“L’azienda Lucania resine dalla gestione Iervolino, già nel 2005 con il passaggio alla System Group e con relativa ristrutturazione aziendale, registrò una perdita di 14 unità. I dipendenti restanti, senza soluzione di continuità, furono interessati a diversi cambi di società: Lucania resine S.p.A., Lucania resine Group S.p.A. ed infine, Lucania resine s.r.l. con relativo taglio del personale pari al 50% dell’organico”.
Lo dichiarano i responsabili dell’Ugl Chimici per il settore gomma, carta e plastica, Enzo Piccinni e Domenico Lorusso per i quali, “la Lucania Resine doveva rappresentare per il territorio lucano, l’azienda leader nella produzione di tubazioni in PVC oltre che di quelle in polietilene. Oggi, se non fossero avvenuti tanti passaggi anomali di gestione, doveva garantire un numero elevato di occupati per soddisfare una produzione completa per le diverse tipologie di applicazione: condotte per fognature, acquedotti, irrigazione, gasdotti, cavidotti e drenaggi. Il tutto invece ora si racchiude, come altre innumerevoli aziende della Basilicata, che su invito odierno all’incontro in Confindustria, prendiamo atto che causa contrazzione di commesse, l’azienda si vede costretta a contrarre l’attività delle proprie maestranze dello stabilimento Lucano, in favore delle quali richiederà la cassa integrazioni guadagni ordinaria, a norma della legge 164/75, art. 5, a far data dal 03 febbraio 2014 e per un massimo di n. 13 settimane. Il personale interessato della contrazione sarà di massimo n. 20 dipendenti con riduzione di orario/sospensione di orario, a rotazione. Per l’Ugl – aggiungono Lorusso e Piccinni – non c’è chiarezza sulle sorti della fabbrica poiché i dubbi si accentuano su presunte visite di acquirenti Russi che prossimamente visiteranno uno degli impianti più produttivi dello stabilimento e certamente, non per visitare la Basilicata ma per tentare di scipparci produzione e incrementare sempre più una desertificazione scellerata del nostro territorio. L’Ugl non lo permetterà – concludono i sindacalisti Piccinni e Lorusso – convinti che
siamo comunque vittime di una concorrenza spietata a livello commerciale lì dove noi dobbiamo esserne titolati a difendere lavoro e occupazione”.