Le micro-imprese e le famiglie lucane si trovano di fronte a un vero ingorgo fiscale, con 20 pagamenti in 45 giorni che dovrebbero portare ad un aggravio fino a 436 euro anni per un contribuente medio con un reddito lordo di 30mila euro. Lo sostiene Confesercenti rivelando i dati sull’affollamento di imposte che attende al varco gli italiani negli ultimi giorni del 2013.
Un diluvio di 20 pagamenti (12 a carico delle famiglie e 8 a carico delle imprese), in cui alle vecchie imposte si aggiungono due nuove tipologie di prelievo:
– le imposte maggiorate, comprendenti da un lato l’aumento della misura degli acconti Irpef, Ires e Irap e, dall’altro, l’aumento dell’aliquota Iva al 22% e il versamento aggiuntivo cui sono tenute le imprese a fronte delle fatture emesse fra ottobre e novembre;
– le nuove imposte, in cui troviamo gli aumenti generalizzati prodotti dalla nuova Tares per effetto della maggiorazione della tariffa sui rifiuti (motivata dalla copertura totale dei costi del servizio) e dell’introduzione di un contributo aggiuntivo (30 cent. al mq. A titolo di partecipazione ai costi dei servizi indivisibili dei comuni)
In particolare – sottolinea Confesercenti – l’entrata in vigore della TARES comporta un aggravio di spesa dovuto sia all’obbligo di copertura integrale dei costi, elemento non previsto nei regimi Tarsu/Tia, in cui la copertura era intorno al 70-80% dei costi, sia alla maggiorazione per i servizi indivisibili, e determinea una significativa redistribuzione del carico tra diverse tipologie di utenza, sulla base della specifica producibilità di rifiuto. Tutto ciò mentre in meno di due anni, dal 2011 a ottobre 2013, le tariffe sui servizi pubblici locali sono cresciute in media del 19.2% – quasi il triplo del +7,3% registrato dai prezzi al consumo nello stesso periodo – comportando un aggravio medio di 312 euro a famiglia.
L’ingorgo fiscale di quest’ultima parte dell’anno – sottolinea Confesercenti – rende evidenti i difetti del nostro regime fiscale: il prelievo è troppo ed articolato in troppe diverse imposizioni. Occorre ridurre tasse ed imposte nel numero e nel peso complessivo: per farlo, non c’è altra strada che agire sulla spesa pubblica. Che può essere fortemente contenuta eliminando gli sprechi: in primo luogo attraverso una riforma istituzionale che razionalizzi il sistema degli enti locali, ma anche vendendo gli immobili inutilizzati e dismettendo le partecipazioni che non sono né strategiche né produttive, a livello nazionale e locale.