“Gli ulteriori successi dell’aglianico a New York grazie alla recente iniziativa dell’Enoteca Regionale Lucana premiano l’impegno e gli sforzi dei viticoltori del Vulture associati, in primo luogo quelli della Cantina Sociale di Venosa, e confermano che abbiamo puntato al meglio con l’istituzione dell’Enoteca sempre a Venosa”. E’ il commento del presidente della Cia comprensoriale del Venosino Rocco Sileo aggiungendo che “la Cantina Sociale di Venosa continua a rappresentare un “fiore all’occhiello” dei viticoltori che – ha detto – sono riusciti ad esportare le bottiglie prodotte persino in Cina. La più grande struttura consortile dei produttori di aglianico del Vulture-Melfese quest’anno ha lavorato 55 mila quintali di uva ma solo un terzo sarà imbottigliato garantendo un’alta redditività mentre il resto sarà venduto “sfuso” con il risultato di abbassare notevolmente il guadagno dei viticoltori. Per Sileo la strada da seguire è quella di un “marchio lucano” anche per il vino sfuso che segue canali di commercializzazione diversi dall’imbottigliato e di arrivare ai nuovi promettenti mercati esteri di Brasile e Giappone, tenuto conto che il mercato Usa registra una concorrenza spietata. Secondo il dirigente della Cia c’è bisogno di più attività specie sul versante della ricerca e dell’innovazione e quindi di raccordo con gli istituti universitari agrari. E’ anche indispensabile irrobustire la rete delle aziende singole ed associate per aiutarle alla commercializzazione. Alcuni dati più che significativi: il valore aggiunto del vino in Italia equivale allo 0,8% del Pil nazionale, circa 1,2 milioni di addetti, solo nel 2012 l’export ha toccato quota 4,8 miliardi di euro con un incremento del 6,7% e in proposito l’aglianico del Vulture, come testimonia la missione negli Usa ha un grande potenziale di competitività sui mercati esteri. Dunque l’area vitivinicola del Vulture nel passaggio da filiera a distretto ha tutte le condizioni ed opportunità per diventare un “sistema di qualità simbolo” a livello nazionale. In questo obiettivo l’Enoteca Regionale Lucana ha un ruolo strategicamente importante da assolvere e per questo deve svolgere compiti e funzioni di “sistema” e di “rete” non limitati alla pur rilevante attività di promozione dei vini di qualità. Il problema prioritario da affrontare – per la Cia -sostenuto – è quello del sistema di quotazione dell’uva e dei vini: le quotazioni dell’uva sono tra i 30-40 euro al quintale con un incasso per i viticoltori tra i 4-5mila euro ad ettaro, a fronte di spese che negli ultimi anni toccano i 6-7 mila euro ad ettaro. E’ una situazione – ha evidenziato Sileo – che è diventata insostenibile e richiede misure ed azioni di riduzione delle spese, oltre che per consentire ai produttori del Vulture di continuare nello sforzo di ammodernamento dei vigneti e della produzione per tenere sempre alta la qualità dell’aglianico, il “migliore ambasciatore” a tavola delle produzioni lucane d’eccellenza.
Per il dirigente della Cia ci sono tre opportunità da cogliere: la nuova PAC 2014-2020, l’OCM vino, le misure europee per agro-ambiente e agro-alimentare. Sulla nuova PAC sono riposte le aspettative dei vitivinicoltori specie per la possibilità di poter godere, finalmente, degli aiuti a superficie e con l’OCM vino di ottenere sostegni a riconversione di vigneti e per la “vendemmia verde”. Per la Cia altre condizioni sono il completamento del PIF territoriale vino, la definizione del Piano vitivinicolo regionale e la costituzione del Comitato di prodotto.
Feb 10