I soldi erano stati intascati ma di internet social point nemmeno l'ombra. La Polizia di Stato ha scoperto una rete fantasma e per questo l'operazione illustrata in conferenza stampa dal capo della Squadra Mobile, Nicola Fucarino assieme all'ispettore di Polizia, Giuseppe Giasi, è stata ribattezzata "Ghost network". La rete era stata creata da alcune associazioni onlus della provincia di Matera che tre anni fa avevano beneficiato dei fondi europei concessi dalla Regione Basilicata, ente che aveva promosso il bando, per l'apertura di “internet social point”, strutture concepite per la alfabetizzazione informatica e telematica della comunità, L'attività in realtà non era mai partita ma i soggetti interessati avevano puntualmente intascato i finanziamenti, naturalmente utilizzati per scopi privati.
Con l'operazione Ghost network la Polizia di Stato ha "catturato" nella rete 59 persone: tra i soggetti coinvolti nell'operazione illecita figurano presidenti di associazioni e tutor convocati per i progetti, Per loro è scattata la denuncia in stato di libertà alla magistratura. L'indagine , coordinata dal Pm di Matera, Rosanna De Fraia, è stata condotta dagli agenti della Squadra Mobile e della Polizia amministrativa e scientifica della Questura del capoluogo. I denunciati dovranno rispondere, a vario titolo, dei reati di truffa all'Unione europea, distrazione di finanziamenti pubblici e mancata richiesta della licenza anti-terrorismo per l'apertura di "punti" internet. Il Gip Angelo Onorati ha inoltre emesso undici decreti di sequestro di attrezzature ed arredi, ma altri dovrebbero arrivare nei prossimi giorni. Dall'indagine è emerso che su 44 “internet social point” presenti in provincia di Matera soltanto sei sono risultati in regola, e tra questi due sono di Matera: quelli dell'associazione “Sottufficiali d'Italia in pensione” e della cooperativa “Il sicomoro”.
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In provincia di Matera, esattamente in comune della zona di Policoro (MT), i carabinieri, al termine di una serie di verifiche ed accertamenti, hanno denunciato 5 giovani, di cui 3 minorenni, in quanto ritenuti responsabili di estorsione aggravata e continuata, violenza privata e percosse ai danni di un minorenne: atti di vero e proprio “bullismo”.
I cinque “bulli”, rispettivamente di 19, 18, 17 e 16 anni, da quasi 3 anni, avevano preso di mira un ragazzo di 15 anni, frequentatore di una scuola media, vessandolo, continuamente, proprio all’uscita di scuola, sì da costringerlo, con minacce e percosse, a consegnare loro denaro e, in un’occasione, anche una “Play Station”.
In una circostanza, gli stessi, dopo averlo fatto ubriacare, lo avevano abbandonato nei pressi della scuola media, senza poi prestargli soccorso.
Solo il tempestivo intervento dei sanitari del 118, aveva evitato conseguenze ben più gravi per la giovane vittima.
I militari hanno avviato le indagini, arrivando poi alla identificazione dei 5 giovani componenti la “baby gang”, a seguito della denuncia della madre del minore.
Due dei 5 denunciati, ritenuti i capi del gruppo di bulli, erano stati già denunciati dai militari, in quanto responsabili di aver appiccato l’incendio in un bagno pubblico di furto di un ciclomotore.
Complessivamente, i 5 avrebbero estorto al minore circa 200 euro.
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Oltre mille capi di abbigliamento, tra scarpe, occhiali e accessori contraffatti di noti marchi (D&G, Peuterey, Hogan e molti altri) sono stati sequestrati a Matera. La vendita avrebbe fruttato un incasso non inferiore a diecimila euro. Le Fiamme gialle hanno denunciato per falso e ricettazione un commerciante di 35 anni della citta', L.P., ritenuto un intermediario tra grossisti napoletani e pugliesi e dettaglianti locali. L'uomo e' stato intercettato nel corso di controlli sul fenomeno della contraffazione. Perquisizioni domiciliari e in un magazzino hanno consentito di recuperare altri capi.