Venerdì 17 gennaio 2014 partono i festeggiamenti del Carnevale di Tricarico.
Il carnevale di Tricarico è caratterizzato dalle maschere delle mucche e dei tori (L’ màsh-k-r, nel dialetto tricaricese) che rappresentano una mandria in transumanza, è una delle manifestazioni più importanti della regione.
All’alba del 17 gennaio, giorno in cui i cattolici ricordano Antonio abate, il santo protettore degli animali, è usanza che i fedeli, insieme ai propri animali per i quali si invoca la benevolenza del santo e che per l’occasione vengono agghindati con nastri, collanine e perline colorate, compiano tre giri intorno alla chiesa a lui dedicata per poi ricevere, a chiusura della messa, la benedizione da parte del prete.
Lo stesso rituale è osservato dalla “mandria”, prima di muoversi verso il centro storico e percorrerne tutti gli antichi rioni. Tricarico viene, così, svegliata dal suono cupo dei campanacci. La sfilata delle maschere si ripete l’ultima domenica prima della chiusura del carnevale con maggiore partecipazione popolare, trattandosi di giorno non lavorativo. Si riporta, di seguito, la descrizione che ne ha dato Carlo Levi: « … andai apposta a Tricàrico, con Rocco Scotellaro.
Il paese era svegliato, a notte ancora fonda, da un rumore arcaico, di battiti di strumenti cavi di legno, come campane fessurate: un rumore di foresta primitiva che entrava nelle viscere come un richiamo infinitamente remoto; e tutti salivano sul monte, uomini e animali, fino alla Cappella alta sulla cima …. Qui venivano portati gli animali, che giravano tre volte attorno al luogo sacro, e vi entravano, e venivano benedetti nella messa, con una totale coincidenza del rituale arcaico e magico con quello cattolico assimilante… » Diverse le chiavi di lettura, da quella che l’interpreta come un momento di rivalsa delle classi meno abbienti nei confronti dei “potentati” a quella che lega la rappresentazione a riti pre-cristiani, poi “mediati” dal cristianesimo attraverso la figura di sant’Antonio abate. e “mucche” e i “tori” sono impersonati da uomini (la partecipazione è interdetta alle donne). I partecipanti mimano l’andatura ed i movimenti degli animali, comprese le “prove di monta” dei tori sulle mucche.
La rappresentazione non è svincolata dalla realtà contemporanea poiché, sebbene la cultura locale sia meno “rurale” di un tempo, Tricarico è collocata su una via di transumanza e le mandrie ancora oggi l’attraversano.Tricarico e le sue maschere nel 2009 sono entrate a far parte della FECC, Federazione Europea Città del Carnevale (Federation of European Carnival Cities).
Terminata la sfilata, la mandria si disperde in piccoli gruppi che si muovono per la “questua”, raggiungendo questa o quella abitazione davanti alla quale suonano i campanacci fino a quando non gli viene aperto. Al gruppo, fatto entrare in casa, viene offerto da mangiare e da bere.La maschera da mucca è costituita da un cappello a falda larga coperto da un foulard e da un velo e riccamente decorato con lunghi nastri multicolori che scendono fino alle caviglie; la calzamaglia indossata (o, in alternativa, maglia e mutandoni di lana) è anch’essa decorata con nastri o foulards dai colori sgargianti al collo, ai fianchi, alle braccia ed alle gambe.
La maschera da toro è identica nella composizione ma si distingue per essere completamente nera con alcuni nastri rossi. Ogni maschera ha un campanaccio, diverso nella forma e nel suono a seconda che si tratti di mucche o di tori. Per il carnevale di Tricarico è stato ipotizzato un collegamento al fenomeno antico del sincretismo tra cultura greca e lucana. Nelle maschere di Tricarico, sono stati inoltre evidenziati elementi che si ritrovano nel mito di Proitos e delle sue figlie, le Pretidi, di Melampo e di Io[7], nei quali sono presenti riferimenti metaforici all’accoppiamento, e quindi alla fertilità, in una logica etica e non dionisiaca, non delle “vacche”, ma dei componenti del gruppo sociale subalterno. Slegata dalla tradizione delle maschere ma comunque tipica del periodo carnevalesco, è l’usanza di “portare le serenate”.
Il fenomeno era in passato legato alla diffusa pratica di realizzare, quasi in ogni casa, il salame ed altri prodotti derivanti dalla trasformazione delle carni del maiale. Le serenate vengono portate senza preavviso e quasi mai prima di mezzanotte. Si deve attendere, infatti, che i padroni di casa siano andati a dormire.
Il gruppo continua a suonare per il tempo necessario ai padroni di casa a preparare da mangiare e ad imbandire la tavola, dopo di che gli viene aperta la porta e il tutto prosegue nell’abitazione, con canti e balli tradizionali.
Dopo che è stato consumato quanto preparato, può capitare che il padrone di casa si unisca al gruppo per portare la serenata a qualcun altro.
Di seguito il programma di venerdì 17 gennaio 2014 per il Carnevale di Tricarico
ore 4.45 raduno delle maschere in piazza Garibaldi per la sveglia al paese
ore 07.00 ritrovo presso la chiesa di sant’ Antonio abate ed accensione del falò
ore 9.30 partenza della mandria per la transumanza e la questua verso gli antichi rioni del centro storico
ore 11.30 arrivo in piazza Garibaldi e colazione delle maschere
ore 18.30 raduno delle maschere presso la chiesa di San Potito
ore 19.00 pertenza della sfilata per le vie del paese
ore 21.00 cena delle maschere (per partecipare alla cena delle maschere è obbligatoria l’iscrizione presso la Pro Loco Tricarico).
Per informazioni contattare il presidente Roberto Incudine al numero 331.3707588 oppure il vice presidente Rocco Stasi al numero 3925609284.