L’avvocato Pasquale Pepe torna ad occuparsi della vicenda che riguarda i candidati alle elezioni regionali ineleggibili. Di seguito la nota integrale
Pepe: “Leggi Gentilesca e capisci perché la gente rifugge dalla politica – Al buonsenso non si risponde con il politichese”.
Tolve – La questione posta dal Consigliere regionale Gianni Rosa in merito ad alcuni candidati ineleggibili, perchè titolari di postazioni in società e strutture territoriali partecipate dalla Regione o in aziende della Regione stessa, è stato un atto di dovere che attiene al merito della vicenda e non certo a sterili aspetti di forma: la miglior risposta sarebbe stata quella delle dimissioni postume ed immediate, rassegnate in rigoroso silenzio.
Far finta che sia normale candidarsi nel mentre si occupa una posizione di forza (pervenuta per nomina politica), la quale, permanendo, ti renderebbe ineleggibile, è grave ed al tempo stesso rispettoso delle aspettative dei cittadini.
Questo è il punto nodale della vicenda, non altri.
Senza le preventive dimissioni dall’incarico appare plasticamente che la “discesa in campo” di qualcuno sia stata un gesto di servizio al cospetto del proprio partito, più che verso il territorio ed il suo Popolo; certamente un modello comportamentale che non va seguito e del tutto inattuale.
E come se tutto ciò non bastasse, ti ritrovi un risentito ed imprudente comunicato di risposta, rilasciato dal sig. Gentilesca, che ti fa capire perché la gente, sempre più, rifugge dalla politica.
Un misto di contorsionismi che, mescolando infelicemente analisi giuridiche mal poste ed improbabili slanci istituzionali, non fa altro che peggiorare una decisione meramente opportunistica distante mille miglia dalle esigenze impellenti e quotidiane delle persone.
Oggi, più di prima, bisogna che rappresentanti politici, a tutti i livelli, si impongano e tengano comportamenti sobri e responsabili: il Paese non può continuare ad essere spaccato in due, tra chi soffre e chi, invece, costantemente gioca a più poltrone; si continuerebbe a dare un pessimo esempio.
Non è più il tempo che a rischiare sia la gente comune.
A chi ha predicato la rivoluzione nelle scorse settimane viene inconsapevolmente offerta una ghiotta occasione di cominciare a praticarla: il Presidente Pittella chieda con forza le dimissioni dalla rispettive postazioni di tutti coloro i quali si sono candidati alle elezioni regionali e, al contempo, cominci a mettere mano alla miriade di organi di “sotto governo” che, per lo più, sono postifici clientelari.
È da qui che parte la vera rivoluzione: se nulla di tutto questo si verificherà, vorrà dire percorre un binario diverso da quello frequentato da Pittella & C.
Avv. Pasquale Pepe