Dice il fedele quando si inchina alla volontà di Dio. Qui da noi si usa quando ci tocca ingoiare un boccone amaro. Questa seconda ipotesi succede più spesso di quanto non ci capiti di dirlo inchinandoci a Dio!
Questa volta è riferita alla chiusura al traffico veicolare e pedonale di via Casalnuovo angolo via Buozzi, disposta con ordinanza il 25 gennaio u.s.. Questa chiusura è dovuta a motivi noti già da diversi anni.
Gli antichi Rioni, con questo atto dovuto, sono caduti ancora di più nella desolazione più assoluta. Attività commerciali ed artigianali, quelle poche rimaste aperte, sono costrette a chiudere prima del normale orario di lavoro così almeno si risparmia sul riscaldamento e sulla corrente. Per non parlare dei disagi recati sia ai turisti, sia ai fornitori che ai residenti, questi ultimi costretti a fare mille giri per portare i propri figli a scuola o per andare a lavorare. Tutti insieme già provati da una stupida quanto mai inutile ZTL imbarazzante. Nessuno ancora ha detto al dominus che, quando il varco è attivo, si accende sia il rosso e sia il verde in entrambi gli ingressi.
Una volta tanto le disposizioni dettate per il ripristino e la messa in sicurezza dei luoghi, forse perché il destinatario consapevole delle difficoltà che comportano, sono state ottemperate in modo puntuale e veloce.
Nonostante il proprietario dell’immobile abbia fornito con propria nota tutte le certificazioni previste, il sindaco Adduce si è ispirato al famoso detto “A S. Chiara dopo che rubarono, misero le porte di ferro” e non ha ancora revocato l’ordinanza. Forse la sua struttura, data la sua endemica carenza, è rimasta spiazzata dalla incredibile celerità.
Tutti i nostri comunicati stampa che sono stati pubblicati sullo stato di fatto dei Rioni Sassi, dove i pericoli di crollo, il disagio, l’abbandono e l’arroganza dei decisori erano ampliamente evidenziati, il sindaco non ci ha mai creduto, ha sempre pensato ad un assalto alla sua persona, doveva succedere quello che è successo, ahimè, per rendersi conto della triste realtà che regna sovrana nei Sassi e sul Piano.
Gradiremmo tanto che scendesse dal suo piedistallo e venisse a rendersi conto di sera, a piedi naturalmente, in che mondo viviamo, altro che capitale della cultura 2019. Lo invitiamo ad agire con celerità per non peggiorare la situazione già di per se comatosa, iniziando a rispettare chi ci ha creduto veramente nei Sassi ed ha investito il proprio sangue per viverci ed operare.
Oseremmo dire che noi residenti, commercianti, artigiani ed operatori turistici, che li viviamo quotidianamente, li teniamo in piedi e li curiamo come i nostri figli.
Enzo Di Pede – portavoce di chi vive ed opera nei Rioni Sassi di Matera