi problemi: quelli della prevenzione (di un piano strategico e investimenti adeguati) e quelli della dotazione finanziaria del fondo nazionale per gli interventi di protezione civile e ricostruzione (che sollecitiamo con forza) ma quello di garantire gli stessi diritti a quanti le alluvioni le hanno subite è una grande questione di democrazia. Abbiamo lasciato alla Camera dei Deputati un documento, questo:https://www.facebook.com/notes/difendiamo-le-terrejoniche/lettera-a-boldrini-e-a-grasso-il-fango-ci-rende-ugualievitate-di-provare-a-divid/743394485688513.
Alla fine abbiamo concordato l’impegno a tenere dopo il 15 di Gennaio una audizione in Commissione Ambiente della Camera dei Deputati ed un incontro con i due Presidenti di Camera e Senato.
Li terremo il giorno dopo della convocazione a Roma del coordinamento MaiPiù in cui proponiamo si riuniscano quanti in Italia hanno subito alluvioni e i cittadini e le istanze organizzate che hanno a cuore l’obiettivo di mettere in sicurezza il territorio e ricostruire un nuovo rapporto fra le comunità dei fiumi e la terra.
Comitato Terre Joniche