Naso all’insù fino a Santo Stefano a guardare la cometa Lovejoy, la cometa di Natale: è l’invito del Centro Studi Turistici Thalia che ha “sponsorizzato” la “vacanza slow” che in questi giorni di Natale offre un’occasione irripetibile. Si tratta di una cometa a lungo periodo, che è passata nei nostri cieli circa 7mila anni fa, e fra un periodo di tempo analogo vi farà ritorno. Lovejoy (Amore-Gioia), dal nome dell’astrofilo australiano (Terry Lovejoy) sta già dando spettacolo di sè in queste notti di dicembre, mostrando una lunghissima coda che si estende per oltre 10 gradi in cielo (20 volte il diametro apparente della luna), con una chioma di color verde smeraldo.
Se ci si trova in un luogo dal cielo discretamente buio – è consigliabile il cielo delle Dolomiti Lucane, del Pollino, oltre ovviamente la buona osservazione raggiungendo le due strutture scientifico-didattico di cui disponiamo (Osservatorio Castelgrande ed Anzi) – la Lovejoy sarà visibile anche a occhio nudo. Chi invece abita in città, dove il cielo è rischiarato dalle luci artificiali, dovrà utilizzare un binocolo. Come si fa a trovarla in cielo? Innanzitutto bisogna mettere in conto una levataccia. Bisogna infatti andare a cercarla un’ora e mezzo, due prima dell’alba, appena prima che il cielo cominci a schiarire. Diciamo intorno alle cinque di mattina. Ma ne vale la pena. Guardando verso nord est a un’altezza di circa 30 gradi – in pratica, tenendo il braccio teso in avanti, circa tre pugni sopra l’orizzonte – la cometa Lovejoy si trova a sinistra e un po’ sotto la brillante stella rossa che è Arturo, quasi direttamente la stella Alkaid che è l’ultima del Gran Carro, figura facilmente riconoscibile in cielo.
Per Giuliano Scavetta, Premio Thalia 2013, ideatore della “vacanza slow”, dietro l’invito c’è innanzitutto una motivazione romantica: attraverso la cometa sognare i propri desideri facendosi aiutare dalla propria fantasia e da un luogo dall’orizzonte sgombro. Ma vale davvero la pena: è una cometa splendida ed estremamente fotogenica e mostra una notevole attività nell’evoluzione della coda. E poi rende il Natale – di questi tempi un problema per mettere in tavola tutto ciò che serve – meno problematico e sicuramente un po’ magico. Anche la crescente passione per gli astri per gli operatori turistici è una domanda da raccogliere con itinerari didattico-naturalistici attraverso i cieli stellati che solo alcune aree montane e collinari lucane sono in grado di garantire. Una domanda sorge spontanea, perché è importante studiare una cometa? Nel nostro sistema solare le comete sono le cose più antiche che possiamo osservare, praticamente incontaminate dalla loro formazione. Possono aver portato parte della nostra acqua e altri ingredienti che hanno permesso l’inizio della complessa chimica della vita sulla Terra. Oggi sono uno strumento importante per capire la formazione del nostro Sistema e la varietà dei sistemi extra-solari. E poi – conclude Scavetta – ci ricordano la cometa della grotta di Betlemme.