Un significativo gap di qualità/adeguatezza delle prestazioni sanitarie rispetto alle realtà territoriali migliori che la Regione Basilicata ha il dovere di eliminare, ad iniziare dalle liste di attesa per analisi specialistiche troppo lunghe (quasi un anno al San Carlo in alcuni casi); utilizzare al meglio i flussi redistributivi per raggiungere gli obiettivi dei Lea e promuovere sviluppo sociale ed economico; più attenzione ad infrastrutture, tecnologie, medical devices, prevenzione permanente, interconnessione sistematica tra ospedale e territorio e tra prestazioni sanitarie e prestazioni sociali, capitale umano dei professionisti, quali “tasselli” della qualità/adeguatezza del SSR che hanno bisogno di risorse per essere costruiti e assemblati nel tempo. Sono questi i tre principali elementi del Rapporto-Dossier sulla Spesa Sanitaria in Basilicata realizzato dal Quotianosanità.it che per l’Anisap rappresentano le basi della ripresa del confronto auspicato all’atto della nomina della nuova Giunta Regionale con la lettera inviata al Presidente Pittella.
Il Rapporto – sottolinea Antonio Flovilla, presidente ANISAP Basilicata – evidenzia in particolare una situazione che ripetiamo da tempo: il giudizio positivo sulla spesa sanitaria corrente pro-capite standardizzata e allineata alla media potrebbe apparire troppo positivo ma va necessariamente contemperato con due osservazioni molto importanti sul piano di policy. In primo luogo, la dimensione finanziaria deve combinarsi con quella della qualità e dell’adeguatezza dell’offerta. In secondo luogo, deve esser chiaro che quando si afferma che la Basilicata ha avuto accesso a minori risorse rispetto alla media Italia, lo scenario di riferimento è quello in cui ogni cittadino ha ogni anno a disposizione le medesime risorse pro-capite per fasce di età, indipendentemente dalla Regione dove è nato o risiede. Il benchmark, in altri termini, è uno scenario di piena solidarietà e redistribuzione territoriale che è sì coerente con i principi alla base del nostro sistema sanitario e prima ancora della nostra Costituzione, ma che deve valere come impegno inderogabile, per le Regioni beneficiarie, a utilizzare al meglio i flussi redistributivi per raggiungere gli obiettivi dei Lea e promuovere sviluppo sociale ed economico. La Basilicata è tra le Regioni che beneficiano della redistribuzione; basti guardare a quanto peserebbe oggi il finanziamento della sanità sul Pil regionale se la spesa sanitaria corrente dovesse essere interamente coperta da risorse regionali (oltre il 10,5%).
E’ da qui e non certo dal crocifisso rimosso e riposizionato nella stanza dell’Assessore Franconi che l’Anisap ha intenzione di rilanciare il confronto.
Ciò che è urgente e necessario è riqualificare la spesa, risparmiando sulle inefficienze per colmare le crepe e le tante lacune che sono anche causa dell’investimento cronicamente insufficiente sulla struttura dei Sistemi Sanitari delle Regioni italiane. E tra le priorità indichiamo il raggiungimento dell’ accreditamento istituzionale sia per le strutture pubbliche che per le strutture private, insieme ad una rete efficace di controllo sulla qualità delle prestazioni rese e sul livello di soddisfazione degli utenti, mente continuiamo a chiederci perché la Regione Basilicata a differenza di tante altre non utilizzi le capacità professionali, l’organizzazione, l’eccellenza dei Centri privati accreditati in diabetologia, e non concretizzi i tanto evocati PAC (prestazioni assistenziali ambulatoriali complessi) per cardiologia-ipertensione, medicina del lavoro, ecc. Noi – conclude il presidente dell’ANISAP – indichiamo un percorso che ha già dato, in una fase parziale di attuazione, buoni risultati: una più forte integrazione e sussidiarietà sui territori tra pubblico e privato”.
Gen 14