Sabato 25 gennaio 2014 alle ore 10,30 presso il complesso Le Monacelle è in programma la conferenza stampa di Marino Trizio di Città Plurale e Michele Mutamenti per Mutamenti a Mezzogiorno hanno convocato in mattinata una conferenza stampa per effettuare un’analisi e comunicare riflessioni sulla proposta di regolamento urbanistico 2013 presentato dal Comune di Matera. Michele Morelli boccia i contenuti del Regolamento urbanistico e spiega perchè: “Si tratta del primo di una serie di appuntamenti che vogliamo approfondire attraverso incontri con la stampa e vogliamo cominciare con gli standard calcolati per la quantità di verde urbano per ogni cittadini residente a Matera. Una quantità che è stata progressivamente modificata nelle tre edizioni in cui è stato presentato il Piano del professor Nigro: il primo nel 2007, il secondo nel 2010 e il terzo nel 2013. Dallo studio emerge che il Comune di Matera ha destinato 141.787 metri quadrati per costruire altri 1600 alloggi ma probabilmente nessuno sa che standard relativi al verde urbano sono aumentati dal 2007 al 2013 calcolando anche il verde extraurbano, quello per esempio dei borghi o del Parco della murgia. E’ evidente che si tratta di un lavoro approssimativo, che conferma il modo con cui l’Amministrazione si occupa di pianificare il futuro della città di Matera. Premesso che il piano di gestione è pura filosofia perchè non produce effetti diretti sulle scelte urbanistiche, che il piano strategico non ha copertura finanziaria e che offre solamente un indirizzo politico, puntalmente modificato ogni volta che si chiude un’esperienza amministrativa e se ne apre un’altra sarebbe opportuno adottarlo all’inizio dell’Amministrazione e non alla fine. Stesso discorso vale per il regolamento urbanistico. Si tratta di un piano attuativo che si dovrebbe approvare nel primo anno di governo cittadino, al massimo nel secondo e non alla fine come sta facendo questa Amministrazione perchè altrimenti diventa merce di scambio per tutelare interessi particolari. Il problema è che questo regolamento viene considerato un atto dovuto ma se l’approccio è questo siamo completamente fuori strada anche perchè gli standard vanno definiti per aree omogenee. Il regolamento urbanistico inoltre non mette in relazione i Sassi con il resto della città e ricordo in proposito uno slogan che abbiamo coniato quando siamo stati impegnati direttamente in consiglio comunale: “Dove i Sassi attraggono la città accoglie”. Basterebbe concentrarsi su questo slogan per pensare ad una città in grado di sostenere la candidatura di Matera a capitale europea della cultura nel 2019.
Di seguito la nota integrale che riassume i contenuti evidenziati in conferenza stampa.
GLI STANDARD
Dopo l’approvazione nel 2007 del PRG 99 e da quanto previsto dalla LR 23/99, ha avuto inizio, tra mille ritardi e contraddizioni, l’attività di pianificazione che ha portato alla stesura della proposta di RU 2013, dopo le due versioni precedenti RU 2007 e RU 2010.
Il RU 2013 prevede in sintesi quanto segue:
Il Regolamento d’Attuazione della LR 23/99 introduce il Bilancio Urbanistico (BU) tra gli elaborati a corredo del Regolamento Urbanistico, in particolare esso viene individuato come strumento necessario per valutare dal punto di vista quantitativo e qualitativo lo stato di attuazione della pianificazione comunale vigente (vale a dire il PRG’99 entrato in vigore nel gennaio 2007 e i relativi strumenti di attuazione), rispetto al quale definire i nuovi strumenti di pianificazione, come appunto il Regolamento Urbanistico. Il resto del territorio comunale, posizionato fuori dal perimetro urbano, non è oggetto del Regolamento Urbanistico e, dunque, anche dal BU(Bilancio Urbanistico). In detta porzione del territorio comunale vale infatti la disciplina dello Spazio extra e periurbano definita dalla Variante relativa alla disciplina dello Spazio Extra e Periurbano (VEP DPGR n. 296/1996), in attesa della formazione del Piano Strutturale Comunale.
Il Bilancio Urbanistico si compone di tre parti:
1) la prima parte analizza lo “Stato di attuazione del PRG‘99/07”, individua le previsioni urbanistiche in essere e le confronta con il loro stato di attuazione ad oggi, espresso in percentuali di quantità attuate e non attuate; a questa parte del BU fanno riferimento gli elaborati A.1 “Stato di attuazione della pianificazione comunale” e A.2 “Stato di attuazione della pianificazione attuativa”;
2) la seconda parte analizza le previsioni quantitative ed il grado di attuazione degli standard oggi e le confronta con le previsioni del PRG vigente e del RU 2013; Città di Matera Regolamento Urbanistico 2013 Elab. B.1-Bilancio Urbanistico: Relazione-Allegati luglio 2013;
3) la terza parte individua per settori le attrezzature esistenti e le classifica dal punto di vista qualitativo.
PUNTO 1
Per quanto riguarda lo stato di attuazione dei comparti ancora da completare con prevalenza residenziale sono: l’Area a disciplina pregressa AUDP/9-Quadrifoglio quasi del tutto non attuata (80%); l’Area AUDP/30-via dei Normanni parzialmente attuata (50%) (v. Scheda 1).
Per quanto riguarda i comparti non residenziali: l’Area AUDP/1-Parco Integrato Serra Rifusa parzialmente attuata (il 40% della superficie costituisce il Parco di Serra Rifusa), l’Area AEDP/7-Asse Matera Nord prevalentemente non attuata (90%) e l’Area AUDP/10-II Ampliamento PAIP parzialmente attuata (30%).
La proposta RU 2013 non evidenzia le quantità di SUL residenziale ancora disponibili, dati che erano presenti nella proposta RU2007 e RU2010: ambiti e luoghi non attuati circa mq 74.537, mentre il pregresso non attuato, ricompreso nei piani attuativi in vigore è pari a mq 67.250.
La somma di 74.537 + 67.250 = 141.787 mq. di SUL(superficie utile lorda) che corrispondono a 1.600 alloggi di edilizia privata.
PUNTO 2
Per quanto riguarda l’attuazione degli standard urbanistici, al fine di confrontare lo stato di fatto con le previsioni del vigente PRG, nonché con le previsioni di aree a standard del RU 2013, sono state elaborate tre Tabelle.
Nella Tabella 1 “Standard locali-Stato di fatto” sono state quantificate le aree a standard esistenti, articolate per tipologia (Istruzione inferiore, Interesse comune, Verde, Parcheggi) secondo il DM 1444/68, in riferimento al numero di abitanti 58.939 esistenti ad agosto 2011 (dato ufficiale ISTAT 59.796).
Dalla lettura della Tabella 1 si evince che la dotazione complessiva è pari a 25,17 mq/ab, dunque, superiore alla minima richiesta di 18 mq/ab (DM 1444/68).
Rispetto alla norma (DM 1444/68), la dotazione di verde risulta eccedente (16,23 mq/ab contro 9 mq/ab).
Se analizziamo il suddetto dato, rispetto al proposta di RU 2007 e RU2010, i conti non tornano:
– RU 2007 abitanti 60.459 standard locale complessivo 18,83 mq/ab
(dato ufficiale ISTAT 2007 ab. 59.738 mq/ab 19,2);
– RU 2010 abitanti 57.372 dato al 2007 standard locale complessivo 18,04 mq/ab
con dotazione di verde di 9 mq/ab(dotazione minima prevista dal DM 1444/68)
(dato ufficiale ISTAT 2010 ab. 60.522 mq/ab 17,1);
– RU 2013 abitanti 58.939 dato 2011 standard locale complessivo 25,1 mq/ab
(dato ufficiale ISTAT 2011 ab. 60.009 mq/ab 24,7);
Si evince chiaramente che i dati non coincidono, mentre nelle proposte del 2007 e del 2010 la situazione rimane più o meno stabile, il dato dello stato di fatto rilevato nel RU 2013 risulta notevolmente incrementato.
Quali sono stati gli elementi che hanno portato il dato ad essere al di sopra dello standard previsto per legge?
Dalla nostra lettura dei dati, compaiono circa 351.000 mq di verde locale in più, che risultano recuperati dalle aree intorno ai borghi rurali.
Questa operazione non fa che falsificare l’indirizzo della legge, che prevede la quantità di standard per aree omogenee nell’ambito urbano e direttamente fruibili dagli abitanti.
La situazione delineata dal RU2013 comporterebbe che un abitante di San Pardo/Piccianello o di qualunque altro quartiere della città debba recarsi nei borghi per usufruire del proprio standard a verde.
Per quanto riguarda lo standard locale dei parcheggi la situazione è la seguente:
– RU 2007 1,37 mq/ab – indice di legge 2,5;
– RU 2010 1,8 mq/ab – indice di legge 2,5;
– RU 2013 2,86 mq/ab – indice di legge 2,5.
Anche in questo caso i parcheggi all’improvviso superano, se pure di poco, lo standards minimo. I dati, in ogni caso, confermano uno situazione critica.
Il dato complessivo riportato nel RU2013 non racconta la realtà dei fatti e cioè l’insufficienza di parcheggi, in particolare nell’area centrale della città. In ogni caso, sarebbe stato più opportuno rilevare lo standard per aree omogenee, solo in questo modo è possibile pianificare e sanare eventuali deficit.
Per quanto attiene il soddisfacimento Standard territoriali, il RU 2013 ripropone gli stessi dati del RU 2007 e 2010. I parchi pubblici urbani e territoriali oggetto del RU2013 risultano pari a mq 331.157 che corrispondono a 5,33 mq/ab a fronte di un indice di legge di 15 mq/ab.
I mancanti 9,67 mq/ab, necessari per il soddisfacimento dello standard relativo agli abitanti dello Spazio urbano, anche in questo caso vengono soddisfatti all’esterno del perimetro urbano oggetto di analisi del Regolamento Urbanistico. Secondo l’amministrazione comunale tale indice deficitario potrà essere recuperato all’interno del perimetro extraurbano del Parco Regionale delle Chiese rupestri del Materano. Tale soluzione non ci sembra conforme alla legge.
Per chiarire e comprendere ciò che è accaduto negli ultimi trent’anni basta confrontare i dati con il PRG del ‘75(Piccinato). La base valoriale del piano regolatore del ‘56 e, un po’ meno, del ‘75 è l’interesse generale della comunità. Tale interesse, nel tempo, ha assunto ben altre connotazioni e obiettivi. L’interesse generale, con il tempo, ha ceduto il passo alla rendita fondiaria e alle lobby del cemento.
In merito agli standards del PRG “75 il prof. Nigro nella sua relazione afferma quanto segue:
“dall’analisi dei dati si può osservare che nelle previsioni del PRG’75 la quantità di Standard per abitante di mq 29,43/ab (ben superiore alla quantità minima stabilita dal DM 1444/68, pari a mq18/ab) era calcolata in riferimento a una popolazione prevista (90.693 abitanti) che si è rivelata di gran lunga maggiore di quella effettivamente poi insediatasi e presente oggi nel territorio dello Spazio Urbano (60.459 abitanti). Ciononostante gli Standard locali previsti dal PRG’75 non sono stati raggiunti, soprattutto per quanto riguarda gli Spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport come anche per i parcheggi”. Negli ultimi trent’anni sono stati divorati circa 1.530.651 mq/ab di verde, parcheggi e servizi (2.669.094 – 1.138.442 =1.530.651 mq/ab)
PUNTO 3
Analisi qualitativa delle attrezzature esistenti
Per la terza elaborazione relativa alla classificazione qualitativa delle attrezzature esistenti (v. Scheda 3-Classiifcazione qualitativa delle attrezzature esistenti) sono stati considerati nel RU2013 i servizi esistenti, pubblici e privati, articolati secondo la classificazione suggerita nel Regolamento di Attuazione (attrezzature scolastiche, culturali, sanitarie, ordine pubblico e attrezzature economiche); per ciascuna di queste attrezzature è stato dato un giudizio in riferimento ad alcune caratteristiche prestazionali (sede propria, accessibilità, fruibilità, sicurezza d’uso, adeguatezza tecnologica, dotazione parcheggi, localizzazione, connessione alla viabilità principale).
Dall’ analisi dei dati si evince che la concentrazione delle attrezzature per servizi è maggiore nelle zone più centrali del Capoluogo, mentre nelle aree a nord e a sud la presenza è minore; questa tendenza è particolarmente spiccata in riferimento alle attrezzature per la cultura e quelle per l’istruzione inferiore.
Per quanto riguarda le attrezzature per la cultura non vengono menzionate le seguenti strutture:
a) attrezzature disponibili: palazzo Lanfranchi, Musma, Casa Cava, circuito urbano delle chiese rupestri, ecc.;
b) attrezzature non ancora disponibili: complesso San Giovanni, Santa Lucia al Piano e alla Civita, Castello, ipogei di piazza V. Veneto, teatro La Martella, casino Dragone, Padula e Longo e altri (vedi elenco contenuto nel “Piano Quadro Sistemi Culturali”).
Manca un’analisi qualitativa sui presidi culturali che la città dispone.
Inoltre, il RU2013 non offre nessuna analisi sul fabbisogno infrastrutturale dell’intero centro storico e, in particolare degli antichi rioni Sassi. E’ totalmente assente la relazione tra il RU2013 e i Sassi. Eppure si è sempre affermato che “i Sassi attraggono, e la citta accoglie”. Se è vero che “i Sassi attraggono” e anche vero che la città continua a non organizzarsi. Il fabbisogno infrastrutturale e sempre più drammatico, il RU.2013 non analizza i bisogni e le infrastrutture necessaria a sostenere gli antichi rioni.
Le attrezzature scolastiche sono quelle che risultano, tra tutti i servizi, le più adeguate rispetto alla quasi totalità delle caratteristiche prestazionali prese in esame. Ciononostante risultano carenti sotto il profilo tecnologico, scarsa dotazione di parcheggi e di attrezzature sportive. Si segnala che per quanto riguarda la scuola elementare di via Bramante, prossima ad essere abbattuta, nel RU2010 – 2013 risulterebbe tra le più sicure. Ciò significa che l’analisi sulla sicurezza delle nostre strutture scolastiche non è affatto attendibile. Sarebbe opportuno una maggiore attenzione nel fornire i dati di questa natura.
Per quanto riguarda l’Università il RU2013 evita di esprimere un giudizio di qualità sulle attuali strutture esistenti(non menzionate).
Gli spazi e servizi per lo sport, infine, sono tra quelli che, secondo il RU2013, presentano i maggiori limiti qualitativi soprattutto in relazione alla sicurezza d’uso e all’adeguatezza tecnologica.
Il R.U. 2013 ancora un a volta si presenta nell’analisi vecchio e superato, il suo problema è quello di sempre come incrementare rendita fondiaria ai soliti noti.
In conclusione, se la cultura e i luoghi dove essa si esprime vengono tenuti ai margini della pianificazione è l’ennesima dimostrazione che l’unico approccio è quello del costruire, della cementificazione della città e di ogni suo spazio o luogo. Non si riesce ad avere un’altra visione della città, non si riesce a guardare la città con uno sguardo diverso, dove immaginare i luoghi e gli spazi, ancora disponibili, come risorsa per avviare un serio processo di riqualificazione, guardando alle esigenze della comunità e non agli interessi di pochi. La necessità, oramai improcrastinabile, di un rapporto dell’architettura con discipline esterne ai confini tradizionali, resta, in tale prospettiva, un dato irrinunciabile. La cultura e suoi luoghi, l’arte, la biologia, la tecnologia, la fisica, la meccanica impiantistica, parallelamente e sinergicamente alle discipline che da sempre contribuiscono ai processi progettuali, devono costituire riferimento necessario ai fini di una progettazione integrata, compatibile, responsabile e partecipata. E’ necessario recuperare il senso ecologico della città. La cosiddetta “Città Natura” sbandierata in ogni situazione, convegno o articolo su riviste qualificate.
La “Città Natura” esige un approccio diverso della pianificazione, nel metodo e nella sostanza. Comporta qualificare tutti i possibili ambiti di naturalità urbana esistente, residua e marginale. Pensare ad una città diversa, a più efficienti infrastrutture a rete. Recuperare e qualificare il patrimonio edilizio esistente, riqualificare i quartieri affinché non siano più pezzi di città separati e marginali, progettare l’architettura secondo criteri di sostenibilità fisico-climatica. La lettura del luogo, allora, diventa e rappresenta il primo, imprescindibile, momento di avvicinamento al processo progettuale, al processo di pianificazione. Nella lettura di uno specifico contesto ambientale, oltre ai riferimenti convenzionali, bisogna tenere presenti i segni simbolici e storici, le geometrie dei tessuti urbani e vincoli fisici e ambientali. L’inserimento del fattore ambientale nella lettura del contesto rappresenta un vincolo aggiuntivo ed un elemento d’ulteriore complessità in grado di promuovere soluzioni alternative o inedite.
Ma come si fà a dare spazio ancora a questi trombati della politica!!!!!!