Sopralluogo del capo della Protezione civile Franco Gabrielli in mattinata a Montescaglioso presso contrada Cinquebocche. La presenza di Gabrielli è stata sollecitata per stabilire e quantificare i danni provocati dalla frana che il 6 dicembre scorso provocò il crollo parziale o totale di stabilimenti produttivi, di un supermercato e di diverse abitazioni e la distruzione di una strada di accesso al paese della provincia di Matera. Secondo i primi calcoli effettuati dai Comune di Montascaglioso i danni provocati dalla frana si aggirano sui 60 milioni di euro.
Gabrielli ha annunciato che il Governo sta predisponendo il decreto di stato di emergenza, notizia confermata anche dal viceministro dell’Interno, il lucano Filippo Bubbico.
Dopo aver visitato la zona franata, il prefetto Gabrielli ha partecipato alla riunione con amministratori e tecnici e ha incontrato i rappresentati di organizzazioni agricole e del comitato ”Terrejoniche”, che nei giorni scorsi ha avviato una mobilitazione per sollecitare gli interventi del Governo a seguito delle alluvioni che hanno colpito il Metapontino. Impegnato nel sopralluogo anche il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella.
CIA: LE NOSTRE PROPOSTE AL CAPO PROTEZIONE CIVILE
L’immediata dichiarazione da parte del Consiglio dei Ministri dello stato di calamità per gli eventi alluvionali che nel giro di pochi mesi hanno messo in ginocchio le aziende agricole del Metapontino e la realizzazione di una rete di “aziende agricole sentinella” in collaborazione con la Protezione Civile per monitorare costantemente i rischi alluvioni e dissesti: sono le proposte che una delegazione della Cia, guidata dai presidenti regionale Donato Distefano e del Materano Nicola Serio, hanno illustrato a Franco Gabrielli, capo della Protezione Civile Nazionale nell’incontro a Montescaglioso. Proposte che – sottolinea Nicola Serio – dopo il vice ministro Filippo Bubbico che nelle settimane scorse aveva espresso una valutazione positiva hanno trovato “grande interesse” da parte dello stesso Gabrielli.
“Noi – evidenzia Serio – insistiamo: lo strumento principale è rappresentato dai Contratti di fiume, sperimentati positivamente in alcune regioni italiane, tra le quali il Piemonte, l’Umbria, la Lombardia, il Veneto, la Toscana e si configurano come strumenti di programmazione negoziata interrelati a processi di pianificazione strategica per la riqualificazione dei bacini fluviali. Strettamente intrecciata è la proposta di assegnare agli agricoltori compiti di manutenzione senza spendere un euro nel senso che gli stessi compenserebbero con gli oneri dovuti allo Stato e in particolare ai Consorzi di Bonifica che, come è noto, non sono in grado nemmeno di garantire la pulizia ordinaria dei canali. Inoltre, la questione finanziaria: si attinga dall’Accordo di programma Ministeri-Regioni ‘sfidando’ il premier Letta dopo a mettere subito a disposizione i soldi.
Ci sono per la Cia lucana questioni urgenti da affrontare, specie mettendo ordine tra programmi di forestazione e delle “Vie Blu”, quali: sistemazioni idrauliche, regimazione di fossi e corsi d’acqua minori; rifacimento e ammodernamento delle reti di bonifica; realizzazione, adeguamento e rifacimento briglie ed altre opere di bonifica; realizzazione nuovi impianti idrovori; consolidamenti arginali, stabilizzazioni degli alvei e delle sponde. Si percorra la via della pulizia e dello scavo dei grandi e piccoli canali sui quali non si fa più manutenzione da 30/50 anni. Devono essere puliti gli alvei e dove necessario le sponde dagli alberi e dalla vegetazione che crea ostruzione e pericolo in caso di piena.
Riguardo al settore agricolo, nello specifico si pensi alla rapida attuazione dei progetti, delle iniziative già mappate e individuate di cui all’accordo di programma Stato/regioni relativa alla valutazione ed alla gestione del rischio alluvioni di cui alla direttiva Ce 60/2007 recepita in Italia con il D.lvo 49/2010; gestione unificata del piano di manutenzione e preservazione del territorio raccordando le varie competenze in essere con il pieno ed organico coinvolgimento delle aziende agricole e predisponendo i contratti di manutenzione e fornitura di servizi agro meccanici in ambiti definiti e mappati. Serve, dunque, una rinnovata attenzione.
Occorre una politica con la quale puntare ad una vera salvaguardia del territorio con risorse adeguate. Una politica che garantisca il presidio da parte dell’agricoltore, la cui attività è fondamentale in particolare nelle zone marginali perché si prevengano le calamità naturali”.
EVVIVA
Antonio….scusa ma non c’era BUBBICO il grande (mangiatore di voti)………………….
………………….adesso che fà……..?????????
Mi auguro che la gente capisca e non lo voti più!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!