“E’ necessario interrogarsi sulle cause del flop dell’apprendistato in Basilicata come in tutto il Mezzogiorno al punto che da noi, secondo dati del Ministero del Lavoro aggiornati al secondo trimestre 2013, sono stati attivati appena 2245 contratti di apprendistato, di cui 2.020 nel terziario, su 505mila a livello nazionale, con una percentuale dello 0,5% del totale”. A sostenerlo è il segretario regionale della Uil lucana Carmine Vaccaro per il quale “il primo ostacolo, individuato da Confcommercio, è senz’altro quello oggi più insormontabile e che riguarda le difficoltà delle piccole e medie imprese a seguire le continue modifiche e quindi a stare al passo con le procedure e la burocrazia”.
Nel ricordare che il Presidente Pittella nella recente riunione con i componenti della cabina di regia ‘Obiettivo Basilicata 2012’ ha espresso la volontà di recuperare con nuovi bandi o con lo scorrimento di graduatoria le misure sull’apprendistato e il credito d’imposta (si pensa a un fondo di rotazione in Basilicata per ridurre il costo delle risorse economiche), Vaccaro ha aggiunto che “si deve fare di più anticipando il Programma Youth Guarantee sul modello scandinavo, nella piena consapevolezza che anche se, per quanto sia ben organizzato, un centro per l’impiego da solo non può creare lavoro. Si deve puntare sulla formazione, solo così si potrà colmare la discrasia tra domanda e offerta. La novità incoraggiante è che il Governo prova ad accelerare l’avvio del programma sperimentale di apprendistato per gli studenti di quarta e quinta superiore previsto dal decreto del Ministro Carrozza. Bene quindi la messa a punto di un piano per coinvolgere le scuole a dialogare di più (e meglio) con le imprese e ad offrire opportunità di formazione in azienda ai ragazzi (che vale anche per il conseguimento del diploma) in analogia a quanto accade in Germania, con il modello duale. C’è bisogno però – continua il segretario della Uil – di una rivisitazione dell’attuale sistema di accesso al lavoro, soprattutto per i giovani, che deve trovare le sue basi in “buoni” e “stabilizzanti” ingressi al lavoro, indirizzando coerentemente verso questi strumenti gli incentivi fiscali e previdenziali senza la quale diventa effimera non solo una crescita occupazionale, ma soprattutto un aumento dei posti di lavoro standard. Il lavoro non standard – continua Vaccaro – aumenta le probabilità di transitare verso un impiego stabile. Tuttavia, la velocità di trasformazione di conversione dei contratti flessibili in occupazioni stabili si è ridotta e gli esiti negativi sono aumentati, segnale che la crisi l’hanno pagata in particolare gli atipici e coloro che nel mondo del lavoro ancora non erano entrati a fine 2008. Anche nelle dinamiche di passaggio dal lavoro atipico e dalla disoccupazione al lavoro standard i giovani e le donne risultano i più svantaggiati”.
Per Vaccaro, infine, “con il Patto di Sistema Obiettivo Basilicata 2012 abbiamo individuato alcune misure per non lasciare soli, specie i ragazzi e le ragazze, ad affrontare l’emergenza precariato che sarà, anche per il nuovo anno, uno dei temi centrali della questione lavoro. Dobbiamo ripartire da qui per puntare di più sull’apprendistato, per assicurare tutele a tutti i giovani precari che ne sono privi, usare la leva degli incentivi per trasformare la condizione di precarieta’ in lavoro stabile”.
Feb 03