Mercoledì 15 gennaio seduta straordinaria Consiglio regionale.
All’ordine del giorno la presa d’atto delle dimissioni del consigliere Tito Di Maggio e la conseguente surroga e il Ddl sull’esercizio provvisorio del bilancio per l’anno finanziario 2014.
Il Presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Piero Lacorazza, ha convocato in seduta straordinaria per domani 15 gennaio alle ore 15,00 nel palazzo della Giunta regionale (Viale Vincenzo Verrastro, 4 – Potenza) i lavori consiliari.
Due i punti all’ordine del giorno: le dimissioni del consigliere regionale Tito Di Maggio, oggi formalizzate, e la conseguente presa d’atto e surroga e il Disegno di legge inerente l’autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio per l’anno finanziario 2014 e le connesse disposizioni.
La riunione del Consiglio regionale sarà trasmessa in web streaming (su pc, smartphone e tablet) dai siti internet www.consiglio.basilicata.it e www.basilicatanet.it.
Consiglio regionale, il dibattito sull’elezione dell’Ufficio di presidenza.
Nelle varie fasi del dibattito sull’Ufficio di Presidenza e sulla Giunta delle elezioni sono intervenuti i consiglieri Mollica, Cifarelli, Napoli, Perrino, Pietrantuono, Rosa, Bradascio, Benedetto e Romaniello
Il dibattito che oggi, in Consiglio regionale, ha accompagnato l’elezione dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea e della Giunta delle elezioni, ha in parte anticipato la discussione generale che fra pochi giorni il Consiglio dovrà svolgere sulle dichiarazioni programmatiche del presidente della Regione Marcello Pittella.
Roberto Cifarelli (Capogruppo Pd in Consiglio regionale), nell’annunciare all’Aula l’orientamento del centrosinistra per l’Ufficio di Presidenza, ha parlato della necessità di “aprire una dialettica positiva, dialogante, costruttiva con le forze di opposizione presenti in Consiglio regionale”. Per questa ragione ha proposto di affidare la presidenza della seconda Commissione consiliare permanente (Bilancio e programmazione) ad un esponente delle minoranze.
Roberto Cifarelli (Capogruppo Pd in Consiglio regionale): “Lacorazza assicurerà insieme affidabilità e rinnovamento
“La elezione di Piero Lacorazza a presidente del Consiglio regionale rappresenta uno straordinario segnale di rinnovamento e di affidabilità”. Lo afferma il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, Roberto Cifarelli.
“La sua positiva esperienza politica e istituzionale alla guida della Provincia di Potenza è un elemento di garanzia per i tantissimi cittadini che alle ultime consultazioni elettorali hanno chiesto sia un totale rinnovamento della rappresentanza istituzionale, ma anche un nuovo orizzonte di idee e di cose da fare. A tal proposito il Partito Democratico ha accolto pienamente le aspettative dei lucani rinnovando l’intero gruppo presente in Consiglio regionale nella consapevolezza che la legislatura che si è appena aperta ci dovrà vedere tutti fortemente impegnati in una profonda azione riformatrice capace di dare risposte serie e concrete ai bisogni sempre più complessi dei cittadini, a partire dal tema del lavoro. Anche per questa ragione ho molto apprezzato il discorso del presidente Lacorazza che ha messo al centro dell’agenda istituzionale l’occupazione, il percorso di innovazione, l’ambiente, la riforma dello statuto.
I lucani hanno meno bisogno di opinioni e hanno più bisogno di esempi. La politica nelle istituzioni deve cominciare a dare l’esempio a partire da un netto contenimento della spesa per l’attività consiliare. Abbiamo appena iniziato riducendo, ad esempio, da cinque a quattro le commissioni consiliare. Dobbiamo continuare su questa strada. Ma per realizzare tutto questo abbiamo bisogno anche della collaborazione delle forze di opposizione. Ecco perché abbiamo offerto alla minoranza di presiedere la commissione di controllo che dovrà vigilare in piena autonomia sulla programmazione e sulla spesa.
Sono certo che alla guida del Consiglio regionale Piero Lacorazza saprà garantire in pieno le prerogative del consiglio e di ciascun consigliere, assicurare affidabilità, coerenza, e uno sguardo nuovo sulle prospettive di crescita e di sviluppo della nostra Basilicata. A lui vanno gli auguri di buon lavoro da parte dell’intero gruppo consiliare del Pd.
Voglio infine ringraziare il presidente Marcello Pittella e l’intero Consiglio regionale per aver subito sospeso ieri la prima seduta in modo da consentire la partecipazione dei consiglieri alla cerimonia funebre della giovane Antonella Favale morta nel tragico crollo di una palazzina a Matera”.
Gianni Perrino (Movimento cinque stelle) ha invece criticato la maggioranza, che ha chiesto una sospensione di pochi minuti (durata più di un’ora) per definire le proprie proposte per l’Ufficio di Presidenza. “Cominciamo malissimo questa consiliatura – ha detto – chiedere cinque minuti dopo che si sono avuti diversi mesi a disposizione, diverse decine di giorni, e poi stare più di un’ora lì a continuare ancora a capire come ci si deve spartire le poltrone, onestamente non ci sembra un bellissimo spettacolo, nei confronti anche dei cittadini qui presenti e di quelli che sono fuori. Si potevano tranquillamente avanzare qui i nomi dell’oggetto del contendere e poi si votava. Qual era il problema? Perché bisogna andare sempre al chiuso a discutere, per poi dare l’impressione di essere uniti e di aver fatto una scelta univoca?”. Questo a noi non sembra una cosa né corretta né giusta; si parla di riformare la politica, ma già da questo piccolo segnale si capisce che forse la strada non è proprio quella giusta”.
“Presidente, lei oggi aveva una opportunità direi straordinaria – ha detto Michele Napoli (Pdl) rivolgendosi a Pittella -, per dare prova che per davvero si apriva una nuova fase per la politica lucana e che le prime mosse messe da lei in campo non fossero frutto di una estemporaneità, dettata magari dalla contingenza, ma un consapevole convincimento di dare una svolta vera, concreta rispetto al passato”. In questo senso, a parere di Napoli, il centrosinistra avrebbe dovuto “far valere una concezione alta della politica, secondo la quale i partiti politici devono pensarsi come avversari e non come nemici e dovevano confrontarsi in un clima segnato dall’accettazione e non dal sospetto che qualcuno sia meno legittimato degli altri a raccogliere, ottenere e rappresentare il consenso, rivestendo ruoli di carattere istituzionale pur in quota delle opposizioni”.
Francesco Pietrantuono (Psi) ha parlato dell’esigenza “di interpretare questa fase nell’ottica di cambiamenti che, in qualche modo, stanno riguardando la politica e sono cambiamenti che vengono da lontano, che vengono da prima e che in questi 20 anni, a furia di un formalismo che tendeva a mettere le pezze al vestito, alla fine ha strappato talmente il vestito che ci ritroviamo nudi. Ha ragione Perrino a porre con forza il tema della partecipazione e della trasparenza. Non possiamo scaricare, come sempre è successo e come molto probabilmente potrebbe succedere, le tensioni della politica nelle istituzioni. È una cosa che rallenta l’azione ed è una cosa che soprattutto non ci consente di, con coraggio, anche andare a mettere mano in quel problema fondamentale che è la costruzione di consenso sociale che si fa oltre le persone e oltre le istituzioni e che si fa con i gruppi intermedi e con i partiti. Occorre fare tesoro, degli errori o delle debolezze del passato, mettendo le mani con coraggio in quelle debolezze e ristrutturando anche il rapporto con la società”.
Per Luigi Bradascio (Lista Pittella Presidente) “l’unica discussione che si è prodotta dopo le elezioni ha riguardato il gruppo unico, ovvero se e come far confluire nello stesso gruppo gli eletti della lista del Partito Democratico e nella lista Pittella, come se si trattasse della stessa cosa.
Non vedo nessun motivo per variare la mia condizione. Resterò fermo a presidiare la mia appartenenza, quella lista Pittella Presidente, nella quale sono stato eletto. Questa decisione non sarà un totem a cui immolarsi, siamo pronti ad accogliere un Partito democratico nuovo che nei fatti risponda alle domande di rinnovamento che abbiamo posto, che hanno suscitato entusiasmo e che sono risultati vincenti nella campagna elettorale. Grande credito, quindi, apertura massima verso la Giunta. Occhi aperti verso i direttori generali, infinita voglia di capire e di ascoltare, in attesa di colori e profumi nuovi per i quali ho deciso di essere qui questa mattina”.
Rivolgendosi al presidente Pittella, riguardo alla nomina degli assessori esterni, Nicola Benedetto (Centro Democratico) ha affermato che “nei pochi incontri che ho potuto avere con lei, con il segretario del Pd ed addirittura con il capogruppo alla Camera mi è stato detto e da tutti affermato che è una Giunta, come diceva il consigliere Pietrantuono, balneare. Io non lo so se è vero che fra cinque, sei mesi, sette mesi, ci troveremo una nuova Giunta, interna, esterna, non lo so, ma sicuramente bisogna ricominciare daccapo. Presidente, la prego e le chiedo di essere leale con il governo, con gli assessori che ha nominato, affinché possano essere operativi e possono dare un minimo risultato alla gente che in questo momento ci sta aspettando, ci sta osservando e sta aspettando con pazienza. Facciamo qualcosa di buono, qualcosa di serio. Io continuo ad essere fedele alla coalizione, le chiedo di parlare un po’ di più con i partiti minori, le chiedo di mettere insieme il programma, di mettere insieme le poche cose che potremmo fare”.
Gianni Rosa (Laboratorio Basilicata) ha sottolineato le contraddizioni “di una maggioranza disintegrata al primo Consiglio”, ricordando che “il collega Napoli nel suo intervento ha evidenziato quella che è la regola democratica di rappresentanza della maggioranza e della minoranza, la più alta carica di questo Consiglio, in quelle regole democratiche normalmente viene assegnata alla minoranza. Noi prendiamo atto che questa maggioranza ritiene di mettere uomini autorevoli in quel posto, questa maggioranza ritiene di condividere. Qui non si tratta di condividere, qui si tratta di rispettare regole alla base della democrazia. Allora, dico, le regole democratiche si rispettino in questa Assise e soprattutto per il bene della Basilicata vediamo di recuperare queste giornate e facciamo in modo che questo Consiglio, questa legislatura possa andare avanti nel migliore dei modi e non con quello che oggi questo Consiglio, questa maggioranza ha presentato a tutti i lucani”.
“Oggi si definisce l’assetto politico istituzionale e prende il via la decima legislatura – ha affermato Francesco Mollica (Udc) – e per quanto io possa distinguere i due aspetti, istituzionale e politico, non posso prescindere dall’esternare l’amarezza che ne segna l’avvio per quanto è successo nel recente passato e che non ha eguali nella storia della nostra Regione, una legislatura interrotta a metà volontariamente e tanto fango mediatico che ha gettato nel discredito una intera classe politica, che ora deve necessariamente riscattarsi eticamente, cercando di recuperare la credibilità e la fiducia da parte della comunità regionale”. Per Mollica occorrerebbe “elevare il confronto politico fra maggioranza ed opposizione, con una dialettica anche dura ma riservata alle proposte di riforma istituzionale e di buon funzionamento del Consiglio, senza scadere nella delegittimazione reciproca e nella demagogia becera, che non farebbe bene all’immagine delle istituzioni”. In questo senso, per Mollica sarebbe stato giusto affidare all’opposizione la presidenza del Consiglio regionale per promuovere la massima collaborazione istituzionale “e soprattutto per continuare con l’azione dei tagli alla politica e per dotarsi di uno Statuto che ci metta al passo con i tempi e con le nuove regole, cercando di sburocratizzare la macchina amministrativa”.
Mario Polese (Lista Pittella Presidente) ha affermato che “sulla politica e sulle questioni di metodo dobbiamo stare tanto sulla trasparenza quanto sulla condivisione dei metodi di decisione”. Polese ha annunciato la sua adesione al gruppo consiliare del Partito democratico, “i cui valori, i cui principi condivido in maniera totale, ho sempre condiviso e che sono oggi rafforzati da un metodo d’azione che sarà quello del segretario nazionale che non posso non condividere. Ha infine affermato che la Giunta nominata dal presidente Pittella “è di assoluta qualità, e credo che questo Consiglio funga da propulsore nei confronti della Giunta, in una funzione di accompagnamento anche in base a quelle che sono le peculiarità del nostro territorio. La Basilicata è una terra accogliente, noi dovremmo essere in grado anche di saperlo dimostrare ed indicare alla nostra Giunta”.
X Legislatura; Pittella: politica deve flettersi a bisogni società.
Il presidente della Regione ha augurato un proficuo lavoro al nuovo Consiglio sottolineando la necessità di avviare un percorso condiviso che sappia interpretare i nuovi tempi e dare risposte alle esigenze del territorio.
“Questo è il luogo in cui si tracciano gli indirizzi, si imposta la programmazione e si attuano i controlli. Questo è il luogo in cui, incrociando le buone pratiche amministrative con quelle politiche, si dovranno dare le risposte attese dalla società lucana”.
“Lo ha detto il presidente della Regione Marcello Pittella, nel corso della seduta del Consiglio regionale della Basilicata in cui è stato eletto l’ufficio di presidenza.
“Questa nuova fase – ha detto Pittella rivolgendosi all’Assise – chiama in causa tutti, esponenti della maggioranza così come a quelli dell’opposizione, perché chi osserva e non partecipa ha una propria corresponsabilità nella mancata soluzione dei problemi. C’è l’estrema necessità di una lungimiranza politica che interpreti il nuovo tempo con linearità e lealtà perché la politica deve dare risposte ai troppi precari della nostra regione che sono in attesa. Non è più il tempo dei rinvii e tutti noi dobbiamo sapere che ci sono bisogni nuovi a cui fare fronte”.
Il presidente della Regione ha anche voluto “ringraziare e salutare con affetto” chi lo ha preceduto nella guida della Regione. “A Vito De Filippo – ha detto Pittella – riconosco un grande coraggio e una forte determinazione che lo hanno portato a compiere un atto che, seppur sindacabile e giudicabile da diversi punti di vista, ha recuperato la difficoltà politica del recente passato. Egli si è trovato a fronteggiare una crisi – ha detto Pittella – che nasceva anche da superficialità e leggerezze rispetto alle quali sono state date risposte che sono peraltro al vaglio di quanti operano in altre sedi, nel pieno rispetto dell’autonomia di giudizio di ognuno”.
Pittella ha espresso apprezzamenti e auspici anche nei confronti della Giunta, “composta da esperti e professionisti che dovranno essere giudicati sul campo”.
Il governatore della Basilicata ha quindi formulato gli auguri di un proficuo lavoro a tutti i consiglieri, nella convinzione che le diverse posizioni politiche, le esperienze e le intelligenze di questo nuovo governo, potranno essere accomunate da una “comune passione e condivisione che diano valore aggiunto al percorso virtuoso appena avviato”.
“Non possiamo permetterci di ricadere in quello stato paludoso che ha immobilizzato la Basilicata – ha aggiunto il presidente – questa è la partita decisiva in cui ci giochiamo il futuro dei lucani e della Basilicata, e ciascuno di noi è chiamato a fare la sua parte. La mia storia politica e personale – ha concluso Pittella – non mi consentirà di sottrarmi a questo forte senso di responsabilità”.Piero Lacorazza è il nuovo presidente del Consiglio regionale. E’ stato eletto, oggi, nel corso della seduta inaugurale della X legislatura con 11 voti. Quattro voti sono andati al consigliere Mollica, un voto a Mario Polese e due voti a Gianni Leggieri. Si sono registrate due schede bianche.
Piero Lacorazza è nato a Potenza il 22 maggio 1977. E’ giornalista pubblicista. Dal 2005 al 2006 ha ricoperto l’incarico di coordinatore della segreteria regionale dei Ds di Basilicata e nel giugno del 2006 è stato eletto, a 29 anni, segretario regionale del partito. Rieletto alla guida dei Ds di Basilicata ad aprile 2007 e riconfermato nella direzione nazionale, fino al 14 ottobre 2007 quando, con le primarie, è nato il Partito Democratico ed è stato eletto segretario regionale. Nel 2009 ha assunto la carica di presidente della Provincia di Potenza.
Consiglio regionale, eletto l’Ufficio di Presidenza.
Vicepresidenti sono stati eletti i consiglieri Paolo Galante e Francesco Mollica. I consiglieri segretari sono invece Mario Polese e Paolo Castelluccio.
Dopo l’elezione di Piero Lacorazza (Pd) nuovo presidente del Consiglio regionale della Basilicata, è stato completato anche l’assetto dell’Ufficio di Presidenza. Vicepresidenti sono stati eletti i consiglieri Paolo Galante (Pd) con 12 voti e Francesco Mollica (Udc) con 4 voti. Due voti sono andati al consigliere Giovanni Perrino (M5s) mentre si sono registrate due schede bianche.
I consiglieri segretari sono invece Mario Polese (Pd) che ha ottenuto 12 voti e Paolo Castelluccio (Pdl) eletto con 4 voti. Tre voti sono andati al consigliere Gianni Leggieri (M5s) e una la scheda bianca.
Consiglio regionale, eletta la Giunta per le elezioni: c’è anche Cifarelli
Ne fanno parte per la maggioranza i consiglieri Mario Polese, Vito Giuzio e Roberto Cifarelli. A rappresentare la minoranza i consiglieri Giovanni Perrino, Michele Napoli e Gianni Rosa.
Eletta la nuova Giunta delle elezioni, ne fanno parte per la maggioranza i consiglieri Mario Polese -PD (5 voti), Vito Giuzio – PD (4 voti) e Roberto Cifarelli – PD (4 voti). A rappresentare la minoranza i consiglieri Giovanni Perrino- M5S (2 voti), Michele Napoli – PDL (2 voti) e Gianni Rosa – LB (2 voti).
L’organismo consiliare, guidato dal presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza, valuterà le condizioni di inelleggibilità e di incompatibilità degli eletti al Consiglio regionale.
Lacorazza: “Basilicata, serve una visione condivisa”. Di seguito una sintesi del discorso di insediamento del nuovo presidente del Consiglio regionale.
Nella delicata fase di transizione che si è aperta oggi in Italia e in Basilicata, occorre “ripensare il modello istituzionale per chiarire innanzitutto le responsabilità e i compiti di ogni istituzione, per favorire la trasparenza dell’azione amministrativa, spendere bene e velocemente i soldi pubblici, rispondere alle attese dei cittadini che devono poter giudicare e misurare i risultati dell’attività legislativa e di governo”. Lo ha detto il neopresidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza, nel discorso di insediamento tenuto oggi a Potenza.
Annunciando l’intenzione di portare il dibattito sul nuovo Statuto della Regione “nei 131 Consigli comunali della Basilicata”, Lacorazza ha aggiunto che ritiene “indispensabile partire da una visione condivisa, che riconosce la necessità di una Regione trasparente, che programma e non gestisce, e punta ad estendere gli spazi di democrazia anche attraverso una nuova legge elettorale che garantisca la rappresentanza di tutti i territori e la parità di accesso tra uomini e donne alle cariche elettive. Una visione condivisa che individua la tutela ambientale e la necessità di limitare il consumo del suolo come valori non negoziabili, e attraverso l’attività legislativa e l’azione amministrativa li fa diventare indici chiari e parametri condivisi di sostenibilità, anche sociale. E che, insieme all’orgoglio e al senso di appartenenza alla nostra regione si trasforma nella capacità di difendere a testa alta il territorio e costruire le migliori condizioni di sviluppo. Una visione condivisa che riconosce nell’istruzione, nei saperi, nell’università il principale dovere sociale per costruire il futuro, che riconosce la necessità di tutelare il lavoro e il valore sociale dell’impresa e di promuovere la concertazione con le parti sociali, che sceglie di operare per la coesione sociale e conosce il valore della solidarietà. Una visione condivisa che riconosce il ruolo delle città e in questo contesto partecipa alla grande sfida per sostenere Matera quale capitale europea della cultura 2019”.
“Oggi si parte da qui, per ricostruire il ‘senso di comunità’ – ha concluso Lacorazza – e ritrovare anche le ragioni dell’unità di un popolo che avverte la sua forza quando ricostruisce con le istituzioni una maggiore sintonia. Dieci anni fa a Scanzano fu la difesa del nostro territorio e l’opposizione a un progetto che avrebbe messo a rischio il nostro futuro. Oggi quella unità, anche partendo da diverse posizioni, e, mi auguro, da una dialettica trasparente fra i partiti e i movimenti che si affacciano sulla scena politica, abbiamo il dovere di costruirla per difendere il lavoro e dare un futuro ai giovani. Con la consapevolezza che nuovi contesti, nuovi rischi e nuove opportunità si presenteranno di fronte a noi, e devono trovarci pronti ad agire per il bene della Basilicata”.
Di seguito il testo integrale del discorso di insediamento del presidente Lacorazza
Lacorazza: “Basilicata, serve una visione condivisa”
Il discorso di insediamento del nuovo presidente del Consiglio regionale
Nella delicata fase di transizione che si è aperta oggi in Italia e in Basilicata, occorre “ripensare il modello istituzionale per chiarire innanzitutto le responsabilità e i compiti di ogni istituzione, per favorire la trasparenza dell’azione amministrativa, spendere bene e velocemente i soldi pubblici, rispondere alle attese dei cittadini che devono poter giudicare e misurare i risultati dell’attività legislativa e di governo”. Lo ha detto il neopresidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza, nel discorso di insediamento tenuto oggi a Potenza.
Annunciando l’intenzione di portare il dibattito sul nuovo Statuto della Regione “nei 131 Consigli comunali della Basilicata”, Lacorazza ha aggiunto che ritiene “indispensabile partire da una visione condivisa, che riconosce la necessità di una Regione trasparente, che programma e non gestisce, e punta ad estendere gli spazi di democrazia anche attraverso una nuova legge elettorale che garantisca la rappresentanza di tutti i territori e la parità di accesso tra uomini e donne alle cariche elettive. Una visione condivisa che individua la tutela ambientale e la necessità di limitare il consumo del suolo come valori non negoziabili, e attraverso l’attività legislativa e l’azione amministrativa li fa diventare indici chiari e parametri condivisi di sostenibilità, anche sociale. E che, insieme all’orgoglio e al senso di appartenenza alla nostra regione si trasforma nella capacità di difendere a testa alta il territorio e costruire le migliori condizioni di sviluppo. Una visione condivisa che riconosce nell’istruzione, nei saperi, nell’università il principale dovere sociale per costruire il futuro, che riconosce la necessità di tutelare il lavoro e il valore sociale dell’impresa e di promuovere la concertazione con le parti sociali, che sceglie di operare per la coesione sociale e conosce il valore della solidarietà. Una visione condivisa che riconosce il ruolo delle città e in questo contesto partecipa alla grande sfida per sostenere Matera quale capitale europea della cultura 2019”.
“Oggi si parte da qui, per ricostruire il ‘senso di comunità’ – ha concluso Lacorazza – e ritrovare anche le ragioni dell’unità di un popolo che avverte la sua forza quando ricostruisce con le istituzioni una maggiore sintonia. Dieci anni fa a Scanzano fu la difesa del nostro territorio e l’opposizione a un progetto che avrebbe messo a rischio il nostro futuro. Oggi quella unità, anche partendo da diverse posizioni, e, mi auguro, da una dialettica trasparente fra i partiti e i movimenti che si affacciano sulla scena politica, abbiamo il dovere di costruirla per difendere il lavoro e dare un futuro ai giovani. Con la consapevolezza che nuovi contesti, nuovi rischi e nuove opportunità si presenteranno di fronte a noi, e devono trovarci pronti ad agire per il bene della Basilicata”.
Potenza, 14 gennaio 2014
In allegato il testo integrale del discorso di insediamento del presidente Lacorazza
Signor Presidente della Giunta, signora Vice Presidente, signori Assessori, colleghi Consiglieri,
desidero innanzitutto ringraziare sia quanti, con il proprio voto, hanno deciso di affidarmi l’impegnativo compito di presiedere l’Assemblea legislativa regionale, che quanti hanno inteso manifestare un diverso orientamento, esprimendo il proprio voto per un altro consigliere o astenendosi. Per quanto mi riguarda, rispetto l’opinione di tutti, e spero di poter svolgere il delicato ruolo di garanzia che mi è stato assegnato a tutela di questa istituzione e delle prerogative di tutti i consiglieri regionali.
Mi auguro che in questa Assemblea, attraverso la libera e trasparente dialettica delle posizioni politiche, sia possibile agire nell’interesse esclusivo della Basilicata, delle sue istituzioni, dei suoi cittadini, facendo vivere una nuova fase della democrazia regionale.
La tragedia del crollo di un edificio nel centro storico di Matera ha destato profonda commozione per la morte di una giovane donna, Antonella Favale, e il ferimento di altre persone che abitavano nella palazzina di vico Piave. Mi unisco con tutti voi al cordoglio per la perdita di questa giovane vita, e mi auguro di cuore che tutti i feriti possano ristabilirsi al più presto. Ringrazio inoltre “gli angeli di Matera”, come qualcuno ha definito i vigili del fuoco, le forze dell’ordine, i volontari della protezione civile ed i cittadini che hanno lavorato con abnegazione nelle ore dell’emergenza. Le istituzioni, e fra esse questo Consiglio regionale, saranno vicine al Comune di Matera per affrontare i problemi delle famiglie che hanno perso tutto. Questa tragedia riporta all’attenzione il tema della sicurezza e della riqualificazione del patrimonio edilizio, che credo sarà certamente al centro dell’agenda del governo regionale e di questo Consiglio. Un tema complesso, che richiede molti sforzi, come ho imparato nell’esperienza condotta in questi anni all’amministrazione provinciale di Potenza per la riqualificazione e l’adeguamento sismico delle scuole. Un tema che sarà certamente all’attenzione delle forze politiche presenti in questa Assemblea.
Mi sia consentito di ricordare tre persone che hanno legato la loro vita a quest’Assemblea e che nell’anno appena trascorso ci hanno lasciato: Romeo Sarra, indimenticato vicepresidente del Consiglio regionale nella nona legislatura, conosciuto e stimato per la sua capacità di stare fra la gente, per la semplicità e il garbo con cui sapeva esprimersi; Bernardo Rivela, consigliere regionale nella quinta legislatura, che in precedenza aveva ricoperto altre cariche istituzionali con impegno e dedizione; e Filippo Console, per molti anni segretario e poi dirigente generale del Consiglio regionale, che ha aiutato generazioni di consiglieri regionali ad appropriarsi delle procedure e delle modalità dell’azione legislativa.
Un caloroso saluto alle persone che mi hanno preceduto nell’incarico di presidente del Consiglio regionale, ed in particolare a Vincenzo Folino e a Vincenzo Santochirico, che nella nona legislatura hanno svolto con rigore ed equilibrio questa delicata funzione, contribuendo peraltro in maniera determinante all’avvio del percorso di elaborazione del nuovo Statuto della Regione. L’interruzione anticipata della legislatura ha impedito che questo percorso fosse portato a termine e ci consegna una responsabilità molto grande. Un saluto, insieme all’auguro di buon lavoro, al presidente Pittella e alla nuova Giunta regionale, ed un particolare augurio ai 13 consiglieri neoeletti (me compreso), che per la prima volta partecipano ai lavori del Consiglio regionale e portano in questa istituzione esperienze, punti di vista, e riferimenti culturali e politici anche nuovi, e agli 8 che tornano fra i banchi di quest’Aula e faranno tesoro, insieme a noi tutti, dell’esperienza maturata nelle precedenti legislature.
Un saluto affettuoso a tutti i lucani, ovunque si trovino nel mondo. Ai nostri genitori e ai nostri nonni, che hanno costruito questa regione e che in alcune epoche sono dovuti emigrare, garantendo con le loro rimesse un sostegno importante soprattutto in tante piccole e piccolissime comunità della Basilicata; ai giovani che vivono la crisi di oggi, eternamente sospesi fra il desiderio di affermare il proprio talento, frutto in molti casi di anni di studio, la necessità di muoversi per vivere il mondo globale, la paura per il futuro mista alla convinzione di non arrendersi all’emigrazione nuova che riguarda tante ragazze e tanti ragazzi, o a un percorso fatto di lavoro precario e di disoccupazione; alle persone che hanno perso il lavoro, alle famiglie disagiate, ai poveri, che in Basilicata, come nel resto del Paese, aumentano e costituiscono una vera e propria emergenza sociale, come segnala opportunamente la stessa Conferenza episcopale lucana; alle persone sole, che a volte, e purtroppo sempre più spesso, cedono alla disperazione, come è avvenuto anche qualche giorno fa quando un giovane ha deciso di togliersi la vita: queste persone non devono essere lasciate sole. Un pensiero particolare va alle vittime dell’alluvione dell’ottobre scorso ed alle persone che a causa degli eventi naturali, soprattutto nel Metapontino e a Montescaglioso, hanno perso la casa e il lavoro.
A loro, ed alla società lucana nel suo complesso, la politica e le istituzioni dovranno mostrare un volto migliore di quello che la politica italiana nel suo complesso, ma anche qui in Basilicata, ha saputo mostrare in questi anni, finendo per alimentare pericolosi fenomeni di sfiducia nelle istituzioni che si riverberano nel progressivo calo delle percentuali dei votanti alle competizioni elettorali. Un dato che non va certamente sottovalutato e deve indurci a riflettere.
Ed è questa la vera sfida che si apre di fronte a noi. Non mi riferisco ai temi che formeranno oggetto dell’attività di governo e della dialettica politica fra le forze di maggioranza e di opposizione, ma al tema del funzionamento stesso di questa istituzione, della sua capacità di rispondere alle attese dei cittadini approvando in tempi certi leggi, piani e programmi chiari e fattivi; operando in maniera trasparente e sobria, riducendo ulteriormente i costi di funzionamento delle istituzioni e i costi della politica.
Siamo in una fase nuova, e lo si vede anche da questi banchi, dove non siedono più 30 ma 20 consiglieri, e dove il governo regionale, formato da 4 e non da 6 assessori, si accinge a definire una complessa riorganizzazione dei dipartimenti che per più di quarant’anni hanno caratterizzato l’assetto della Regione. E’ il frutto del percorso, fin qui accidentato e non sempre lineare, che in attuazione degli obiettivi di coordinamento della finanza pubblica disposti dall’art. 14 del
decreto legge n. 138/2001, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 148/2011, e dal decreto legge n. 174/2012, convertito nella legge n. 213/2012, specificamente rivolto all’obiettivo della
riduzione dei costi della politica nelle Regioni, sul finire della nona legislatura regionale ha prodotto la legge regionale statutaria n. 1/2013, che modifica l’ art. 32 dello Statuto relativo alla composizione della Giunta e la legge regionale n. 35/2012 che ha appunto ridotto da trenta a venti il numero dei consiglieri regionali.
Per effetto di queste modifiche nella composizione del Consiglio e della Giunta, che si aggiungono alle novità introdotte alcuni anni fa con la norma costituzionale sull’elezione diretta del presidente della Regione e con la riforma del Titolo quinto della Costituzione, oggi corriamo il rischio che ad una più compiuta definizione degli ambiti e delle prerogative del governo regionale, corrisponda una perdita di ruolo da parte del Consiglio regionale. Un problema che è stato oggetto anche di recente delle riflessioni di esperti del diritto costituzionale ed ha caratterizzato lo stesso dibattito che nella nona legislatura si è svolto in quest’Aula sulla riforma dello Statuto regionale. E che ci impone, oggi, di riaffermare, rafforzandolo, l’indispensabile ruolo di indirizzo e di controllo che questa Assemblea deve svolgere, esaltando le prerogative di tutti i consiglieri ed in particolare delle minoranze. Il principale compito del nuovo Ufficio di Presidenza di questa Assemblea, e colgo l’occasione per augurare buon lavoro ai vicepresidenti e ai consiglieri segretari appena eletti, dovrà essere a mio avviso quello di favorire il confronto fra le forze politiche, fra i singoli consiglieri, e di tutelare le prerogative di tutti.
Ma naturalmente una compiuta sistemazione delle funzioni del Consiglio regionale e dell’assetto della democrazia regionale nel suo complesso si potrà realizzare solo con la riforma dello Statuto. Siamo l’unica Regione italiana che non ha ancora approvato la sua nuova Carta fondamentale dopo la riforma costituzionale dell’elezione diretta del presidente della Regione, ma non partiamo da zero. E credo che il corposo lavoro di elaborazione svolto nella nona legislatura con il qualificato supporto tecnico dell’Issirfa Cnr, possa costituire una valida base di partenza per l’attività che la prima Commissione consiliare, cui spetta il compito di esaminare gli “Affari istituzionali”, è chiamata a svolgere in tempi rapidi.
Siamo in una delicata fase di transizione. La crisi del regionalismo richiede una riflessione più adeguata sulla riforma dello Stato e sull’articolazione dei poteri; una riflessione che non si può esaurire nella scorciatoia delle macroregioni. Resta aperta, ed anzi rischia di acuirsi, la frattura tra Nord e Sud del Paese, anche se per effetto della globalizzazione assume caratteristiche diverse rispetto al passato. Ed in questo passaggio difficile emerge con forza la necessità di un politica nazionale che riparta dal Sud e chiami le Regioni e le autonomie locali a condividere e implementare strategie, a coordinare politiche e scelte alla vigilia della nuova e delicata partita della programmazione comunitaria per il periodo 2014/2020. Il semestre di presidenza italiana dell’Unione europea rappresenta in questo senso l’occasione per le Regioni del Sud di affermare la propria centralità come cerniera culturale, civile ed economica con tutta l’area del Mediterraneo.
L’obiettivo di invertire la rotta della crisi per innescare la dinamica della crescita economica, richiede scelte chiare che l’Europa può e deve fare con un determinante impegno della presidenza italiana. E questo per noi, per il Mezzogiorno che in questi anni ha visto aggravare la condizione della propria economia, significa innanzitutto rivedere le regole del patto di stabilità, liberare risorse per lo sviluppo, consentire di sbloccare il grande tema dei pagamenti delle amministrazioni pubbliche alle imprese. Una materia che non è separata dal grande tema della qualità delle classi dirigenti e del funzionamento delle istituzioni pubbliche, più volte richiamato dallo stesso Capo dello Stato, che anche di recente ha sottolineato come per il superamento della crisi economica nel Sud è necessaria anche “una riqualificazione delle stesse istituzioni, che permetta di superare diffuse inefficienze e di assicurare la realizzazione di politiche nazionali ed europee dirette alla crescita dell’economia e dell’occupazione”.
E questa fase di transizione, istituzionale e amministrativa, è caratterizzata da una riduzione della rappresentanza, dall’incertezza che accompagna la riforma delle Province, dalle difficoltà dei Comuni che in Basilicata amministrano un territorio complessivamente indebolito. Una situazione non facile, che ci impone di ripensare il modello istituzionale per chiarire innanzitutto le responsabilità e i compiti di ogni istituzione, per favorire la trasparenza dell’azione amministrativa, spendere bene e velocemente i soldi pubblici, rispondere alle attese dei cittadini che devono poter giudicare e misurare i risultati dell’attività legislativa e di governo. In questo senso, senza voler anticipare i temi di un dibattito che oltre a vivere in quest’Aula dovremo impegnarci a portare nei 131 Consigli comunali della Basilicata, credo sia indispensabile partire da una visione condivisa, che riconosce la necessità di una Regione trasparente, che programma e non gestisce, e punta ad estendere gli spazi di democrazia anche attraverso una nuova legge elettorale che garantisca la rappresentanza di tutti i territori e la parità di accesso tra uomini e donne alle cariche elettive, considerato anche il permanere di una condizione come quella attuale, che vede questo Consiglio privo di rappresentanza femminile.
Una visione condivisa che individua la tutela ambientale e la necessità di limitare il consumo del suolo come valori non negoziabili, e attraverso l’attività legislativa e l’azione amministrativa li fa diventare indici chiari e parametri condivisi di sostenibilità, anche sociale. E che, insieme all’orgoglio e al senso di appartenenza alla nostra regione si trasforma nella capacità di difendere a testa alta il territorio e costruire le migliori condizioni di sviluppo.
Una visione condivisa che riconosce nell’istruzione, nei saperi, nell’università il principale dovere sociale per costruire il futuro, che riconosce la necessità di tutelare il lavoro e il valore sociale dell’impresa e di promuovere la concertazione con le parti sociali, che sceglie di operare per la coesione sociale e conosce il valore della solidarietà. Una visione condivisa che riconosce il ruolo delle città e in questo contesto partecipa alla grande sfida per sostenere Matera quale capitale europea della cultura 2019.
Oggi si parte da qui, per ricostruire il “senso di comunità” e ritrovare anche le ragioni dell’unità di un popolo che avverte la sua forza quando ricostruisce con le istituzioni una maggiore sintonia. Dieci anni fa a Scanzano fu la difesa del nostro territorio e l’opposizione a un progetto che avrebbe messo a rischio il nostro futuro. Oggi quella unità, anche partendo da diverse posizioni, e, mi auguro, da una dialettica trasparente fra i partiti e i movimenti che si affacciano sulla scena politica, abbiamo il dovere di costruirla per difendere il lavoro e dare un futuro ai giovani. Con la consapevolezza che nuovi contesti, nuovi rischi e nuove opportunità si presenteranno di fronte a noi, e devono trovarci pronti ad agire per il bene della Basilicata.
LA RIVOLUZIONE DEMOCRATICA CHE AVANZA!!!!! CHE PENA!!!
Ma questi non ne vogliono proprio sapere di mollare le poltrone. Andate a lavorare come fanno tutti i normali cittadini. LAVORARE