L’ultima ondata di maltempo evidenzia ancora una volta che il bilancio è ancora più grave se si considerano le vittime e le tragedie familiari che frane e alluvioni hanno provocato. Investire nella prevenzione è quindi sempre più urgente ed i cambiamenti climatici in atto non devono rappresentare un alibi per un Paese dove più di 5 milioni di cittadini ogni giorno vivono o lavorano in aree considerate ad alto rischio idrogeologico e 6.633 i Comuni hanno all’interno del territorio aree ad elevato rischio di frana o alluvione.
In Basilicata tutti i suoi 131 comuni presentano aree a rischio idrogeologico, secondo il Report del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio “Rischio idrogeologico in Italia”.
A questa situazione di fragilità territoriale non è estraneo il fatto che l’Italia ha perso negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata per effetto della cementificazione e dell’abbandono, che ha tagliato del 15 per cento le campagne, colpite da un modello di sviluppo sbagliato che ha costretto a chiudere 1,2 milioni di aziende agricole nello stesso arco di tempo. Ogni giorno in Italia viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari).
E la Basilicata rappresenta in Italia uno degli esempi più negativi in questo senso. Secondo uno studio della Coldiretti, infatti, la nostra Regione negli ultimi 30 anni ha perso il 17,1 per cento della propria superficie agricola.
Si è passati infatti da 626.339,43 ettari del 1982 a 623.530,00 del 1990, a 537.515,85 del 2000 e infine a 519.127,33 del 2010, con una percentuale di variazione 1982/2010 del -17,1, 1990/2010 del -16,7, 2000/2010 del -3,4.
Tutto questo, insieme ai veloci cambiamenti climatici in atto, stanno causando vasti movimenti franosi, molti di questi tuttora in atto, su molte aree del nostro territorio regionale. Di piccole frane e smottamenti è piena la Regione, di movimenti franosi eclatanti se ne parla sui media (es. quello di Montescaglioso), ma tanti altri sono sconosciuti ai più.
Ad esempio, in agro di Guardia Perticara, un movimento franoso imponente ha fatto emettere un’ordinanza di sgombero ad una famiglia di agricoltori, la quale ha dovuto anche trasferire gli animali in un’azienda confinante. Ad Armento, situazione analoga a carico di altra azienda agricola, che ha autodenunciato l’evento (che coinvolge circa cinquanta ettari di terreno) alle autorità competenti. A Gorgoglione si riscontrano difficoltà di accesso a molte aziende agricole, oltre che all’abitato stesso (interessate le strade provinciali che collegano Gorgoglione – Guardia – Corleto Perticara – Potenza, Gorgoglione-Aliano-Strada provinciale Saurina, Gorgoglione-Stigliano-Matera), raggiungibile solo attraverso una ripida stradina Comunale, anch’essa interessata da frane e non percorribile da mezzi di trasporto pesanti.
Secondo il Presidente Regionale della Coldiretti di Basilicata Piergiorgio Quarto “E’ quanto mai urgente la istituzione di un tavolo interassessoriale che tratti innanzitutto delle soluzioni rapide per le situazioni di emergenza, abitative ed imprenditoriali, in atto. Bisogna parallelamente lavorare ad attuare ciò che viene detto nella relazione programmatica del Presidente Pittella a proposito di rischio idrogeologico, che condividiamo appieno. È una condivisione piena” conclude Quarto “perché la nostra organizzazione non da oggi sostiene, tra l’altro, che l’abbandono delle aree marginali è una concausa del dissesto idrogeologico e che bisogna riconoscere adeguatamente il ruolo economico, ambientale e sociale dell’attività agricola, che ha funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio”.