“Altro che concorso pubblico, decidiamo noi chi lavora con la Regione”.
Potrebbe essere questo il dialogo tra Marcello Pittella e i suoi assessori e l’Autorità di Gestione dei Fondi Po Fers Patrizia Minardi che di comune accordo hanno deciso di prorogare i contratti di collaborazione ai “raccomandati politici” assunti nell’ambito del Programma PO Fesr 2007-2013. Per intenderci quelli che a ottobre scorso avrebbero dovuto fare il concorso pubblico e che invece, grazie a un corvo, è stato annullato poiché si è scoperto che le domande erano già in possesso dei partecipanti alla selezione. O almeno di alcuni di essi. Il corvo che svelò tutto alla stampa arrivò come manna dal cielo. Perché altrimenti i “raccomandati politici” avrebbero dovuto passare per le forche caudine di una selezione pubblica. Cosa che evidentemente non si deve fare per questo gruppo di “privilegiati”. Tant’è che dopo lo scandalo del concorso truccato, la commissione d’esame si è ritirata e, in attesa che la magistratura faccia piena luce, si concede l’ulteriore proroga a quei contratti “d’oro”. L’autorità di Gestione dei Fondi PO -Fesr lancia infatti l’allarme: se i collaboratori non tornano al lavoro se ne vanno alle ortiche i fondi europei. Il tempo però passa veloce e il 4 febbraio scorso scade anche l’ultima (in ordine di tempo) proroga. E che facciamo adesso? Avranno pensato dalle parti di Via Anzio? Proroghiamo. E sempre con la stessa scusa dei fondi che potrebbero andare persi. E così la Giunta Pittella bypassa anche le disposizioni approvate in Consiglio regionale, che a seguito di mozione da me presentata, nel luglio 2012, aveva stabilito che anche per le collaborazioni a tempo determinato si procedesse con selezione pubblica. La delibera 96 del 30 gennaio 2014, invece, dispone un’ulteriore proroga dei contratti ai “raccomandati politici” in attesa di procedere alla selezione pubblica. Una presa in giro che serve solo a far passare il tempo e a far trascorrere i tre anni utili a essere poi assunti, a tempo indeterminato, alla Regione Basilicata.
Una commedia patetica e vergognosa che solo Pittella e i suoi “adepti”, degni eredi del De Filippo & co potevano portare in scena. Caro presidente Pittella sapevo che la sua rivoluzione era solo un bluff da campagna elettorale. Ha preso in giro i lucani che l’hanno votata mostrandosi a pochi mesi dall’elezione per quello che realmente è: un oligarca arrogante e avido di potere. Si ricordi però che da questa parte c’è chi la rivoluzione la fa sul campo e non sui manifesti elettorali.
Gianni Rosa, Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale