L’assessore all’Ambiente ha partecipato all’incontro del Crt dell’Osservatorio ambientale della Val d’Agri in cui si è discusso dell’evento del 13 gennaio al centro Oli di Viggiano e dei progetti in corso di realizzazione con l’istituto Superiore di Sanità e l’Iefe della Bocconi.
Nonostante l’evento del 13 gennaio scorso non abbia comportato un superamento dei limiti di concentrazione degli agenti inquinanti stabiliti dalla legge, la Regione ha disposto che la società Eni: “Riesamini criticamente la serie storica degli eventi incidentali e dei malfunzionamenti già accaduti; adotti le procedure e i sistemi tecnologici e strumentali avanzati per migliorare i livelli di controllo e di sicurezza dell’impianto per garantirne il regolare esercizio”. Inoltre Eni disporrà un opportuno sistema di impedimento meccanico per evitare manovre non autorizzate su interruttori in grado di attivare la depressurizzazione d’emergenza dell’impianto”.
E’ quanto riferito questa mattina a Marsiconuovo nel corso della riunione del Comitato di Rappresentanza Territoriale (Crt) dell’Osservatorio ambientale della Val d’Agri, convocato dal Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata per informare le istituzioni locali e le comunità interessate, sulla “fiammata” verificatasi nel Centro Oli di Viggiano addebitabile, ha fatto sapere Eni, a un errore umano.
“Compito della Regione – ha detto l’assessore all’Ambiente e Territorio, Aldo Berlinguer – non è solo quello di vigilare sulle ricadute ambientali delle attività estrattive, ma anche fare in modo che i malfunzionamenti vengano inibiti all’origine con misure di efficace prevenzione. Quando si gestisce un’attività a rischio, seppur remoto, di incidente rilevante, occorre scongiurare, o quanto mento limitare fortemente, anche le ipotesi di errore umano. Sicurezza e ambiente – ha detto l’assessore – sono beni primari non negoziabili, attorno ad essi concentriamo e pretendiamo la massima attenzione”.
L’incontro, coordinato dal direttore generale del Dipartimento, Donato Viggiano, è stato anche l’occasione per informare i componenti del Crt (i 45 Comuni del comprensorio, le Province di Potenza e Matera, i Parchi Nazionali dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese e del Pollino, le associazioni ambientaliste e le organizzazioni sindacali) delle attività finora svolte dall’Osservatorio in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e dall’Iefe (Center of Energy and Environmental Economics and Policy) dell’Università Bocconi di Milano.
“Il progetto dell’Iss – ha detto il professor Giovanni Marsili – mira a individuare gli eventuali fattori di rischio per la salute della popolazione interessata derivanti dall’attività antropica in Val d’Agri, a valutare l’esposizione umana e i rischi che possono conseguire, a predisporre un sistema di monitoraggio che, in caso di necessità, consenta ai decisori un efficace intervento preventivo”.
“Il progetto ‘Gestione dell’Informazione Ambientale’ – ha detto il professore Edoardo Croci dell’Iefe – ha come obiettivo quello di sviluppare un modello di gestione dell’informazione ambientale, per una corretta comunicazione a valutazione del rischio. Ad oggi – ha affermato Croci – la Basilicata, insieme al Friuli Venezia Giulia, è l’unica Regione italiana ad aver già adottato un modello legislativo per l’accesso e la divulgazione delle informazioni ambientali”.
“Con queste analisi professionali e affidabili – ha detto l’assessore Berlinguer – stiamo acquisendo preziosi elementi che potranno rafforzare la nostra interlocuzione con le aziende estrattive. Stiamo tracciando una linea netta con il passato – ha concluso l’esponente della Giunta – per avviare un dialogo con maggiore cognizione, grazie ai dati a disposizione, e pretendere con ancora maggiore forza la tutela dell’ambiente e la salvaguardia della salute dei lucani”.