Giuseppe Potenza, segretario regionale DC-Libertas Basilicata, ha inviato all anostra redazione un messaggio di speranza-fiducia e solidarietà della politica in un periodo particolarmente duro dal punto di vista socio-economico per la Basilicata. Di seguito la nota integrale.
Da noi in Basilicata nessuno ha pensato, come invece è avvenuto in tante altre aree del Paese, ad un Albero della Solidarietà. Un simbolo con tanti significati che la politica è chiamata a dare.
Fiducia e solidarietà sono le parole in cui vorrei tradurre la speranza del Natale. Fiducia: è forse ciò di cui abbiamo soprattutto bisogno. Fiducia nella nuova fase politica ed istituzionale che si apre con il Governatore Marcello Pittella per cancellare la precedente legislatura e tutto ciò che di negativo ci ha lasciato.
L’ingenuo ottimismo dei tempi delle vacche grasse, in cui il consumismo regnava sovrano e molti si avventuravano a spendere ben oltre le loro possibilità, ha ceduto il posto a un pessimismo diffuso, che a tanti appare solo doloroso realismo di fronte al vuoto creatosi nelle proprie prospettive di sostentamento e di sviluppo. Non si tratta però solo della sfiducia di chi ha perduto il lavoro in età matura, né solo di quella dei giovani che si vedono davanti prospettive di disoccupazione galoppanti. È un clima generale di smarrimento, che ha liquidato i sogni della “affluent society” e l’ingenuità perfino irresponsabile di chi dava al mercato un’assoluta affidabilità, come se bastasse favorire il liberalismo economico più ampio per vedere fiorire il benessere di tutti.
La sfiducia è anche il prezzo amaro pagato da chi ha creduto nelle promesse dell’economia virtuale della finanza, fatta passare per economia reale, quasi che i giochi speculativi di alcuni fossero capaci di produrre di per sé ricchezza, sempre più distaccandosi dalla realtà della produzione e dello scambio dei beni. La sfiducia è quella che si esprime nella disaffezione dall’impegno politico di base, come dalla militanza vissuta con passione per cause di giustizia, di pace e di promozione umana. Senza fiducia, però, non si va da nessuna parte: Natale richiama credenti e non credenti, figli e protagonisti di questa società segnata da secoli di cristianesimo, a ritrovare le ragioni della speranza.
Papa Francesco parla dei principi “per avanzare in questa costruzione di un popolo in pace, giustizia e fraternità”. Questi principi orientano “lo sviluppo della convivenza sociale e la costruzione di un popolo in cui le differenze si armonizzino all’interno di un progetto comune”. Per Papa Francesco la loro applicazione “può rappresentare un’autentica via verso la pace all’interno di ciascuna nazione e nel mondo intero”.
Per ultimo accenno alla “tristezza individualista” che caratterizza l’attuale momento storico, una tristezza che si può vincere con la politica strumento di servizio. Il grande rischio del mondo attuale è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. “Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi – sono parole di Papa Francesco – non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene”.
Per “non lasciarsi rubare la speranza”, è necessario però riscoprire le ragioni della solidarietà: dalla crisi non si uscirà se non insieme e con l’impegno di tutti verso gli ultimi.