Nei primi dieci mesi del 2013 in 69 esercizi di ristorazione della Basilicata non si servono più pasti. Lo riferisce l’Osservatorio Commercio-Turismo di Confesercenti precisando che tra gennaio ed ottobre si sono registrate 58 nuove attività e appunto 69 cessazioni, con un saldo negativo di 11 attività. Complessivamente – al terzo trimestre dell’anno – gli esercizi di ristorazione in funzione nella regione sono 2.665 di cui 1.747 in provincia di Potenza e 918 in provincia di Matera. Agli albi delle Camere di Commercio di Potenza e di Matera in verità le iscrizioni e dunque le licenze di ristorazione sono di più: 2899 (1917 nel Potentino e 982 nel Materano) a riprova che molti titolari di licenza stanno in stand by in attesa di tempi migliori o comunque di vendere l’attività. A livello nazionale – evidenzia l’Osservatorio Confesercenti – oltre alle attività commerciali di abbigliamento e di altri generi merceologici nemmeno la somministrazione riesce ad invertire la tendenza: complessivamente nei primi 10 mesi del 2013 hanno chiuso i battenti 9.354 bar e 10.250 ristoranti, ad un ritmo – rispettivamente – di 34 e 31 chiusure al giorno. Da noi per i bar il saldo tra iscrizioni (99) e cessazioni (99) è pari a zero.
L’emorragia di imprese – commenta Confesercenti – non si ferma, anche se si evidenzia qualche piccolo segnale di speranza. Commercio e turismo sono schiacciati dalla crisi dei consumi interni, che è il segno distintivo di questa recessione italiana e che – insieme a una deregulation degli orari e dei giorni di apertura delle attività commerciali che non ha eguali in Europa, e che favorisce solo le grandi strutture – sta continuando a distruggere il nostro capitale imprenditoriale. La crisi sta portando a un rapido rinnovamento generazionale: il 40% delle nuove imprese di Commercio e Turismo è giovanile. E’ la dimostrazione della voglia di non arrendersi dei nostri ragazzi che, di fronte a un tasso di disoccupazione dei giovani che macina record su record, scelgono la via dell’auto-impiego. Adesso cerchiamo di tenerli sul mercato, in primo luogo evitando batoste fiscali, a livello nazionale o locale: gli imprenditori sono preoccupati per l’arrivo della Tares nella maggior parte dei comuni italiani, potrebbe essere la caporetto dei negozi di vicinato, soprattutto per le attività di somministrazione come Bar e Ristoranti.
In questo quadro di grande difficoltà i ristoranti puntano su menù (soprattutto a pranzo) a prezzi contenuti specie per impiegati-lavoratori, in media tra i 7,50 euro e i 12 euro, menù-degustazioni, pranzi a tema, intrattenimenti musicali. Tra chiusure e cambi di gestione c’è comunque una buona notizia: nel mese di dicembre la storica trattoria da Peppe, al rione Malvaccaro di Potenza, gestita da Maria Paradiso, festeggia il centenario di attività. Una storia di cucina tradizionale tramandata di generazione in generazione (siamo già alla terza generazione) cominciata nel centro storico di Potenza di fronte la Chiesa di San Michele dove la trattoria è stata per lunghissimi anni punto di ristoro popolare prima di trasferirsi, dopo il terremoto del 1980 e per i danni subiti dal locale, al rione Malvaccaro (via Stigliani) e riprendere, dopo qualche anno di pausa, l’attività del capostipe Peppe, cuoco creativo, precursore del tradizionale mangiare lucano in versione innovativa. Il segreto di tanta popolarità e longevità come testimoniano le numerosissime recensioni su Tripdadvisor, il primo sito web di settore: la proposta di piatti autenticamente genuini, alla riscoperta dei sapori antichi, e con i prodotti di stagione a costi popolari. Pochi coperti per non diventare ristorante, cuoca di solide tradizioni di gastronomia casalinga trasmesse dal padre, personale di famiglia (la madre ottantenne è ancora a fare la pasta con le sue mani) , piatti supercollaudati e per tutti i palati, atmosfera informale e ospitale, come se mi mangiasse dalla nonna. Un’opportunità di pranzo o cena fuori casa, specie per chi ha voglia di gusti di una volta e non vuole spendere molto. Il rapporto qualità-prezzo è il piatto forte. Persino il pane cotto, fave e cicorie, o gli strascinati con i fiori di zucca, la cucina povera diventano piatti da gourmet a dimostrazione che si può garantire costi contenuti senza abbassare la qualità. Piatto più richiesto naturalmente strascinati con peperoni secchi di Senise oltre a lagane e legumi, carne podolica doc, formaggi e latticini di produzione artigianale.