Presso gli ipogei di piazza San Francesco d’Assisi sono ripartiti gli eventi previsti nella seconda parte del festival di Profumo di Svolta denominato “L’ora degli Studenti”. In mattinata gli studenti materani si sono ritrovati per fare il punto sui tre workshop dedicati ai temi ambientali e svolti nella prima parte del festival. Protagonista del dibattito con gli studenti il Viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico.
L’obiettivo è stato quello di avviare un confronto reale con la politica su un tema delicato come quello ambientale, che ha sicuramente bisogno dell’impegno di tutte le generazioni, a partire da quelle più giovani, che in futuro si ritroveranno a dover fare i conti con il “debito ecologico” prodotto dalla società contemporanea.
Dissesto idrogeologico, produzione energetica, fonti rinnovabili e petrolio sono stati i temi affrontati nel corso dell’incontro e che sono diventati già i punti cardine del documento prodotto sulla base dei workshop tenuti con Pio Acito di Legambiente, Giuseppe Sacco di Minerva Scienza, Maurizio Bolognetti, Giovanni Vitulano di Matera65, Rocco Rivelli e Giuseppe Iuele.
Il secondo evento, sull’arte pubblica, si è svolto nel pomeriggio e ha visto la presenza di Mauro Acito insieme al Soprintendente ai Beni Culturali, Marta Ragozzino.
Dopo l’iniziativa “Graffiamoli Via”, nella quale sono state cancellate decine di scritte dai Sassi di Matera , Profumo di Svolta ha deciso di discutere delle forme pure di arte, che non si manifestano come sfregi ai rioni antichi, ma che anzi mirano a valorizzare zone della città a scarso valore artistico. Illustrate a tal proposito esperienze concrete di altri comuni europei, che hanno valorizzato le abilità degli street artist, come Matera ha provato a fare durante “Passaggio2019”.
L’Ora degli Studenti si conclude nella sarata di sabato 4 gennaio con l’esibizione di sei gruppi di Matera: un evento organizzato insieme alla Consulta Provinciale degli Studenti.
Attraverso l’organizzazione di un festival come “L’ora degli studenti” l’associazione Profumo di Svolta ha ribadito la necessità di dare voce ai giovani che vogliono diventare protagonisti del futuro e vogliono farlo nella propria città anche se oggi si ritrovano fuori sede per motivi di studio.
La fotogallery relativa al primo incontro promosso in mattinata da Profumo di Svolta (foto www.sassilive.it)
Riportiamo di seguito il documento sull’ambiente in Basilicata, frutto dei tre workshop all’interno del festival di Profumo di Svolta “L’Ora degli Studenti”, presentato all’attenzione del Viceministro degli Interni, Filippo Bubbico, e del Sindaco di Matera, Salvatore Adduce. Il percorso che ha condotto alla presentazione del documento è cominciato da una provocazione fatta da Profumo di Svolta al viceministro durante una trasmissione su Rai Radio 3 a Materadio 2013 (podcast disponibile su http://goo.gl/OYZSdk).
Profumo di Svolta presenta: “Documento sull’ambiente in Basilicata”
Il 21 Dicembre 2013 al Palazzotto del Casale, a Matera, l’evento “Oltre il nostro naso – Ficcare il naso nella società” dava inizio all’Anteprima de “L’Ora degli Studenti”, un festival organizzato da Profumo di Svolta insieme a partner e amici per provare a riflettere su tante tematiche profonde e attuali, per farlo all’interno di luoghi pubblici e dibattiti pubblici, per vivere la cultura della socializzazione e del divertirsi insieme.
Dal 27 al 30 Dicembre si sono avvicendati eventi diversi per contenuti e format che hanno animato gli Ipogei di piazza San Francesco, un luogo a disposizione della città inutilizzato e vuoto quasi tutto l’anno. All’interno del festival sono stati organizzati tre workshop che hanno trattato da vicino le tematiche ambientali. Il primo dal titolo “La terra si prende ciò che l’uomo le toglie” con Pio Acito di Legambiente Matera e Giuseppe Sacco dell’associazione Minerva Scienza; il secondo, “Con le mani nel petrolio”, a cui ha partecipato Maurizio Bolognetti, giornalista; e il terzo sulla raccolta differenziata con Rocco Rivelli, assessore all’ambiente del Comune di Matera, Giovanni Vitulano, responsabile della comunicazione per Matera 65, e l’ingegner Giuseppe Iuele. All’interno di questa riflessione strutturata che si proponeva di coinvolgere tutti i partecipanti in un confronto che non si fermasse a un’analisi superficiale, è emersa l’esigenza di soffermarsi sulle tematiche legate al rischio idrogeologico, allo sfruttamento del sottosuolo in Basilicata, all’utilizzo delle energie rinnovabili, al riciclo e allo smaltimento dei rifiuti.
A partire dallo scorso Novembre, sul nostro sito web www.profumodisvolta.it , abbiamo lanciato un hashtag, #governiamolaINSIEME, attraverso il quale abbiamo raccolto idee, proposte e esigenze dei cittadini lucani, coinvolgendo dal basso chi voleva rivolgersi ai neo-eletti amministratori regionali chiedendo ascolto e politiche condivise, sfruttando l’importante strumento di Internet e dei social network per costruire con la politica un rapporto costruttivo e propositivo. Oggi attraverso questo documento proviamo a ribadire l’esigenza di una politica e una cittadinanza che dialoghino insieme e che cerchino di affrontare congiuntamente situazioni difficili che necessitano di un impegno comune. Il nostro modo di fare, quello di aprire spazi di discussione e riflessione, invitare e coinvolgere coloro che più si interessano di questi temi e organizzare momenti di elaborazione e formazione, oltre che di sintesi e condivisione, speriamo possa essere il modo giusto e un esempio per affrontare le sfide che riguardano da vicino l’amministrazione del nostro territorio.
INTRODUZIONE
Le tematiche ambientali sono molto vicine alla sensibilità dei giovani e le tante mobilitazioni che in tutto il mondo li vedono protagonisti sono una conferma di quanto possa essere importante l’attenzione e il riguardo per i luoghi dove ognuno di noi vive e la volontà di preservarli dalla violenza cieca degli stessi uomini che inseguono interessi egoistici e dallo sguardo limitato.
La nostra terra, la Basilicata, ha bisogno di essere preservata e di non essere maltrattata per conservare intatte le sue bellezze, per consegnare ai lucani una vita serena e tutelata, per accogliere turisti e visitatori e per affrontare le sfide del futuro intraprendendo scelte coraggiose, strade dal lungo orizzonte temporale, con politiche condivise e un diffuso senso del bene comune. Riflettere sull’ambiente significa riflettere su problemi che affondano le radici nel passato, come l’abusivismo edilizio e la noncuranza dei rischi idrogeologici a cui ci si espone, sulle decisioni fondamentali della nostra attualità, come tutti i costi derivanti dalle estrazioni petrolifere e dallo sfruttamento del nostro territorio, sugli investimenti che saranno determinanti per il nostro futuro, come quelli per l’energia rinnovabile e lo sviluppo sostenibile.
Presentiamo il risultato dei tre workshop de “L’Ora degli Studenti” attraverso quattro macroaree all’interno delle quali si sviluppano gli argomenti che abbiamo ritenuto più importanti. Questo documento non si arroga la pretesa di rappresentare un punto di arrivo, quanto la sintesi di una riflessione collettiva che speriamo possa coinvolgere sempre più la popolazione lucana.
RISCHIO IDROGEOLOGICO
Argomento molto interessante e attuale, riportato all’attenzione dell’opinione pubblica dopo eventi da poco passati, come le alluvioni dell’Ottobre e del Dicembre 2013.
Come approfondito con Pio Acito, disaster manager di professione e presidente di Legambiente Matera, di per sé un’alluvione non rappresenta un pericolo, ma lo diventa nel momento in cui manca la prevenzione e quindi se i Comuni e gli Enti Locali in genere non si dotano di piani di prevenzione dal rischio idrogeologico. Esistono aree maggiormente esposte al rischio e qualsiasi evento naturale potrebbe trasformarsi in una catastrofe se determinate zone vengono occupate da insediamenti urbani più o meno frequentati. A volte la causa stessa dei disastri avvenuti a seguito degli eventi naturali di eccezionale portata è connaturata con le responsabilità degli uomini che hanno deciso di edificare su terreni destinati a altre attività secondo il parere di geologi e esperti. Nella nostra Regione l’eccessiva urbanizzazione ha prodotto aree dal suolo completamente impermeabile, che sono diventate da pianure permeabili quali erano, centri abitati e zone industriali. Tutto ciò ha portato a una sorta di moltiplicazione dei fattori di rischio, in quanto le piogge non hanno più possibilità di essere assorbite dal terreno divenuto impermeabile, e rischiano di unirsi all’acqua che esonda dai fiumi, per poi abbattersi sui centri abitati, dove giungono incontrollate ad invadere strade, case ed edifici pubblici.
Gli ultimi episodi verificatisi in Basilicata, soprattutto nei territori di Metaponto e Montescaglioso, testimoniano il fatto che, probabilmente, una prevenzione accurata sarebbe preferibile alla conta dei danni a cui puntualmente si assiste in occasione di certi eventi, talvolta anche annunciati con anticipo dagli esperti. Crediamo appunto che proprio in quest’ottica le Amministrazioni Comunali debbano avere uno sguardo ben attento, che miri alla prevenzione dal rischio idrogeologico sia con la previsione e l’attuazione di particolari piani volti a fronteggiare in maniera chiara certe situazioni, che con politiche più sensibili riguardo il consumo di suolo, affinchè lottizzazioni, varianti e costruzioni non costituiscano un nuovo rischio.
L’impegno della Regione, a tal proposito, può essere sicuramente rilevante, in quanto dalla propria posizione può incentivare alla prevenzione e dare la spinta decisiva alle Amministrazioni Comunali. Prevenire situazioni spiacevoli significherebbe anche dedicarsi alla bonifica di fiumi e canali e alla corretta manutenzione delle dighe e degli sbarramenti per la rimozione dei sedimenti depositatisi.
PETROLIO
Qualcuno, quando parla di ambiente, vede l’Italia come uno stato canaglia, per il mancato rispetto del diritto comunitario che, proprio in materia ambientale, viene spesso recepito in ritardo o, come talvolta capita, resta ben lontano dall’essere messo in pratica. Ne abbiamo parlato con Maurizio Bolognetti, ed è stato lui a proporre questa analisi, che ci è parsa tristemente realistica. Basta pensare all’assenza dell’analisi dei siti da bonificare, pure prevista dal decreto Ronchi, così come latita in Basilicata un registro tumori attivo e aggiornato.
Il petrolio, comunque, resta una fonte fossile troppo comune perchè si pensi di parlarne in maniera superficiale, ma crediamo che sia allo stesso tempo un grave errore guardare al petrolio soltanto come una risorsa, senza considerare le conseguenze che le attività di ricerca ed estrazione hanno sul territorio lucano. Troviamo quantomeno curioso il fatto che nell’epoca degli OpenData e delle amministrazioni 2.0 un privato cittadino debba pagare di tasca propria per venire a sapere che un invaso lucano è inquinato dagli idrocarburi, che un colosso come ENI possa agire in autocontrollo o che i dati sull’inquinamento giungano secretati in un carteggio da un’agenzia per la tutela ambientale ad un Comune, senza che ne sia data notizia ai cittadini. A tal proposito, sarebbe auspicabile che attraverso la pubblicazione in rete delle analisi, dei dati e dei monitoraggi, sia permesso a cittadini, tecnici e associazioni di controllare giornalmente le emissioni di inquinanti; perchè le agenzie di tutela ambientale non dicano per bocca dei loro dirigenti che qualche invaso lucano è inquinato a causa di meccanici poco onesti, che riversano nei fiumi oli esausti e idrocarburi, e perchè si possa costituire da subito, un “Osservatorio lucano sull’ambiente”, che grazie a un’amministrazione trasparente possa mettere insieme pareri, forze e competenze.
Innanzitutto, crediamo che la favola del bonus idrocarburi, presentato come il giusto compenso per i lucani, sia finita nel peggiore dei modi e che il breve periodo di popolarità di cui ha goduto l’iniziativa sia giunto finalmente al capolinea. Il petrolio, così come l’ambiente, non può essere uno dei tanti oggetti dei proclami e dei programmi politici o elettorali, ma deve essere oggetto di un dibattito che coinvolga in primis i lucani, affinché possano essere chiariti gli effetti sull’ambiente delle attività estrattive, oltre che le reali prospettive economiche ed occupazionali. Allo stesso modo, la soluzione non può essere un memorandum, né una moratoria, ma c’è bisogno che la politica si mostri attenta alle questioni economiche nazionali e locali, e che abbia allo stesso tempo la voglia e la capacità di ascoltare le istanze provenienti da coloro che abitano nella regione italiana più sfruttata in termini di estrazioni, per far sì che nessuno abbia più modo di dire che si stanno rallentando processi interessanti dal punto di vista economico, dato che degli stessi pare essere rimasto volutamente fuori dai calcoli l’impatto in termini ambientali ed ecologici.
Non siamo sicuri che il petrolio generi ricchezza e occupazione, come abbiamo potuto verificare dal caso Basilicata, che nel rapporto SVIMEZ viene praticamente sempre menzionata per i pessimi valori economici ed anzi crediamo che debbano essere prese maggiormente in considerazione le fonti rinnovabili. Per questo ci auspichiamo che il loro impiego, oltre che un’adeguata ricerca in questo campo, possa essere uno degli obiettivi su cui la Regione Basilicata punti, contando sui finanziamenti statali ed europei che vengono annualmente messi in campo, perchè crediamo che il vero volano per una crescita economica ecologicamente sostenibile siano proprio le energie alternative. Inoltre, volendo approfondire il discorso delle royalties e delle politiche di distribuzione, pensiamo che sicuramente non sia opportuno alimentare con esse lo stesso mercato degli idrocarburi, ma potrebbe essere interessante dedicarle a politiche di welfare o legate all’istruzione, oppure a investimenti nelle proprio per l’energia rinnovabile.
FONTI ALTERNATIVE DI ENERGIA E SVILUPPO SOSTENIBILE
Lo scenario globale nel campo dell’approvvigionamento energetico e la situazione presente e futura che ci si prospetta dinanzi ci porta a riconoscere nell’energia “a chilometro zero” una soluzione importante che ci accompagnerebbe verso gli obiettivi richiesti dall’Europa e ormai incombenti del 2020. Da qui è cominciata la riflessione condivisa con Giuseppe Sacco, fisico e presidente dell’associazione materana Minerva Scienza che si occupa di divulgazione scientifica.
La scienza e la tecnica ci suggeriscono che i cavi che trasportano l’energia ne disperdono una grossa quantità e quindi riconosciamo interessante e auspicabile una prospettiva futura in cui Comuni e Enti Locali più grandi possano diventare produttori di energia attraverso fonti rinnovabili e distribuirla con l’obiettivo di diminuire i costi energetici per tutti gli utilizzatori e in particolare per le famiglie. Spesso il concetto e la sfida delle Smart City è accostata alle tematiche dell’approvigionamento energetico: incamminarsi sulla strada dell’autonomia e dell’autosufficienza dal punto di vista energetico le nostre città possa rappresentare uno degli obiettivi più importanti in questo senso.
Nella stessa ottica può essere importante supportare economicamente sforzi di privati cittadini che decidono di costruire o ristrutturare casa o edifici aziendali secondo una vocazione green e con logiche di maggiore risparmio di energia, produzione, riduzione del consumo e soprattutto dello spreco della stessa. Pensiamo che in Basilicata, così come avviene già in alcuni Stati europei, si possa investire in micro eolico, fotovoltaico, idroelettrico e geotermico a bassa entalpia, senza macrointerventi invasivi che sottraggono superficie alla coltivazione o ai pascoli, senza deturpare il paesaggio (tantomeno il patrimonio urbano), ma cominciando a rendere autosufficienti strutture pubbliche e private; consapevoli che il risparmio energetico sia a prescindere il primo importante obiettivo da raggiungere affinché la sostenibilità ambientatale sia affiancata anche dalla sostenibilità economica.
RACCOLTA DIFFERENZIATA E GESTIONE DEI RIFIUTI
Una riduzione della produzione di rifiuti è fondamentale e può essere determinante se affiancata da sistemi di raccolta differenziata efficienti, che comprendano sia iniziative a forte valenza simbolica, come la disponibilità di contenitori che forniscono dai buoni spesa, a pochi centesimi in cambio di bottiglie di plastica, sia idee che favoriscano la riduzione dei costi in bolletta per i cittadini, come potrebbero essere raccolte porta a porta “spinte”. Siamo sicuri che l’incenerimento dei rifiuti non sia la soluzione adeguata alla nostra idea di sostenibilità ambientale, idea che condividiamo con l’Assessore all’Ambiente del Comune di Matera, Rocco Rivelli. Dati i molteplici studi che accertano la liberazione di sostanze nocive nei processi di incenerimento dei rifiuti, vogliamo che ci si prefigga l’obiettivo di evitare la termovalorizzazione dei rifiuti e che sia percorsa la strada della riduzione del numero di discariche presenti sul territorio. Intraprendere una politica di riduzione e riciclo dei rifiuti signica abbassare la domanda e la necessità di discariche.
Nel terzo workshop abbiamo avuto l’opportunità di dialogare con l’Ingegner Giuseppe Iuele, che ha curato la raccolta differenziata di Muro Lucano, comune che in circa 12 mesi di nuova gestione ha raggiunto percentuali di raccolta differenziata pari all’88% utilizzando strumenti amministrativi rivelatisi determinanti per la buona riuscita del progetto.
La best practice di Muro Lucano ci fa pensare che potrebbe essere interessante mettere in rete idee, conoscenze e buone pratiche amministrative che riguardano innanzitutto la raccolta differenziata, oltre che il lavoro di associazioni ed agenzie, come quello svolto in maniera eccellente nel campo della comunicazione da Matera65 e da Giovanni Vitulano, affinché le amministrazioni possano attingere ad un unico database che sia appunto un contenitore di idee e pratiche e che possa aiutare i Comuni, le Province e le Regioni a comunicare e a contaminarsi in maniera costruttiva. E’ in quest’ottica che si potrebbe superare la già ottima definizione di “Comune riciclone” per convergere verso un ben più ambizioso traguardo di “Regione Riciclona”, affinché siano proprio le regioni ad indirizzare verso una gestione più “green” i comuni. Ad ogni modo, siamo sicuri che le famose “tre R”, di Riduco, Riuso, Riciclo, che compaiono anche nel piano strategico che l’amministrazione comunale ha presentato ai cittadini debbano essere valorizzate e che l’impegno e la volontà politica in questo senso siano determinante.
La stessa volontà politica che in campo ambientale, potrà sicuramente contare sull’appoggio dei comuni cittadini nell’opporsi alla lotta alla criminalità organizzata. Quando parliamo di smaltimento di rifiuti e di discariche (ma anche di abusivismo e la cementificazione sfrenata), spesso il nostro pensiero va alle ecomafie, a coloro che traggono interessi comuni arrecando danni alla comunità: crediamo che le mafie, tutte le mafie, possano essere non solo combattute, ma anche battute, con l’impegno di tutti.