“La relazione del Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri sullo stato di attuazione della riforma della nuova geografia giudiziaria italiana conferma il fallimento della scelta di chiudere i cosiddetti piccoli tribunali, tra i quali quello di Melfi. Se infatti alla data del 30 giugno 2013 si contano oltre 5 milioni 200 mila processi pendenti in campo civile e quasi 3 milioni e mezzo in quello penale la situazione è destinata ad aggravarsi come è facile intuire dall’iscrizione a ruolo per il 2021 di processi già trasferiti da Melfi a Potenza”. E’ quanto sostiene il dirigente regionale dell’ASRL (Associazione Socialisti Riformisti Lucani) Antonio Annale per il quale “nonostante la decisione della Corte Costituzionale sull’inammissibilità del referendum sostenuto anche dalla Regione Basilicata va riaperta la questione attraverso un tavolo nazionale non più al Ministero di Grazia e Giustizia, dove non c’è più alcuna condizione di confronto sereno, ma alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sono convinto che il Presidente Pittella, che ha dichiarato come il Tribunale di Melfi vada riaperto essendo un presidio importante e strategico per il territorio nord della Basilicata, di intesa con i Presidenti delle Regioni interessate e i parlamentari lucani sosterrà un’iniziativa che deve trovare ascolto nel Governo e nel Parlamento. Il risultato attuale è infatti che gli immobili vengono svuotati di pratiche e magistrati, mai i costi di mantenimento, a partire dal riscaldamento dei locali, restano a carico dei Comuni. E i tempi della giustizia sono “raddoppiati”. Le “prove” di accorpamento, dopo la chiusura imposta dalla legge nazionale 155 sul ridimensionamento dei piccoli tribunali – sottolinea Annale – sono inconfutabili.
Alla base del decreto legge 155 del 2012 che si fonda sulla legge delega 149 del settembre 2011, c’erano motivazioni relative ad una maggiore efficienza e ad un risparmio della pubblica amministrazione. L’applicazione della legge ha però messo in evidenza tutti i limiti della stessa a partire dai risparmi che non ci sono stati. Questa controriforma va ripensata e riproposta dopo aver fatto gli studi e gli approfondimenti opportuni, senza trascurare i disagi per i cittadini che sono notevolissimi : costi triplicati che vanno a carico dell’utente, tempi dilazionati per la fissazione e i rinvii delle udienze. Bisogna far sentire uguali tutti i cittadini perché insieme agli avvocati stanno subendo dei disagi. Nel piccolo invece, ammesso che il Tribunale di Melfi possa essere definito piccolo, la giustizia aveva una risposta più rapida e più efficiente oltre a rappresentare un presidio di contrasto alla criminalità”.
Gen 22