Nonostante il “picco influenzale” in Basilicata continua ad essere sostenuto, specie per bambini ed anziani, per aumentare ulteriormente sino alle ultime due settimane di gennaio e poi cominciare, finalmente, la fase calante a febbraio, quasi 4 italiani su 10 (37%) non assumono medicinali in caso di influenza, mentre il 54% si cura con farmaci di automedicazione per i sintomi. Lo riferisce l’ANISAP Basilicata – che sta svolgendo una campagna di informazione sull’andamento della stagione influenzale 2013-2014 attraverso i laboratori dell’associazione – citando i dati del sondaggio lanciato da osservatorioinfluenza.it , il sito patrocinato dal Ministero della Salute che ha rivelato come il 5% degli intervistati sia ricorso ad antibiotici e il rimanente 4% si sia curato con antivirali. L’ANISAP ribadisce il consiglio a non assumere antibiotici se non strettamente necessario.
Queste risposte sono la conseguenza di diversi fattori tra cui la campagna di prevenzione che ribadisce l’importanza di mettere in atto alcuni suggerimenti di buon senso, validati da studi scientifici, che spesso dimentichiamo nella pratica quotidiana e, al tempo stesso, inquadra la problematica nella giusta luce perche’ se l’influenza e’ un accadimento banale per il singolo che ne viene colpito diventa, per il grande numero di persone che coinvolge, un problema di sanita’ pubblica da non sottovalutare.
L’ANISAP rende noto che una circolare del Ministero alla Salute sottolinea la necessità di monitorare i casi più severi, quali gravi infezioni respiratorie acute (SARI) e sindromi da distress respiratorio acute (ARDS), con una serie di raccomandazioni per i medici di famiglia.
Ma quali sono i casi più gravi e complicati? Si tratta delle seguenti forme (che devono essere confermate da un test di laboratorio):
– gravi infezioni respiratorie acute (SARI): casi di sindrome simil-influenzale (Protocollo operativo INFLUNET www.iss.it/iflu) e difficoltà respiratoria che richiedono un ricovero ospedaliero in UTI;
– sindromi da distress respiratorio acuto (ARDS): sindrome infiammatoria polmonare, caratterizzata da lesioni alveolari diffuse ed aumento della permeabilità dei capillari polmonari, con incremento dell’acqua polmonare extracapillare, definito come edema polmonare non cardiaco.
ANISAP evidenzia che secondo uno studio condotto dall’università di Milano, si calcola, in media, un costo diretto che va da 30 a 240 euro per ogni persona non ospedalizzata, se invece è necessario ricorrere all’ospedale, il costo può salire fino a 3-6mila euro. Vi sono poi i costi indiretti, come la ricaduta dell’assenza dal lavoro. In media, si stima che l’influenza abbia un costo sociale di circa 1.000 euro per ogni persona. Complessivamente, un’epidemia può costare al sistema paese oltre 6 miliardi di euro.
Gen 16