Energie rinnovabili, fotovoltaico. Su SassiLive l’ingegnere materano Michele Andrisani, titolare dell’omonimo studio di ingegneria a Matera in piazza degli Olmi che si occupa di progettazioni, verifiche e misure su impianti elettrici, fotovoltaici, solare termico, illustra nel corso di un intervista i vantaggi riservati a coloro che decidono di investire su un impianto fotovoltaico.
Di seguito la nota integrale.
Esistono ancora contributi statali a favore di chi realizza un impianto fotovoltaico?
Esiste ancora una politica “incentivante”; è cambiato soltanto il meccanismo e la forma del contributo che lo stato ancora eroga a chi decide di dotarsi di un impianto fotovoltaico.
In cosa consiste ed in quale forma vengono erogati tale contributi statali?
Oggi chi realizza un impianto fotovoltaico al servizio del proprio impianto elettrico ha la possibilità di recuperare l’investimento attraverso tre canali distinti: in primo luogo ha la possibilità di recuperare il 50% dell’investimento attraverso le detrazioni fiscali; è moneta sonante che in 10 anni torna nelle tasche di chi investe; inoltre esiste ancora il meccanismo dello scambio sul posto dell’energia e del pagamento delle eccedenze.
Rispetto ai vecchi incentivi questi meccanismi sono più o meno remunerativi?
Occorre fare una premessa; nel corso degli anni i prezzi del fotovoltaico hanno avuto un repentino calo; basti pensare che oggi un impianto fotovoltaico costa meno della metà rispetto, ad esempio, ai tempi del “II Conto Energia”; oggi, come allora, si rientra nell’investimento in pochi anni, diciamo in maniera orientativa circa 6 anni, con tempi tanto minori quanto più si riesce ad utilizzare l’energia che produciamo ossia a concentrare i consumi nelle ore diurne. In sostanza se per “remunerativi” intendiamo i tempi di rientro dell’investimento allora si può dire che sono remunerativi più o meno quanto lo erano alcuni anni fa.
Si faceva riferimento prima allo scambio sul posto e pagamento delle eccedenze; nello specifico di cosa si tratta?
La produzione di energia di un impianto fotovoltaico dipende ovviamente dalla condizioni atmosferiche e dunque non è costante nell’arco dell’anno solare. Da dati storici e consolidati è però possibile fare una previsione assolutamente attendibile e veritiera circa la produzione annuale e quindi dimensionare il proprio impianto in base alle proprie esigenze energetiche (nulla a che vedere con la potenza contrattuale del fornitore di energia). E chiaro però che ci si troverà spesso a produrre più di quello che ci necessita; in tal caso l’energia in esubero sarà “accumulata” nella rete del fornitore di energia elettrica e ci sarà restituita sotto forma di contributo economico in conto “scambio sul posto” fino al raggiungimento della quantità di energia acquistata nelle ore di buio o mancata produzione. Oltre questa quantità riceveremo un secondo contributo economico a compensazione delle “eccedenze” ossia dell’energia ceduta e non più recuperata.
Le detrazioni fiscali, contributo in conto scambio e contributo per eccedenze sono tra loro cumulabili?
Assolutamente si, purché l’impianto non sia realizzato a scopi commerciali o abbia potenza superiore a 20 kW. Quindi per gli impianti ad uso “domestico” è possibile usufruire delle detrazioni fiscali.
Con un impianto fotovoltaico azzeriamo la bolletta energetica?
A conti fatti la risposta è si. Ma mi spiego meglio: la bolletta continueremo e riceverla con importi nettamente inferiori in quanto parte dell’energia che ci occorre la produrremo col nostro impianto. Inoltre le quote economiche che riceveremo in “conto scambio” e a titolo di “eccedenze” saranno superiori a quanto pagato in bolletta; dunque, compenseremo di fatto i costi della bolletta e ci ripagheremo l’impianto. Tutto questo sarà tanto più evidente quanto più riusciremo ad utilizzare l’energia da noi prodotta.
Con quale periodicità si ricevono i contributi?
Si ricevono acconti trimestrali e conguagli annuali con bonifici sui propri conti correnti
Che superficie occorre avere per l’installazione di un impianto fotovoltaico?
Di norma, per un impianto domestico, è sufficiente una superficie di circa 20 mq, ma anche superfici inferiori posso essere utilizzabili.
L’installazione richiede interventi edili pericolarti?
Nella maggior parte dei casi assolutamente no.