“Le dichiarazioni che, in base a quanto viene riferito, avrebbe reso l’ex sindaco di Scanzano Altieri circa le vicende legate al deposito delle scorie nucleari, sono destituite di fondamento ma non sorprendono. Non è la prima volta, infatti, che egli cerca di coinvolgere la mia responsabilità in cose che hanno certamente riguardato lui e la filiera di relazioni politiche di cui faceva parte.
Del resto l’esito della vicenda, che vide la Regione opporsi in maniera chiara alla realizzazione del sito e vincere quella difficile battaglia, sono la risposta più chiara alle illazioni di quanti, ancora oggi, non si rassegnano a quella sconfitta e cercano in tutti i modi di coinvolgere nelle loro responsabilità chi ha combattuto a viso aperto la battaglia per il futuro della Basilicata”. E’ quanto dichiara in una nota l’ex vice ministro del Governo Letta Filippo Bubbico, che all’epoca in cui fu contestata la decisione di depositare a Scanzano le scorie nucleari ricopriva la carica di Presidente della Regione Basilicata.
Scorie Scanzano, intervento di Nino Grilli
Negare sempre, anche di fronte all’evidenza dei fatti. E’ la strategia che, evidentemente, in politica porta frutti e consensi, fino ad assumere i connotati della saggezza e consentire di scalare posizioni di rilievo nella scena politica italiana. L’annosa vicenda del deposito delle scorie nucleari a Scanzano ha fatto registrare una nuova tappa nel suo lungo percorso con l’udienza che si è tenuta presso il Tribunale di Matera. La discussione finale è stata fissata al prossimo 9 giugno,dove alle arringhe dei rispettivi difensori seguirà la decisione finale del giudice. In questa occasione è stato ascoltato l’ex-sindaco del comune jonico, Mario Altieri direttamente coinvolto all’epoca(anno 2003) nella vicenda in quanto amministratore della città. A presiedere, invece, il consiglio regionale era Filippo Bubbico. In questa vicenda assume rilevante importanza la cronologia dei fatti, sfociati poi in una grande manifestazione popolare che si tenne il 22 novembre del 2003. A capeggiare la “rivolta” popolare gli amministratori locali, tra cui primeggiava la figura del presidente regionale. Altieri ha ricostruito l’intera vicenda che ha avuto inizio alcuni anni prima, quando cioè si ventilava già l’ipotesi della collocazione del deposito a Scanzano J.. Alle rimostranze di alcuni sindaci della zona, supportate da apposite delibere contrarie alla collocazione del deposito nell’area metapontina, si aggiunse uno studio commissionato dal Consiglio regionale lucano all’Università di Basilicata. Lo studio finanziato dalla stessa Regione lucana espresse anch’esso parere negativo, ma il Consiglio regionale ritenne opportuno ritirarlo dalla scena e non renderlo pubblico. E’ questo uno dei momenti essenziali in cui è possibile individuare la circostanza che il consiglio regionale lucano, presieduto da Bubbico, era conoscenza dell’ipotesi di collocazione del deposito a Scanzano J.. In data antecedente alla manifestazione popolare , però, dalla testimonianza dell’ex- sindaco emerge che lo stesso venne contattato dal generale Carlo Jean, incaricato di sondare la possibilità della concreta attuazione del progetto. Ad Altieri venne raccomandato di tenere per sé quella ipotesi, rappresentandolo come una sorta di segreto militare e per evitare eventuali allarmismi tra la popolazione del luogo. Altieri, invece, ritenne opportuno informare Bubbico, nella sua veste di presidente della regione e ottenne un incontro che- ha raccontato- si tenne in una stazione di servizio sulla SS Basentana. All’incontro era presente anche un carabiniere che Altieri ha dichiarato di essere in grado anche di riconoscere. Altro episodio è stato quello di un incontro a Roma, nella cosiddetta Sala Verde, dove Altieri ha preso parte, sempre in merito alla questione, alla presenza di rappresentanti del governo e dello stesso presidente Bubbico. Altieri ha anche dichiarato che vennero prospettate delle interessanti contropartite in caso di accettazione dell’allocazione del deposito in quella zona, ossia 300milioni annui alla Regione Basilicata e 5milioni annui al Comune jonico. Il 13 novembre 2013 nel corso del Consiglio ei Ministri si decide di adottare il provvedimento per la collocazione del deposito in località Scanzano J.. Nel verbale del Consiglio sono riportate dichiarazioni ufficiali(persino virgolettate”) dell’ex-ministro Altero Matteoli in cui si sostiene che il Presidente della Regione Basilicata (Bubbico), interpellato sulla decisione, avrebbe assunto una posizione non del tutto contraria. L’allora ministro Carlo Giovanardi, nel corso di un’intervista, riportò queste dichiarazioni e venne querelato da Bubbico. Il Tribunale dei Ministri ha archiviato la faccenda, dando di fatto ragione all’ex-ministro. Il settimanale materano “Il Resto” ha riportato quanto dichiarato da Giovanardi e Bubbico ha ritenuto di querelare anche l’autore dell’articolo(Nicola Piccenna) e il direttore della testata(Nino Grilli). Nel corso del procedimento in atto gli ex-ministri Matteoli e Giovanardi hanno confermato la veridicità di quanto affermato e integralmente riportato sul verbale del Consiglio dei ministri del 13 novembre 2003. L’originale del verbale è in possesso dell’organo giudicante. Intanto, Bubbico, utilizzando alcuni organi d’informazione locale, continua a negare il tutto, definendole come un cumulo di falsità. Falsità dunque quelle riportate su un documento ufficiale come il verbale del Consiglio dei ministri. Falsità quelle, peraltro già scongiurate,da un Tribunale dei ministri. Falsità quelle dichiarate sotto giuramento da ex-ministri e amministratori locali in tribunale. E, per finire, falsità riportate da giornalisti che, nel rispetto dell’etica professionale e con il supporto di atti documentati e ufficiali, hanno “osato” fare il loro dovere di libera informazione ed essere tacciati di presunta diffamazione. Resta da capire chi è il vero “Pinocchio” di tutta questa vicenda!
Nino Grilli