“Sistematico depotenziamento del nosocomio ‘Giovanni Paolo II’ e sottodimensionamento dell’organico sanitario. Una situazione di ridimensionamento accentuatasi oramai da anni ossia, dopo l’accorpamento delle Asl 4 e 5 nell’ASM di Matera. Non condividiamo assolutamente che l’ospedale civile di Policoro sia vittima di quei politici ‘di turno’ e venga smantellato di alcune strutture complesse le quali, da sempre registrano un numero considerevole di prestazioni. Per tale motivo ai vertici dell’Asm ed in primis alla Regione, ribadiamo forte e chiaro che la struttura di Policoro deve essere soprattutto rispettata per ciò che rappresenta per tutta l’area policorese e non solo”.
E’ quanto denunciano i segretari dell’Ugl Basilicata, Giovanni Tancredi, Michele De Rosa e Pino Giordano per i quali, “all’assessore regionale alle Politiche per la persona, Flavia Franconi chiediamo di essere convocati affinché si diano risposte certe su alcune carenze che impediscono all’ospedale di svolgere in pieno il ruolo assegnatogli dal PSR (Piano sanitario regionale), oggi più che mai strategico vista la chiusura del presidio di Tinchi e di alcuni ospedali nella limitrofa Calabria. Per l’Ugl – proseguono i segretari – la razionalizzazione della spesa sanitaria, seppure necessaria, la Giunta De Filippo non poteva metterla in atto a discapito del diritto alla salute, che va garantito e tutelato. Non abbiamo certamente bisogno di una sanità sprecona, ma moderna, dove noi chiediamo a questa nuova politica che, programmi sanitari avvengano attraverso una concertazione e un confronto anche con le organizzazioni sindacali. L’assenza di regole certe lascia spazi a scelte arbitrarie e squilibrate poiché sull’assetto riorganizzativo dell’ospedale di Policoro, nessuna discussione preliminare in merito è stata condivisa. Con la complicità delle oo.ss. di categoria, oggi si estrapolano arbitrariamente quei vitali servizi degli ospedali a discapito dei territori. La mancanza di una organizzazione funzionale, discussa e condivisa con le autonomie locali, dell’assistenza da attivare sui territori, rende la distribuzione delle Unità Operative orfana e precaria in assenza di nessuna norma di attuazione temporale, magari collegata al naturale turnover degli operatori. Forte è la nostra denuncia, l’ospedale civile di Policoro è stato vittima di quei politici ‘di turno’ e smantellato di alcune strutture complesse le quali, da sempre registrano un numero considerevole di prestazioni. L’ex assessore regionale alla Sanità, Martorano ed il D.g. dell’ASM, Maglietta, furono informati dalle oo.ss. di categoria che, prima di scippare tale struttura di servizi essenziali quali, ginecologia, oculistica, radiologia ed altre U.O. si andava a invalidare un territorio che per il suo notevole incremento d’utenza, non poteva e non può essere messo in condizione di operare con enormi difficoltà a causa del personale medico e paramedico che scarseggia e che la politica ‘arrogante’ ha messo nelle condizioni il personale di lavorare con enormi sacrifici ed abnegazione? Pare proprio di no! A Flavia Franconi ribadiremo che la riforma sanitaria regionale era doverosa e necessaria ma, andava fatta senza rivoluzionare l’attuale sistema, quindi salvaguardando il patrimonio di competenze e servizi già esistenti. Già un taglio delle strutture è avvenuto per gli ospedali di Tinchi e Stigliano: coinvolgendo anche il nosocomio di Policoro, l’Asm determinerebbe di fatto la conclamata desertificazione sanitaria. E’ doveroso ricordare che – tuonano forte e chiaro Tancredi, De Rosa e Giordano – la struttura Ionica quotidianamente registra un notevole aumento di prestazioni sanitarie provenienti dalla confinante regione Calabria. Si tratta di una difesa di un ospedale d’eccellenza che in questo momento si sente minacciato da carichi di lavoro. Se infatti la Basilicata lavora alla riforma del S.S.R. anche per rispondere all’invito sulla razionalizzazione delle spese che il ministero della Salute ha inviato a luglio 2012 a tutte le regioni, l’Ugl – fanno notare i segretari lucani – sottolinea che alcune regioni, in particolare il ‘Lazio governata all’epoca dall’On. Polverini, benché in piano di rientro, chiesero ottenendo una deroga con il conferimento di ulteriori strutture complesse e semplici, decretando per tali motivazioni di sospendere la decorrenza del termine per la preregistrazione. Fù considerato inoltre, l’operatività della piattaforma S.S.N. in tutte le sue funzionalità, fatta salva la possibilità di completare in via autonoma tutte le fasi della procedura’. Non si comprende, Assessore Franconi, perché lo stesso percorso non e’ stato seguito dalla nostra regione, non soggetta a piano di rientro. Il presidio e l’operato dell’ospedale – concludono i leader sindacali – l’Ugl lo difende con forza perché offre un servizio prezioso alla popolazione oltre a garantire posti di lavoro in periferia. Ai vertici dell’Asm ed in primis alla Regione, chiediamo che la struttura di Policoro deve essere soprattutto rispettata per ciò che rappresenta per tutta l’area policorese e non solo”.