“Rivoluzione democratica sì ma attenzione al “corto circuito” democratico-istituzionale”: è il parere del segretario regionale della DC-Libertas Giuseppe Potenza per il quale “le elezioni regionali hanno già lasciato macerie sulla strada della partecipazione democratica, acuendo le distanze cittadino-Palazzo Regionale e pertanto bisogna valutare con saggezza ogni mossa per prevenire la possibilità di altre macerie. Mi riferisco ai consiglieri eletti nei partiti della maggioranza che, solo un mese e mezzo fa, hanno ottenuto il consenso degli elettori e che hanno piena legittimazione popolare e capacità di governo. Senza perciò voler interferire nelle scelte del Presidente, ci sentiamo però di invitarlo a riflettere sul rischio che alla “rivoluzione democratica” annunciata e perseguita faccia seguito una “controrivoluzione”, magari alimentata da un clima di divisione, personalismi-individualismi, tensioni e pertanto di individuare soluzioni intermedie. I profili degli assessori a cui si penserebbe, secondo quanto riferiscono oggi i giornali regionali, sono di tutto rispetto e non hanno alcun bisogno di valutazioni tanto meno di carattere geografico per non appartenere alla Basilicata. Il problema però – dice il segretario della DC – è che l’attuale classe politica lucana di centrosinistra non può essere esonerata da responsabilità, magari lasciandola in panchina per un tempo della partita, che è più di una finale di Champion, da giocare nell’interesse delle nostre comunità. E poi c’è da cominciare la legislatura regionale nel migliore clima di cooperazione, chiedendo alle stesse opposizioni di stringersi intorno a due-tre questioni di emergenza, quali il petrolio, l’alluvione, il lavoro, mettendo alle spalle la campagna elettorale e rinnovando con il lavoro dei consiglieri, di tutti gli organismi istituzionali la fiducia dei cittadini. Non si sottovaluti: questa è l’ultima occasione per la classe politica lucana di recuperare l’immagine di servizio e per avviare a soluzione i problemi più gravi a partire dal contrasto della povertà e del disagio sociale. Pertanto qualche mediazione, sia pure di alto profilo e senza cadere nei ricatti, mi pare debba essere messa in conto”.
Prendiamo atto della scelta del Presidente Pittella che avvalora le nostre preoccupazioni. Gli rivolgiamo i migliori auguri che estendiamo a tutti gli assessori. Adesso per Pittella comincia la fase più difficile che solo allargando la partecipazione alle decisioni più rilevanti e quindi non limitandosi ai partiti della coalizione ma coinvolgerndo tutte le espressioni della società civile potrà superare senza lasciarsi ingabbiare da logiche particolaristiche. Noi non gli faremo mancare il nostro apporto di idee e proposte essenzialmente incentrate sui valori cristiani della solidarietà, del rispetto della dignità umana a cominciare dal lavoro, della meritocrazia.