Il presidente ha assicurato un ddl di riforma della legge regionale per rendere più incisiva la prevenzione e lotta ai fenomeni di usura e dell’estorsione
Il presidente della Regione, Marcello Pittella, ha respinto le dimissioni presentate dal Commissario regionale per le iniziative antiracket e antiusura della Basilicata, Egidio Basile. Quest’ultimo, all’indomani dell’insediamento del nuovo governo regionale, aveva rimesso il proprio mandato per “una manifestazione di coerenza nei riguardi delle Istituzioni e di chi le governa”.
In una lettera indirizzata a Marcello Pittella, il commissario Basile aveva scritto testualmente: “Ritengo importante che Lei non debba rispondere per vincoli derivanti dalla precedente nomina e pertanto libero di attivare procedure innovative e più penetranti nella lotta contro il fenomeno del racket e dell’usura nella nostra regione mediante persone e norme”.
Il presidente della Regione, incontrando il prof. Basile, dopo avergli manifestato il proprio apprezzamento per un atto di “garbo istituzionale” che gli fa sicuramente onore, lo ha invitato “caldamente” a restare al proprio posto, anche sulla scorta delle attestazioni di stima e apprezzamento per il lavoro sin qui svolto dal commissario messe per iscritto in una lettera indirizzata allo stesso Pittella da Annunziato De Marca, presidente del Cofidi Sviluppo Imprese anche a nome delle due Fondazioni lucane “Interesse Uomo” di Potenza e “Mons. Cavalla” di Matera, nonché del Consorzio di garanzia Artigianfidi di Matera.
Il presidente Pittella ha assicurato al prof. Basile che in una delle prossime sedute della giunta regionale per rendere più incisivo ed efficace il lavoro del Commissario, sarà approvato un ddl di riforma della legge regionale n. 7 del 21 aprile 2011 che detta norme in materia di interventi regionali per la prevenzione e lotta ai fenomeni di usura e dell’estorsione.
Le modifiche legislative, che terranno conto dei suggerimenti del Commissario e dei componenti del Coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura, si rendono tanto più necessarie in un momento nel quale, come dimostra il recente atto doloso verificatosi a Policoro, la crisi economica, da un lato, e l’acuirsi di alcuni fenomeni malavitosi, dall’altro, impongono di tenere alta la guardia, anche attraverso la creazione, d’intesa con i Comuni interessati, di punti di ascolto dislocati sul territorio.