In tempo di crisi economica e di ridotta capacità d’acquisto delle famiglie, i saldi continuano a rappresentare una buona occasione per fare compere risparmiando. Così, a pochi giorni dal loro inizio, le vendite speciali fanno già registrare un trend positivo, con un incremento medio del 10 per cento rispetto allo scorso anno, anche se la situazione è “a macchia di leopardo” con un andamento decisamente più positivo nei due capoluoghi e nei centri medi e meno positivo nei piccoli comuni. Lo sostiene la Fismo-Confesercenti anche se – getta acqua sul fuoco di facili entusiasmi – si tratta della fiammata iniziale che probabilmente sarà seguita da un assestamento nei prossimi giorni. La spesa media pro capite oscillerebbe tra gli 80 ed i 100 euro, con punte di 150-200 euro soprattutto nelle città.
“Le difficoltà economiche che le famiglie italiane stanno vivendo da troppo tempo certamente fanno dei saldi un’opportunità importante – sottolinea Fismo-Confesercenti – ma vanno rivisti i termini della loro realizzazione. E’ stato giusto stabilire una data unica di partenza, ma sarebbe anche utile posticipare i saldi alla fine stagione per migliorarne ulteriormente i risultati. Le vendite promozionali sempre più diffuse, già a partire dal mese di ottobre, che molti esercizi commerciali effettuano, rischiano di sgonfiare i saldi. Per di più le spese sostenute durante le festività e soprattutto le incertezze sulle tasse da pagare incidono ulteriormente sulla capacità e sulla volontà d’acquisto dei consumatori, già ridotte al lumicino”.
“Insomma – per Fismo-Confesercenti – i saldi di fine stagione 2014 mostrano una buona tenuta, nonostante il periodo, e confermano la validità di questo tipo di vendite. Resta da aggiustare il tiro per consentire alle famiglie di fare acquisti convenienti ed ai negozi di ridurre il peso dei magazzini e le conseguenti perdite che il pesante calo dei consumi ha portato con sé negli ultimi anni”.
“I saldi invernali – afferma Prospero Cassino, presidente Confesercenti – aiutano a sostenere sia i bilanci dei negozi che hanno risentito di una calo delle vendite, sia di quelle famiglie strette dalla crisi economica: per questo non vanno di certo deregolamentati, ma tutelati. La liberalizzazione condurrebbe di fatto alla fine dell’effetto positivo del saldo, che resta un’importante opportunità per dare respiro ai commercianti gravati da una crisi che ha costretto numerosi negozi a chiudere i battenti: secondo le stime dell’Osservatorio Confesercenti, il 2013 termina con la cessazione di oltre 11.900 imprese della distribuzione moda, al ritmo di 1000 negozi chiusi ogni mese. Ci auguriamo che il 2014 porti finalmente la tanto attesa inversione di tendenza”.
Gen 12