Si è formalmente costituito il Comitato “No Inceneritore” di Matera nato per contrastare il progetto che vorrebbe aumentare dalle attuali 12 mila a 60 mila (e, quindi, di ben 5 volte!) le tonnellate di rifiuti da bruciare (su base annua) nell’impianto di Italcementi sito in località Trasanello, a soli 3 o 4 chilometri dall’abitato di Matera. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
In attività già da giugno scorso, si è formalmente costituito ieri nei locali della parrocchia salone parrocchiale della chiesa “Maria Madre della Chiesa” il Comitato “No Inceneritore”. Il Comitato è formato da semplici cittadini che si oppongono (“senza se e senza ma”) al progetto che vorrebbe aumentare dalle attuali 12 mila a 60 mila (e, quindi, di ben 5 volte!) le tonnellate di rifiuti da bruciare (su base annua) nell’impianto sito in Località Trasanello, a soli 3 o 4 chilometri dall’abitato di Matera. Appoggiano il Comitato anche il WWF di Matera, B.R.I.O. Matera, i Volontari per l’Ambiente di Matera, Mario Murgia dell’Associazione It. Esposti Amianto (AIEA) che aderisce a Medicina Democratica. Il progetto Italcementi presenta, secondo il Comitato, aspetti che non possono che destare grande apprensione, aspetti tra i quali:
– l’oggettiva vicinanza dell’impianto all’abitato di Matera, ai Sassi, patrimonio mondiale dell’Umanità, e la presenza, nel raggio di 5-10 chilometri, di produzioni agroalimentari e zootecniche di qualità e tipiche della gastronomia materana e lucana;
– la mancanza di certezze sull’impatto che le sostanze inquinanti sprigionate dall’incenerimento di una tale quantità di rifiuti potrebbero provocare sulla qualità dell’aria, dell’acqua e del terreno (diossine, furani, polveri sottili e nanoparticelle PM10, PM2,5, benzopirene, ossidi di zolfo e metalli pesanti come nichel, cromo e vanadio, ecc.); si pensi che, nel 2012, tutti gli abitanti della provincia di Matera hanno “prodotto” in totale 82.412 tonnellate di rifiuti solidi urbani, differenziandone, di questi, 14.786 (dati Rapporto ISPRA 2013);
– l’assenza monitoraggio di enti terzi ed imparziali sulle emissioni inquinanti finora prodotte dall’impianto sito a Trasanello: un protocollo di intesa siglato nel 2010 da Italcementi, Comune di Matera, Arpab, Ente Parco della Murgia Materana e Provincia di Matera, risulta infatti attuato solo parzialmente e tardivamente, solo da giugno 2013;
– non risulta tecnicamente possibile rilevare e monitorare l’emissione delle nanoparticelle che rivengono dalla combustione-incenerimento;
– la mancanza di controlli preventivi (ovvero all’ingresso della cementeria e prima del conferimento per la termovalorizzazione) di enti terzi sulla “non pericolosità” dei rifiuti contenuti nei c.d. “CSS”; il c.d. “Decreto Clini” (DM 22/2103) attribuisce infatti agli stessi produttori di combustibili solidi secondari (CSS) la possibilità di emettere la dichiarazione di conformità; ora, il Comitato chiede quanto può essere sicuro per la popolazione affidarsi, senza altri controlli di enti terzi, ad una dichiarazione di conformità rilasciata dagli stessi produttori di CSS;
– la compresenza, in un raggio di 40-50 chilometri da Matera, di altri quattro impianti nei quali è previsto che si brucino dei rifiuti: nelle vicine Bernalda, Ferrandina, nella non lontana Massafra (in provincia di Taranto), nella limitrofa località Jesce (in territorio del comune di Santeramo).
Evidenziando tali aspetti, il Comitato ha già rivolto al Sindaco di Matera, Sen. Salvatore Adduce, una nuova “lettera-appello” per chiedere che, avvalendosi dei poteri che la legge attribuisce ai sindaci, chieda alla Regione Basilicata (presso cui pende la procedura amministrativa di Autorizzazione Integrata Ambientale, c.d. “AIA”, presentata lo scorso 17 maggio dal Gruppo Italcementi S.p.A.) la convocazione della prescritta conferenza di servizi nel corso della quale ribadire il “no” al progetto. Medesima richiesta è stata indirizzata ai sindaci dei comuni interessati, ed anche al Presidente della Provincia di Matera ed al Presidente dell’Ente Parco della Murgia Materana.
Fino ad oggi, la lettera appello è rimasta senza alcuna risposta ufficiale da parte del Sindaco Adduce. Un silenzio anch’esso foriero di inquietudine considerata l’importanza della c.d. “prevenzione primaria”: a parere del Comitato, non si può difendere la salute dei cittadini materani senza un’effettiva e concreta tutela del territorio e dell’ambiente.
Il Comitato “No Inceneritore” – Matera