Costa 5 miliardi di euro l’anno agli artigiani e alle piccole imprese: la burocrazia, la tassa che non si vede.
5 miliardi di euro. Ogni anno. Tanto costa agli artigiani e alle Pmi la burocrazia. Una gigantesca tassa nascosta. Secondo un sondaggio realizzato da Ipsos per conto della CNA, in un anno la “macchina della burocrazia” brucia 47 giorni di lavoro (cioè due mesi) di ogni imprenditore, e consuma 28 giorni dei suoi dipendenti. Totale: 11 mila euro per impresa. Più della metà dell’IMU pagata dalle stesse imprese (che è di 9 miliardi all’anno). Cifra alla quale vanno aggiunti i costi per gli specialisti e i consulenti esterni.
Pesante e invisibile, la burocrazia “all’italiana” (caso unico al mondo fra i grandi paesi industriali) è un mostro che ruba tempo (tanto e prezioso) all’imprenditore e ai suoi dipendenti, e viene percepita come un forte limitatore di crescita e di sviluppo dell’attività.
Un esempio ? La richiesta di informazioni. Non solo è eccessiva e complessa, ma spesso la stessa informazione è richiesta più volte.
Vediamo , in estrema sintesi, i principali risultati del sondaggio Cna-Ipsos. (“Quali e quanti oneri burocratici affrontano artigianato e Pmi in Italia ?”)
Il Fisco. Il fisco rappresenta l’area da cui gli imprenditori si sentono maggiormente oppressi, soprattutto se operano nel settore dei servizi e se hanno pochi dipendenti. La quasi totalità delle imprese (il 95%) ha bisogno di ricorrere a consulenti esterni per fare fronte agli adempimenti fiscali.
Ambiente e Sicurezza. La burocrazia che riguarda l’area “Ambiente e Sicurezza” investe solo una quota ridotta di imprese, in primis quelle che hanno a che fare con rifiuti pericolosi e, in seconda battuta, quelle che lavorano nei cantieri, ma appare comunque molto complessa. Il ricorso al supporto esterno è richiesto da oltre il settanta percento (73%) delle imprese chiamate a assolvere questi adempimenti.
Consulenza esterna. Il fisco è la materia nella quale maggiormente è richiesta la consulenza esterna poiché ritenuta l’area più complessa (da circa 900mila imprese pari al 64% del totale). Al secondo posto, in termini di complessità, ci sono gli adempimenti in materia di ambiente e sicurezza ritenuti particolarmente ostici da una impresa su tre. Solo gli adempimenti relativi al lavoro vengono indicati come particolarmente complessi da una quota esigua di imprenditori (l’8% del totale).
Diffusione e grado di difficoltà degli adempimenti.Tracciabilità del contante e DURC (la dichiarazione unica di regolarità contributiva) le pratiche più diffuse, SISTRI e Responsabilità Solidale negli appalti le più problematiche.
Il “fastidio” degli adempimenti burocratici sulla vita delle imprese deve essere valutato secondo una duplice dimensione. Il grado di diffusione, dato dal numero di imprese chiamate ad assolvere l’adempimento, e la difficoltà, cioè il livello di problematicità dello stesso.
Se la diffusione degli adempimenti viene suddivisa in fasce (alta, se l’adempimento coinvolge più del 50% delle imprese; media, se la diffusione riguarda una quota di imprese compresa tra i 30 e i 50 punti percentuali; bassa, se essa riguarda non più del trenta percento delle imprese) emerge che gli adempimenti più diffusi sono quelli dell’area fiscale seguiti, nell’ordine, da quelli del lavoro e dell’area ambiente e sicurezza.
Tra gli adempimenti più diffusi (quota di imprese coinvolte superiore al 50%) i primi sono la tracciabilità dei contanti e il DURC, che interessano rispettivamente il 90% e il 71% delle imprese, seguiti da due adempimenti inerenti l’area del lavoro (convalida dimissioni e risoluzioni contrattuali e ragioni/vertenzialità contratti a tempo indeterminato, che interessano rispettivamente il 58% e il 52% delle imprese). L’area fiscale (annotazione ricevute e scontrini e spesometro) e quella del lavoro (formazione in ambito di apprendistato) occupano interamente anche la fascia della diffusione media (quota di imprese interessata compresa tra i 30 e i 50 punti percentuali). Gli adempimenti relativi alla sicurezza e all’ambiente (annotazione emissioni in atmosfera, SISTRI, piano operativo sicurezza cantiere per cantiere, gestione “igiene degli alimenti”) sono invece tutti da considerare a bassa diffusione dal momento che riguardano meno di una impresa su quattro.
Le difficoltà degli adempimenti. Il quadro cambia parecchio quando gli adempimenti risultano classificati in ordine di difficoltà. Il SISTRI risulta infatti l’adempimento di gran lunga più ostico da assolvere (61,9% delle imprese interessate) seguito a distanza dalla Responsabilità solidale negli appalti (indicato come il più problematico dal 42,9% delle imprese chiamate ad assolverlo). I giudizi sulla difficoltà degli altri adempimenti presentano un grado di difficoltà simile.
Costi inaccettabili. Per il 72% delle imprese l’aspetto meno accettabile della burocrazia sono i costi da sostenere per assolvere alle pratiche. Una quota quasi identica (il 68% del totale) mette sotto accusa la perdita di tempo derivante dall’assolvimento delle pratiche burocratiche. L’imprenditore, oltre a dover disporre di consulenza esterna, è coinvolto direttamente: deve sottrarre 47 dei propri giorni lavorativi in un anno e rinunciare a 28 giorni lavorativi dei propri dipendenti. Tradotto in cifre tutto questo significa che la burocrazia costa ad ogni impresa qualcosa come 11.000 euro l’anno.
la burocrazia non è una cosa astratta è fatta di uomini.
I funzionari pubblici ,dirigenti dovrebbero essere pagati di più, ma pure essere licenziati, non si puo accettare che un ufficio pubblico si blocchi perche il funzionario o il dirigente è in malattia o in congedo, o in ferie.
Non si puo accettare che per istruire una pratica devi pregare il funzionario di turno o peggio il politico di turno
Non si puo accettare che negli uffici pubblici ci siano dipendenti bravi solo a scaldare le sedie
Non si puo accettare che i dipendenti pubblici non pagano mai per i loro errori e per la loro negligenza.
Ma la cosa principale è che non è più accettabile che nella pubblica amministrazione non venga premiato il merito e la dedizione al lavoro, invece viene premiata l’anzianità e gli agganci politici e specialmente i “LECCACULI”
E che sia ora che i dipendenti pubblici ONESTI alzino la voce e denunciano i colleghi parassiti, disonesti e arroganti .
Non si debba aspettare una giustizia anche lei malata di malaburocrazia e di inefeccenza per liberare le istituzioni di uomini privi di onore e di onesta.
Io cittadino saro lieto di adempbiere ai miei doveri di contribuentee alle regole, se ho fiducia nelle istituzioni E NEI SUOI UOMINI
Ma ormai questi hanno perso ogni credibilità.
” ABUSIVO DEI SASSI” E POI” L’ABUSIVO “SAREI IO