Cittadini e amministratori, il metodo collaborativo; Una città verde e ben organizzata; Una città a misura d’uomo e di bambino; Idee e progetti che generano valore per tutti; capoluogo di area vasta; Giovani e opportunità; Agricoltura e risorse naturali: un bene prezioso; Un patrimonio di natura e cultura; La rete culturale e Matera 2019: una sfida per unire e crescere; Oltre la crisi, prove di futuro. Sono questi i dieci temi su cui da oggi saranno impegnati tutti i cittadini che vorranno elaborare proposte, indicare prospettive e priorità, formulare suggerimenti e indirizzi per costruire insieme il primo vero e proprio piano strategico della città. L’iniziativa è stata presentata stamane, a Matera, nella sala Levi di Palazzo Lanfranchi, dal sindaco di Matera, Salvatore Adduce, e da una serie di interventi rivolti a illustrare il lavoro fatto fino ad oggi.
“Questi temi – ha detto il sindaco – sono stati individuati dai circa cento cittadini che abbiamo incontrato. La strada nuova che abbiamo sperimentato è stata quella di incontrare poche persone alla volta in un contesto dove ciascuno potesse parlare liberamente, senza pregiudizi. Il risultato di questi confronti è racchiuso in una pubblicazione che da lunedì sarà a disposizione di tutti anche sul sito internet del Comune. Dalle riunioni è emerso con forza che il vero asse strategico è la cultura intesa come uno strumento concreto che attraversa in modo trasversale diverse materie. L’ingresso di Matera nella short list ci conferma che dobbiamo guardare l’orizzonte, andare oltre i nostri limiti. Ed è questo che deve essere il piano strategico”.
Il sindaco si è poi soffermato sul cammino intrapreso e su alcuni temi come l’incremento della qualità della vita, le interazioni con l’area vasta, l’entroterra materano e l’area murgiana, l’innovazione e gli innovatori.
“Siamo in una fase cruciale della nostra storia grazie a una preziosa coincidenza con l’avvio della nuova programmazione comunitaria 2014 – 2020. In questo percorso c’è l’area interna, la città, il Mezzogiorno, che sono proprio le tre priorità della prossima programmazione europea. Il lavoro che stiamo facendo si inserisce perfettamente in questa cornice ed è proprio da qui che deve ripartire il cammino di Matera”.
Sui concetti di Re-cycling, Re-duce, Re-use (Riciclo, riduzione, riuso) si è soffermata l’assessore comunale all’urbanistica, Ina Macaione. “Matera2019 – ha detto Macaione – ci da la possibilità di immaginare un futuro possibile nella cultura e nella rigenerazione urbana. Individuati i 10 temi ora occorre che ciascuno possa predisporre progetti concreti che poi possano viaggiare attraverso concorsi internazionali. L’obiettivo è quello di creare una banca di progetti da candidare a finanziamenti dell’Unione europea”.
Antonio Nicoletti è intervenuto sulle opportunità non solo economiche, ma anche di metodo offerte dalla nuova programmazione europea prendendo ad esempio due fonti di finanziamento come i programmi Europa creativa e Horizon 2020.
Mentre Giovanni Padula ha rilanciato l’importanza dell’innovazione per lo sviluppo dei territori. “I settori innovativi – ha detto Padula – generano occupazione per un numero superiore a tre volte rispetto ai settori tradizionali”. E ha aggiunto: Matera può puntare su un nuovo ecosistema economico. Le chiavi del nuovo habitat sono imparare a fare bene, meglio degli altri, cose che non sono facilmente imitabili e riproducibili. Le due gambe del piano strategico: Conoscere per progettare, fare rete, fare squadra, motivare, stimolare la partecipazione”.
Sulle relazioni fra quello che sarà il piano strategico e il dossier di candidatura di Matera 2019 si è soffermato, infine, il direttore, Paolo Verri. “C’è un campo che abbiamo comprato – ha detto Verri – e che oggi dobbiamo rendere fertile attraverso un lavoro molto duro. Abbiamo le informazioni, e ora dobbiamo migliorare il senso di collettività. E’ una questione di metodo. Nei prossimi quattro mesi i gruppi di lavoro dovranno produrre risultati, progetti partendo dalla priorità e avendo fiducia in noi stessi. La candidatura è un driver per il piano strategico, lo guida. Il modello innovativo che abbiamo costruito nel dossier lo dobbiamo portare nel piano strategico avendo chiari pochi obiettivi, misurabili e dove ogni cittadino e ogni parte, pubblica o privata che sia, deve caricarsi un pezzo di responsabilità”.
Agli interventi è seguito un dibattito con i cittadini.
Qui di seguito i dieci temi di lavoro. Ai cittadini è stata consegnata una scheda per l’iscrizione in uno dei gruppi di lavoro individuati. Anche la scheda, come la pubblicazione distribuita oggi, sarà disponibile online da lunedì.
1. Cittadini e amministratori, il metodo collaborativo
Istituzioni snelle, leggere, efficienti e capaci di aprirsi alla progettualità e alle domande dei cittadini. Una città che adotti un metodo innovativo di partecipazione alla vita pubblica fondendo open data, tecnologie digitali e strumenti di deliberazione a partire dalle diverse zone di Matera. Sistemi intelligenti di dialogo tra cittadini e tra cittadini e cosa pubblica: la smart city di Matera inizia dalle persone; solo una cittadinanza attiva e coinvolta può usare in modo intelligente le tecnologie al servizio della città.
Per esempio, i laboratori di rigenerazione urbana, già partiti in alcune aree, possono rappresentare il punto di partenza del nuovo approccio collaborativo: sono al tempo stesso strumento di partecipazione e di soluzione dei problemi urbani e leva di trasformazione della città e dei comportamenti dei cittadini. Le buone premesse ci sono tutte, come dimostra la forte partecipazione al sito della Community Matera 2019 e ai Simposi del Piano di Gestione Unesco.
2. Una città verde e ben organizzata
I servizi locali di base producono ricchezza se integrati in un tessuto economico dinamico in grado di rigenerarsi; altrimenti sono il mero sostegno di un’economia povera che dipende dall’esterno. Un sistema che cresce chiede una migliore dotazione di servizi; ma allo stesso tempo un’economia decolla più facilmente se aiutata da servizi collettivi che funzionano. Ecco una delle sfide principali: come creare la partnership vincente tra pubblico e privato per produrre, in una situazione di risorse scarse, alta qualità urbana in una città che vuole organizzarsi meglio nel segno della sostenibilità ambientale: dal sistema del verde, al consumo zero di suolo, dai trasporti e dalle infrastrutture, alla sanità e ai servizi all’impresa.
3. Una città a misura d’uomo e di bambino
Economia sociale, associazioni, volontariato, nuovo welfare locale come leve per affrontare le questioni aperte della povertà, della marginalità, della disoccupazione giovanile, della bassa partecipazione delle donne al mondo del lavoro. Se a Matera la crisi crea meno tensioni di quanto sarebbe lecito attendersi è perché in città sopravvive una rete di solidarietà che affonda le radici nella cultura del vicinato e del rispetto reciproco. Si tratta di principi che possono aiutarci a costruire una città a misura d’uomo e di bambino. Una città che lotta contro l’esclusione delle categorie più deboli è una città forte: assumere il punto di vista dei più piccoli aiuta a capire come migliorare l’esperienza della città anche da parte degli anziani o dei diversamente abili. Matera può imparare a vivere meglio, a guardare al lungo termine, con nuovi criteri per valutare il benessere sociale e individuale dei cittadini. La sanità deve garantire davvero il diritto ad una vita vissuta bene; la scuola il diritto ad un’istruzione avanzata. Ad esempio, se ben sostenute come centri di comunità, scuole, parrocchie e associazioni diventano il luogo dove dal basso – discutendo, misurandosi in un continuo faccia a faccia – si affronta il problema del singolo individuo. E nessuno viene lasciato solo.
4. Idee e progetti che generano valore per tutti
Un territorio che innova poco genera poca ricchezza per sé e per gli altri. Ed è poco attraente. Matera non può limitarsi ad essere solo una destinazione turistica sempre più importante. Deve essere anche un polo economico che non dimentica la vocazione manifatturiera e sia capace di inventare un nuovo ciclo produttivo. Da dove verranno gli innovatori? Dobbiamo scommettere sulla capacità del territorio di generarli, prima ancora di poterli attirare dall’esterno. Come? Costruendo attorno ad essi un ambiente che abbia fiducia nell’impresa, nel talento e nel rischio; che trattenga e attiri capitali e credito; che abbia i mercati dell’Europa, del Mediterraneo e del mondo come orizzonte; che faccia dell’Università un polo di conoscenza e di ricerca in grado di attirare e di formare giovani ricchi di idee e capaci di fare.
5. Capoluogo di area vasta
Matera è un capoluogo. Lo confermano le migliaia di persone che ogni giorno arrivano in città – da centri più piccoli – per motivi di studio o di lavoro o per accedere ai servizi. Ed è un capoluogo che a sua volta non può prescindere dalle relazioni di area vasta, esaltando la sua centralità territoriale: con la collina materana, con Potenza, con la regione urbana di Bari. Siamo e saremo sempre più collocati all’interno di questo ampio bacino di lavoro e di relazioni economiche. Per Matera è vitale migliorare le connessioni di trasporto con l’area vasta per aprirsi ancora di più all’Italia, all’Europa e al mondo; così come è cruciale una maggiore integrazione con le città del territorio provinciale e regionale ed un convinto inserimento nel sistema di governance dei territori più vicini. In questo modo Matera può interpretare uno dei ruoli chiave delle piccole e medie città europee: fare da cerniera tra i poli principali della regione urbana e i centri più piccoli, sparsi sul territorio, in cerca di migliori connessioni.
6. Giovani e opportunità
Lo dicono brutalmente i dati: l’esodo dei giovani da Matera è il problema numero uno. È un’emorragia di capitale umano non compensata da cervelli in arrivo. Matera deve trovare un nuovo equilibrio tra flusso dei giovani in uscita e in entrata. Qualche segnale positivo c’è: nella città è cresciuta negli ultimi anni una scena creativa; i giovani aprono imprese culturali più che in altre province italiane; l’Università ha favorito maggiore apertura, con l’arrivo di giovani e un ambiente più internazionale; Matera riesce inoltre a mantenere un legame solido con chi si sposta per motivi di studio o di lavoro.
Più opportunità di lavoro in città e nel suo territorio è la vera risposta all’esodo. Perché ciò accada la città deve tirar su una nuova schiera di giovani pronti a giocare su più fronti. E deve aiutarli a scegliere: se lanciarsi nella creazione d’impresa o se puntare sulla formazione legata ai nuovi mestieri e all’artigianato di qualità; se lanciarsi nell’alta formazione della ricerca e dell’università o se puntare sul turismo e su ciò che già esiste e va bene. O se inventarsi qualcosa di completamente nuovo, senza paura.
7. Agricoltura e risorse naturali: un bene prezioso
È la ricchezza che ci è stata tramandata, la risorsa che una generazione dopo l’altra ha continuato a coltivare e che oggi torna a creare posti di lavoro invece di perderli. Ma sono anche le risorse naturali sulle quali costruire un’economia sostenibile più rispettosa dell’ambiente. Terra, aria, acqua. Le frontiere e le sfide sono tante e sono già iniziate: produzioni tipiche; cibi bio e slow; le innovazioni nel settore oleario e vitivinicolo; le coltivazioni di grano duro a sostegno di una ripresa dell’industria molitoria e pastaia; il laboratorio dei Sassi e del Parco delle Chiese Rupestri per fare innovazione nel campo delle tecnologie ambientali e della pulizia delle acque, a partire da quelle della Gravina. Un settore antico diventa punto di incontro tra manifattura, ricerca e innovazione. E può dare impulso alle esportazioni del nostro territorio.
8. Un patrimonio di natura e cultura
Il nostro paesaggio e la natura che ci circonda devono vivere in simbiosi con l’economia locale che si rinnova. Il futuro è in questo intreccio virtuoso. Non possiamo limitarci ad ammirare la nostra eccezionalità; ma allo stesso tempo non possiamo distruggere per produrre: non dobbiamo piegare il paesaggio, ed un patrimonio che attraverso l’Unesco appartiene a tutto il mondo, ad una logica di corto respiro, di breve periodo. Il paesaggio urbano, periurbano e naturale che circonda Matera è il polmone che fa respirare e godere tutti coloro che contribuiscono alla vita della città: dal turista al cittadino, da chi passa da Matera per conoscerla a chi ci abita e ci lavora. Ed è lo stesso polmone che attira turisti da tutto il mondo e fa diventare centrale il settore ricettivo a Matera, come indica con chiarezza la forte crescita del turismo dall’estero.
Queste risorse non vanno solo tutelate; vanno vissute bene e fino in fondo. Se lo facciamo possiamo migliorare anche la città moderna. Nel nostro paesaggio fatto di natura e cultura è infatti scritto il codice genetico della città: impariamo a leggerlo con attenzione e usiamolo per far nascere progetti nelle zone della città che ne hanno bisogno.
9. La rete culturale e Matera 2019: una sfida per unire e crescere
Insieme. Con la candidatura a Capitale Europea della Cultura 2019 è Matera che si fa avanti con l’obiettivo di utilizzare bene le risorse umane che oggi vanno via o quelle destinate altrimenti a rimanere sottoutilizzate. Dobbiamo trasmettere i valori culturali che ci appartengono e rilanciarli al mondo; e allo stesso tempo assorbire idee e tendenze in arrivo da altre città e nazioni e farle conoscere anche al territorio circostante. Per unire attraverso la cultura chi è vicino e chi è lontano.
Con la cultura si cresce, umanamente ed economicamente. La cultura ci fa crescere come individui e collettività e per farlo ha bisogno dell’aiuto di tutti noi, dei fondi pubblici e di quelli privati. Ma ci sono anche imprese creative e culturali che stanno imparando a camminare sulle proprie gambe, a produrre reddito senza aiuti, a collegarsi ad altri settori produttivi offrendo idee artistiche e creative come strumento di crescita per le imprese. Matera deve imparare ad ospitare tutti questi mondi: associazioni senza scopo di lucro ed industrie creative; giovani artisti e menti affermate. Deve essere un punto di incontro tra la cultura a cui non dobbiamo rinunciare e la cultura che sa spingersi dentro le frontiere del mercato. Matera deve diventare una città “per le tendenze” – dove chi tende all’arte, alla cultura, alla sperimentazione delle idee creative trova terreno fertile.
10. Oltre la crisi, prove di futuro
Nell’economia della conoscenza cresce la forza attrattiva delle grandi città. Una piccola città come Matera deve riconoscere questo fenomeno. Non si supera la crisi con qualche punticino di pil in più, ma con idee coraggiose e innovative, con la capacità di anticipare i fenomeni, senza subirli. Sappiamo che il futuro è nella crescita dell’economia verde, nelle tecnologie pulite, nell’agricoltura di qualità, nel recupero intelligente di edifici ed interi quartieri. Conosciamo le potenzialità delle produzioni, anche “tradizionali”, che incorporano il lavoro di talenti e le tecnologie avanzate; sappiamo che nell’economia della conoscenza la cultura e le industrie creative hanno un ruolo centrale. C’è anche spazio per un futuro manuale, ma sarà sempre di più un saper fare complesso e non banale.
Chi gestisce i fondi pubblici ha la responsabilità del bravo giardiniere: deve versare nell’economia risorse sempre più scarse nel modo più produttivo e senza sprechi, a partire dai fondi della Programmazione comunitaria 2014-2020; e deve coltivare una società migliore per contribuire ad un’economia migliore. Valorizzare la cittadinanza attiva, l’istruzione avanzata, la riqualificazione urbana, il turismo sostenibile sono modi diversi per convergere su pochi importanti obiettivi: creare un ecosistema in cui possano incontrarsi e lavorare a loro agio imprese, talenti e idee; sviluppare una politica urbana che parta dalla specificità dei luoghi. Nel nostro caso, di un luogo eccezionale come Matera.
Come al solito, questi incontri vengono organizzati da chi poi fa da pubblico all’incontro stesso…come dire: la messa loro se la fanno, se la cantano e se la dicono. Cito :“Questi temi – ha detto il sindaco – sono stati individuati dai circa cento cittadini che abbiamo incontrato. La strada nuova che abbiamo sperimentato è stata quella di incontrare poche persone alla volta in un contesto dove ciascuno potesse parlare liberamente, senza pregiudizi.”
Chi sono questi 100 cittadini? in base a cosa sono stati selezionati? sono per caso gli stessi o gli amici degli stessi che hanno organizzato quest’incontro? perché io non ho sentito in giro che l’amministrazione comunale stava cercando cittadini con cui confrontarsi?
E poi, chi sapeva di quest’incontro? bisogna essere per forza uno degli organizzatori o amico degli organizzatori per sapere che sabato 14 dicembre ore tot c’è l’incontro per definire il piano strategico bla bla bla boa??
Io sono un cittadino di medio-rango, di media intelligenza, di media istruzione e non conosco nessuno che sta nell’amministrazione comunale….come faccio, povero cristo abbandonato nella periferia materana a sapere che ci sono occasioni di questo tipo al palazzo lanfranchi?
basta basta basta con questa politica così innovativa e così vocata alla partecipazione attiva dei cittadini…si però dei cittadini che si scelgono gli stessi amministratori per cui questi incontri sono organizzati
basta basta basta con questa lungimiranza al 2019, perdendo di vista quello cgìhe intanto succede nel 2013!
…un CONTINUO NULLA verso una città che sta muorendo di sporcizia, interventi su strade da effettuare, i Sassi sporchi e distrutti, lavoro sempre meno e loro si organizzano incontri per farsi due risate e aperitivo finale!!!
SVEGLIA RIDICOLI….
Quante vaccate!
…e poi verri che parla di Matera…ma se ne tornasse a casa che solo noi fessi possiamo pagare (anche tanto)personaggi inutili come Lui…..un’altro anno duro da passare!!!
il solito libro dei sogni
Prrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr (sonora pernacchia).
Ma se non siete mai riusciti (e neanche ci avete provato!!!) a impedire il sistematico deposito e la permanenza per settimane di materassi, televisori, lavandini e mobili vecchi in tante parti della Città, centro storico compreso, che credibilità avete?
Il vostro bigliettino da visita è quello, unito ovviamente alle farsesche piste ciclabili, esempio di opera con rapporto prezzo/utilità tendente ad infinito.
Giocherelloni!
RE-DATECE Ciccio Salvatore
PERCHE’ SO SO’ PRESO? E CHI SE E’ PRESO? A ‘NFAMI.
fuori le auto dai sassi
Residente dei Sassi forse dovresti confrontarti con i tuoi vicini di casa, io ne conosco molti che dicono che è un vostro diritto parcheggiare sotto casa. Andare a vivere nei Sassi è stata una scelta, sicuramente coraggiosa, ma comunque una scelta. Molti cittadini che abitano il centro storico parcheggiano le loro auto nei garages a pagamento perchè sotto casa non è possibile parcheggiare, ma anche vivere in pieno centro è stata una scelta. Le periferie sicuramente non hanno questo problema, ma anche quella è una scelta.
Gli altri che vogliono le macchine nei Sassi sono gli albergatori e i gestori dei ristoranti, bene i loro alberghi e i loro ristoranti rispetto agli altri sono sempre quelli che hanno tutto esaurito, si munissero di navette a servizio dei loro clienti. Solo quando si riuscirà a capire tutto questo, forse si riuscirà finalmente ad avere i nostri Sassi liberi dalle macchine.