Mario Polese su Bilancio Federparchi Basilicata 2013 e l’importanza del “fare rete”
“Il bilancio positivo 2013 di Federparchi Basilicata, tracciato dai presidenti Domenico Totaro (Parco dell’Appennino Lucano), Domenico Pappaterra (Parco del Pollino), Rocco Lombardi (Parco Gallipoli Cognato) e Pier Francesco Pellecchia (Parco Murgia materana), è un risultato che premia non solo gli addetti al settore ma soprattutto indica che la strada ultima intrapresa, per la promozione e conservazione del bello paesaggistico lucano, è quella giusta.
La difesa del paesaggio oggi ha assunto non soltanto una dimensione culturale, ma anche economica e sociale attraverso la quale recuperare una dimensione del territorio che salvaguardi le sue tradizioni locali come risorsa per uscire dalla crisi contingente. Il territorio nelle sue declinazioni sociali, culturali, naturalistiche ed economiche può essere un volano importante per aiutare l’economia ad uscire da questa fase di recessione, un valore che bisogna sapere cogliere attraverso le opere di recupero degli spazi che per mancanza di legislazioni nazionali di tutela adeguate rischiano di sparire. Oggi parlare di territorio non significa soltanto proteggere il paesaggio nelle sue forme estetiche del passato, ma soprattutto salvaguardare un equilibrio di sviluppo legato alle risorse locali. A tal proposito la Basilicata, grazie alle sue enormi potenzialità e risorse naturali inestimabili, si candida a diventare un punto di riferimento per tutta la nazione se si decide di mettere in rete i parchi presenti sul territorio.
Bene fa il presidente Totaro, quindi, a sottolineare la massima attenzione che ci dovrà essere nella prossima programmazione dei fondi europei sia per i parchi nazionali (Pollino e Appennino Lucano) che regionali (Murgia materana e Gallipoli Cognato). Come già più volte sottolineato, durante la mia campagna elettorale da candidato a consigliere regionale, intendo fortemente portare avanti l’impegno intrapreso con gli elettori rilanciando l’idea di creare un marchio d’area che racchiuda tutti i comuni e gli enti che tutelano e si occupano dei parchi lucani. Tale proposta bene si coniugherebbe con l’obiettivo, proposto anche dai quattro presidenti dei parchi, di fare “rete” creando non solo indotto nel turismo e nell’agroalimentare ma dando spazio alla formazione di nuove imprese e posti di lavoro. L’ambiente, con la sua tutela e la sua promozione, è un tassello essenziale per rimettere in carreggiata l’economia lucana”
“I dati positivi per presenze turistiche nell’anno appena concluso nei Parchi naturali della Basilicata, ed in particolare in quello della Val d’Agri, confermano che abbiamo un potenziale produttivo, l’ “oro natura”, che ha lo stesso valore dell’ “oro nero”. E’ il commento del consigliere provinciale di Potenza Vittorio Prinzi che aggiunge: “per il nuovo anno è pertanto una necessità non ripetere gli errori del passato in termini di scoordinamento tra enti (Enti Parchi, Regione, Provincia, Comuni, Aree Programma) e tra questi e gli operatori turistici. Nello specifico, le proposte operative del presidente del Parco dell’Appennino Lucano, Domenico Totaro anche in qualità di coordinatore di Federparchi Basilicata, mi sembrano una buona traccia di lavoro specie per la legislatura regionale che sta cominciando”.
Per Prinzi “vanno sostenute le sollecitazioni perchè una parte dei fondi che provengono dalle royalties siano destinati ai Parchi nel cui territorio insistono i pozzi, gli enti Parchi diventino parte attiva della nuova stagione di programmazione, si metta mano alla Legge Regionale sulle aree protette e si istituisca un apposito ufficio dei Parchi nel dipartimento di competenza. A vent’anni dall’emanazione dei decreti istitutivi della legge quadro sulle aree protette, la 394/91, che sancirono la costituzione in Italia dei primi Parchi Nazionali, pur nella consapevolezza che quello della Val d’Agri-Appennino Lucano ha una vita molto più breve, – continua – si impone una riflessione per verificare cosa è stato fatto e cosa si deve ancora fare perché anche il Parco della Val d’Agri diventi strumento di sviluppo per l’economia locale come accade in altre realtà regionali dove da 20 anni sono in attività i Parchi. Nella stagione estiva 2013 non sono mancati segnali positivi ed incoraggianti di presenze turistiche, sicuramente il primo, sia pure parziale, risultato del pacchetto di nuovi strumenti di comunicazione di cui il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano si è dotato per aprire il proprio ventaglio di offerte turistiche e promozionali. Sono convinto, in proposito – aggiunge – che si può fare ancora più coinvolgendo gli operatori turistici e promuovendo eventi ed iniziative per favorire la destagionalizzazione come per sopperire alla mancanza di neve necessaria di inverno al turismo bianco. E se il dibattito oggi è concentrato sulle proposte di royalties ai parchi per compensare gli impianti anche impattanti per energie rinnovabili, da noi ritorna preponderante la questione delle royalties del petrolio estratto a pochi chilometri dal Parco quale possibilità concreta e fondamentale per attuare progetti e programmi, garantendo la continuità gestionale nel tempo, conoscendo molto bene le difficoltà prima di tutto affrontate per la conservazione e la sperimentazione di attività compatibili, in collaborazione con le comunità locali. Per questo, insieme ad ulteriori e più efficaci programmi di compensazione ambientale direttamente finanziati dall’Eni lungo quella sorta di zona “cuscinetto” che separa le attività di estrazione dall’area protetta, è necessario – conclude Prinzi – istituire un fondo permanente alimentato dalle royalties da far gestire all’Ente Parco e in forma consortile ai Comuni in attesa dell’annunciata dal Presidente Pittella riforma della govrernance locale e di decidere il futuro delle Aree Programma”.
C.S. THALIA: COME COLMARE IL GAP CON I PARCHI NATURALI PIU’ NOTI
L’offerta di ospitalità ambientale e di vacanza “green” adeguata ai nuovi target di eco-turisti attraverso campagne mirate ed orientate con l’utilizzo creativo (ed economico) dei social network e del web per tentare di colmare il “gap” con il resto dei Parchi nazionali, insieme ad una struttura (agenzia) unica di commercializzazione dei pacchetti di soggiorno-escursioni-visite guidate, è l’obiettivo principale degli operatori turistici che lavorano nei nostri quattro Parchi e che rivendicano innanzitutto un “maggiore protagonismo”. A sostenerlo è il Centro Studi Turistici Thalia aggiungendo che non ha sorpreso il dato fornito dal Parco Pollino sul 40% di lucani e calabresi che ne ignorano l’esistenza. Il Rapporto Ecotour 2013 delinea la graduatoria dei parchi più richiesti dai tour operator. Sul podio due conferme e una new entry: resta primo il Parco nazionale d’Abruzzo e resta secondo il Gran Paradiso, mentre al terzo posto il Parco dello Stelvio scalza le Cinque terre che diventano il quarto parco. Entra fra le destinazioni più richieste il Parco delle Dolomiti bellunesi, che fino allo scorso rilevamento era fuori dalle più ambite, mentre al sesto posto c’è il Parco del Pollino, seguito da Casentino, dalla Majella e dalla Sila. Cambiano le cose invece per i tour operator stranieri, che indicano maggio, giugno e settembre come i mesi più richiesti. E secondo i dati più aggiornati relativi al 2012, è stato l’anno in cui il turismo natura nel Paese supera, per la prima volta, la soglia delle 100 milioni di presenze nelle strutture ricettive in tutta Italia, con un indice di internazionalizzazione al 39 per cento contro il 38 del 2011. Segno evidente di come la crisi economica stia portando alla riscoperta di un turismo sostenibile e a chilometro zero e sempre più fuori dalle nicchie. Il fatturato complessivo del turismo natura in Italia è infatti ormai ad un passo dagli 11 miliardi di euro, ammontando nel 2011 a 10 miliardi 929 milioni di euro. E’ stato di 1 miliardo 139 milioni il fatturato turistico nei Comuni aderenti ai Borghi più belli d’Italia. A spingere italiani e stranieri sempre di più verso i parchi, le riserve, le oasi, i borghi e le destinazioni natura in genere è il bisogno di godere una vacanza attiva: le attività sportive sono la principale motivazione di vacanza, con una quota di mercato pari al 48 per cento, seguita dal relax al 23 per cento, dall’enogastronomia al 15 per cento e dalla riscoperta delle tradizioni all’11 per cento. Fra le attività sportive, il 2012 è l’anno del boom delle due ruote: il biking supera infatti per la prima volta tutti attestandosi al 31 per cento, seguito da escursionismo (21 per cento), trekking (15 per cento), animal watching (13 per cento), sci di fondo (8 per cento), equitazione (7 per cento) e climbing (3 per cento)”.
“Le carte da giocare per il riposizionamento dei nostri Parchi naturali nei mercati turistici italiano ed esteri – afferma il segretario del C.S. Thalia Arturo Giglio – sono nella diversificazione dell’offerta, nella innovazione nei servizi, pacchetti di soggiorno a costi contenuti senza abbassare la qualità ricettiva e della ristorazione, oltre a “multiservizi” (eventi di ogni tipo e per ogni target). Da tempo, gli operatori, albergatori e ristoratori “incalzano” gli Enti Parco, la Regione, l’Apt, la Provincia e i Comuni a fare la loro parte, pur in tempi di ristrettezze economiche. Siamo purtroppo ancora di fronte ad una prova di incapacità di fare sinergia, rete con il sistema turistico attivo, programmare e progettare iniziative di richiamo turistico dentro i tempi necessari per dare risultati operativi ad iniziative di commercializzazione, e tali da permettere agli operatori lucani di creare pacchetti turistici intorno agli eventi da proporre al mercato. Fortemente deludente è l’azione di sponsor quali ENI e Fondazioni Mattei, da una parte e Total dall’altra che non hanno consapevolezza sul fatto che le iniziative da sostenere devono inevitabilmente prevedere un cronoprogramma di progettazione adeguato ai tempi ovvi di commercializzazione, altrimenti si riducono alla convegnistica e ad azioni estemporanee. C’è poi da costruire l’Agenzia unica di commercializzazione e da estendere e qualificare l’esperienza dei consorzi di operatori”.
Partendo dall’identikit dell’eco-turista – alto indice di scolarizzazione (il 41 per cento ha una laurea, il 46 per cento un diploma e solo il 13 per cento un titolo inferiore); prevalentemente giovane (il 51 per cento ha meno di 30 anni, ed il 35 per cento fra i 31 ed i 60 anni); capacità di spesa media (225 euro a week end) nel 61 per cento dei casi – il C.S.Thalia sottolinea che “è innanzitutto necessaria una innovativa campagna di comunicazione-informazione sul potenziale del turismo ambientale in Basilicata”.