Un distretto agro-alimentare di qualità per il Marmo-Platano che ha come punto d’eccellenza principalmente le aziende di zootecnia da latte, tenuto conto che il comprensorio è uno dei principali bacini di produzione di latte bovino della Basilicata, con oltre il 20 per cento della produzione ed oltre il 33 per cento del numero dei produttori. E’ la proposta centrale emersa dal congresso comprensoriale della Cia Marmo-Platano che si è tenuto a Sant’Antonio Casalini (Bella). Alla presenza di un centinaio di delegati dei comuni di Bella, Muro Lucano, Baragiano, Balvano, Pescopagano, Ruoti e Castelgrande, in rappresentanza di circa 1.500 aziende e oltre 500 aziende, Antonio Messina, allevatore zootecnico di Bella, è stato eletto presidente e sarà affiancato da un comitato direttivo di 9 componenti.
Su queste aree, a forte vocazione zootecnica, con allevamenti condotti secondo moderni criteri tecnici ed imprenditoriali – è la proposta della Cia – occorrerà riflettere per rafforzare il sistema dei servizi e delle infrastrutture, a cominciare da quelle viarie, sostenere l’innovazione tecnologica e l’orientamento al mercato, prevedendo azioni che vadano oltre la dimensione aziendale, per collocarsi in un ambito territoriale/distrettuale con maggiore vigore competitivo.
Il numero totale di aziende agricole del Marmo-Platano (insieme al Melandro) è pari a 8.203, quasi esclusivamente a conduzione diretta del coltivatore coadiuvato da manodopera familiare, in linea con quanto avviene su scala provinciale, con un’estensione media aziendale (Superficie agricola totale/Numero aziende) pari a circa 7,86 ha (contro gli 8,53 ha del dato provinciale) e con prevalenza delle classi di estensione delle SAU (Superficie Agricola Utilizzata) comprese fra 1-2 ha (1.537 aziende), 2-5 ha (2.475 aziende) e tra 5-10 ha (1.563 aziende).
Particolarmente significativa è la presenza di aziende agricole con allevamenti zootecnici che rappresentano circa il 60% delle aziende esistenti, con una forte concentrazione nei comuni di Bella e Muro Lucano, a seconda della tipologia di allevamento.
La produzione casearia regionale, per quanto ricca di prodotti, spesso di alta qualità, offre quantità limitate che non sono ancora in grado di accedere in modo razionale ed efficiente ai circuiti commerciali extraregionali. La Regione – ha sottolineato il neo presidente Messina – deve accrescere il sostegno al settore – rafforzando le opportunità per un adeguato reddito per l’allevatore che è penalizzato dal prezzo del latte alla stalla e l’accrescimento della qualità dei prodotti che deve favorire, oltre alla sicurezza alimentare, il marketing territoriale e la tracciabilità nel processo produttivo, che si basa anche sulla efficienza dei servizi di consulenza e assistenza tecnica alle aziende. Chiediamo al neo assessore Ottati grande attenzione sulle condizioni di vita degli agricoltori e dei pensionati del Marmo-Platano di cui quasi il 50% risiede in contrade rurali che hanno dovuto contrastare la chiusura di servizi importanti come gli uffici postali.