La spesa di 1.677 euro a cittadino residente in Basilicata per la sanità evidenzia solo un elemento statistico perché grazie alla responsabilità degli imprenditori titolari delle strutture, che non hanno la possibilità di muoversi in un mercato libero delocalizzando o migrando e che – va ricordato – hanno subito negli anni passati pesanti penalizzazioni economiche che dureranno sino al 2015, oltre che al “superticket” sulla specialistica ambulatoriale – si è consentito sinora di mantenere servizi, prestazioni essenziali al diritto alla salute, posti di lavoro, attività produttive. A sostenerlo è una nota di Sanità Futura a firma di Michele Cataldi che riferisce il pieno e convinto sostegno all’ l’Associazione Dossetti che presenterà una diffida nei confronti del Governo per chiedere semplicemente il rispetto delle leggi in materia di salute in particolare sull’aggiornamento dei LEA e del registro delle malattie rare. A questo atto formale seguirà un’azione legale senza precedenti, a tutela di quei cittadini che sono stati lesi nel loro diritto fondamentale alla salute, vale a dire una class action.
Se dunque nel complesso il Servizio Sanitario Regionale è finanziariamente in equilibrio, con una spesa contenuta e un buon profilo di appropriatezza nel confronto internazionale, dove sono i principali problemi di sostenibilità? Innanzitutto, il SSR ha fortemente contenuto la spesa per investimenti per il rinnovo e lo sviluppo tecnologico e infrastrutturale, sia a livello di politiche nazionali, sia, soprattutto, nelle regioni del sud. Sembra quindi – afferma Cataldi – che si sia preferito non sacrificare ulteriormente la spesa corrente, individuando nella spesa per investimenti una componente di spesa “variabile” e quindi facilmente contenibile. Alla riduzione dei tassi di crescita della spesa pubblica per la sanità fa da contraltare la spesa sanitaria privata. Un esempio di questo fenomeno, come denunciamo, inascoltati da anni, è la reazione dei consumi in seguito alla reintroduzione, in tutte le Regioni, del “superticket” sulla specialistica (D.L. 98/2011), una quota fissa di 10 euro per ricetta a carico dei soggetti non esenti sull’assistenza specialistica, in aggiunta al ticket già in vigore. Dopo le parole in Consiglio del Presidente Pittella sulla sanità c’è poco da dimostrare coraggio anche perché per noi il coraggio di impresa avviene ogni giorno che apriamo i poliambulatrori e i centri accreditati al SSR. Nella relazione del Governatore sono state del tutto ignorate le specificità delle imprese della sanità privata e gli aspetti riferiti all’erogazione di servizi e prestazioni per la salute dei cittadini. L’unico aspetto positivo, anche se ancora da verificare, si riferisce alla volontà di rivedere, in concerto con le parti sociali, il sistema dei ticket sulla farmaceutica e della compartecipazione alle prestazioni socio-sanitarie. Il superamento del superticket che ha allontanato numerosi lucani dalla cura e dalla prevenzione – ricorda Cataldi – è da anni ragione di iniziative, mobilitazione, proteste che hanno fatto seguito alla raccolta di 10mila firme a sostegno di una petizione popolare da noi promossa contro il superticket che ha penalizzato utenti e strutture sanitarie private accreditate. Resta infine la profonda amarezza per un avvio di legislatura che si preannuncia, ancora una volta, almeno per noi, tutto in salita per difendere attività imprenditoriali, posti di lavoro e servizi ai cittadini”.
Feb 13