Ignazio Messina, segretario nazionale IdV, critica la nuova legge elettorale e e avverte: senza Italia dei Valori non si arriva al premio di maggioranza. Di seguito la nota integrale.
“Un centro sinistra unito è l’obiettivo che come Italia dei Valori ci siamo prefissi. Abbiamo dato la nostra disponibilità a portare avanti un confronto serio e basato su proposte concrete e credibili da condividere per costruire un centro sinistra coeso e accomunato da programmi e idee. Vogliamo costruire, con la nuova classe dirigente che abbiamo rinnovato, un’alternativa lontana dall’attuale governo di larghe intese ed opposta alla cultura della destra. La nuova IdV, sostiene un progetto di riunione del centro sinistra per governare dalla parte dei cittadini. E’ stato anche rilevato da una fonte autorevole, come quella di Mannheimer che ieri durante la trasmissione “Porta a Porta”, nelle proiezioni elettorali secondo la nuova legge, ha precisato che il centro sinistra potrà vincere se ci sarà anche Italia dei Valori. Siamo sulla giusta strada, ne siamo certi. Guardiamo al futuro forti delle nostre battaglie e delle nostre intenzioni per cambiare l’Italia. Possiamo farlo insieme, come gli italiani si aspettano.
Se dunque è positivo il fatto che sia stato raggiunto un accordo che preveda il 37% dei voti per accedere al premio di maggioranza, anche se noi avremmo voluto che la soglia fosse fissata al 40%, riteniamo grave non prevedere l’introduzione delle preferenze nel testo della nuova legge elettorale perche’ i cittadini hanno il diritto di scegliere coloro che li rappresenteranno. Gli italiani sono stanchi di un Parlamento di nominati, composto da persone scelte nelle segreterie dei partiti. Inoltre e’ vergognoso che venga introdotta la norma ‘salva Lega’. Non comprendiamo il motivo, infatti, per il quale 600 mila elettori presenti solo in tre regioni debbano essere rappresentati e, invece, non devono avere lo stesso trattamento altrettanti italiani distribuiti su tutto i territorio nazionale.
Comunque, nel caso in cui rimanessero alla fine le liste bloccate, crediamo che si debba rivedere l’articolo 67 della Costituzione, che prevede il divieto del vincolo di mandato per i parlamentari. Nell’ultima legislatura hanno cambiato casacca piu’ di 150 parlamentari. Crediamo che se si viene eletti con le preferenze, quello e’ un voto dato alla persona e il parlamentare puo’ decidere dove andare. Ma se si viene eletti in una lista bloccata di un partito, se si cambia idea non si puo’ cambiare casacca: si lascia il proprio posto ed entrera’ poi qualcun’altro a rappresentare il partito. Credo che almeno questo sia dovuto ai cittadini, per coerenza con il voto espresso.
Quanto, infine, alla polemica riguardo ai piccoli partiti, in politica ci deve stare chi ha i consensi per starci sulla base delle regole. Dispiace che qualcuno stia lavorando per creare regole che escludano qualcun’altro, non tanto perche’ si e’ piccoli o grandi ma perche’ la democrazia non funziona cosi. Credo inoltre che in democrazia sia giusto che ci sia una rappresentanza anche delle minoranze”.