Il presidente della Regione Basilicata riflette sul ruolo forte del Mezzogiorno “utile ad una Europa che non deve viaggiare a doppia velocità”
Un grande patto tra le Regioni del Sud, per rendere più forte il Mezzogiorno e quindi l’Italia. E’ questa l’idea del presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, lanciata a Bari nel corso del dibattito della Cisl “Regioni, Europa e contesto globale. Macroregioni e opportunità” alla presenza del segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni, del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e del Vice Presidente per il Mezzogiorno di Confindustria, Alessandro Laterza.
Pittella ha ricordato di aver scritto ai presidenti Caldoro, Vendola e Scopelliti, per ottenere l’adesione a un “patto” sulle grandi infrastrutture. “Basilicata, Puglia e Cisl – ha detto Pittella- sono un esempio di collaborazione avanzata. La Cisl va ringraziata per la sua capacità di dialogo perché funge da cuscinetto con tra parti sindacali e Confindustria, nella logica di mettere in campo proficui rapporti di rilancio e di tenuta dei rapporti tra politica e istituzioni. Vorrei festeggiare oggi – ha aggiunto il presidente Pittella – una ritrovata alleanza con la Puglia. Abbiamo bisogno di viaggiare insieme con una piattaforma di programma di 4 o 5 assi, in stretto raccordo anche con Calabria e Campania. Il ruolo del Mezzogiorno – ha detto ancora Pittella – è di grande attualità perchè credo che un Sud forte può essere utile ad una Europa che non immagini di viaggiare a doppia velocità. In una recente lettera indirizzata ai presidenti delle Regioni meridionali – ha spiegato Pittella – ho sollecitato uno sforzo comune per far entrare nell’agenda del Governo le nostre priorità. A partire dalle infrastrutture, con l’asse adriatico da collegare all’asse tirrenico. Recuperare il progetto Tirreno – Adriatico è una priorità per il collegamento tra Puglia e Basilicata, con il completamento della Bradanica e della Murgia – Pollino. Abbiamo bisogno di una marcia in più – ha detto ancora Pittella – che possiamo ottenere, anche grazie all’aiuto del sindacato a livello nazionale, attraverso il recupero dei contenuti del Memorandum sottoscritto tra Regione e Governo, evitando soprattutto lo scippo del bonus carburanti. Dobbiamo ottenere dallo Stato maggiore attenzione per le Regioni del Sud. La Basilicata conferisce molto in termini energetici e una parte delle royalties e dei fondi europei possono essere utilizzati per una programmazione comune. Possiamo proseguire sulla strada del buon esempio della battaglia vinta insieme alla Puglia per il Polo del salotto. Expo 2015- ha osservato il presidente Pittella – rappresenta il terreno comune di questo comune impegno tra Puglia e Basilicata per presentare al mondo le nostre bellezze ambientali e non solo. Molto è ancora possibile fare insieme nei settori delle energie, della logistica, dell’agricoltura e del turismo. L’Accordo sul Golfo di Taranto, le nove tecnologie per l’osservazione della terra a Matera che è candidata anche come Capitale della Cultura 2019, sono i punti di un futuro impegno comune. In tema di macro regioni e riforma del titolo quinto, se la Basilicata venisse espropriata comprendete cosa potrebbe accadere al nostro mare. Lancio questa sera alla presenza di Bonanni l’idea di benedire due grandi alleanze – ha detto infine il presidente della Basilicata – quella tra Cisl di Puglia e Basilicata e quella tra Pittella e Vendola per il futuro del Sud”.
MESSINA (IDV): BENE L’IDEA DI UN “MANIFESTO” PER I DIRITTI DEI CITTADINI DEL SUD E IL PATTO DI PITTELLA TRA REGIONI MERIDIONALI
Quando si forma un nuovo Governo ci si chiede sempre cosa ne farà ed a quali politiche penserà per il Mezzogiorno. E non per “limitazione meridionalista” quanto perché il Sud rappresenta un pezzo d’Italia importante per l’economia e la crescita. Ma se lo Stato non pensa per primo al Meridione come traino questo significa non avere una programmazione strategica. Non serve infatti dire che le risorse da utilizzare sono solo i fondi europei, specie quando alla base vi è una sostanziale incapacità gestionale, perché il punto è come e dove vogliamo investire. Serve creare opportunità, serve creare lavoro e migliorare la qualità della vita e quindi, più in generale, una condizione di benessere che si traduce in servizi, ricerca, mobilità, sicurezza. Diritti che al Sud sono negati e che di fatto discriminano i cittadini che vi vivono rispetto a quelli del Nord. È legittimo sentire l’inutilità di parlare del Mezzogiorno «dopo decenni di frasi fatte», come ha detto il presidente del Consiglio prima del voto di fiducia al Senato. Tuttavia, se la discussione si ferma qui, ai dettagli, si avverte una distanza tra le parole del premier, Matteo Renzi, e la realtà quotidiana di chi paga una Rc auto carissima, ha costi bancari più elevati, ha diritto a una borsa di studio e non ne vede l’ombra, o assiste attonito alla cancellazione del servizio di trasporti locale e dell’assistenza sanitaria. È qui la vera sfida per il Sud, più che condivisibile, che Il Mattino riassume in un vero e proprio «Manifesto», per rimettere il superamento del divario al centro dell’azione di governo. Come è condivisibile la proposta lanciata dal Presidente Pittella di un grande patto tra le Regioni del Sud soprattutto in tema di infrastrutture ed opere pubbliche al servizio di ampi territori proprio per non sprecare le risorse comunitarie. Servono impresa, politiche industriali nuove e capacità di guardare al futuro e riequilibrare il mercato occupazionale. Quello che noi di Italia dei Valori pensiamo che un buon Governo debba fare è, infatti, un progetto nazionale in prospettiva di un ruolo anche per il Mezzogiorno. Per fare questo ci vuole una classe dirigente pronta alla sfida del cambiamento e che faccia i conti anche con una questione morale “ingombrante”, ancora viva e presente nella quotidianità politica e sociale di un intero Meridione che aspetta il proprio riscatto. Far comprendere ai cittadini l’importanza di esserci, di partecipare e di sentirsi parte di un processo che li coinvolge e coinvolge anche il loro futuro, è il nostro impegno. Ripeterci i problemi del Meridione serve a poco. La questione è assumersi la responsabilità di cambiare verso facendo scelte coraggiose ma sono sicuro che non è certo il coraggio a mancare. Tutto il Mezzogiorno infatti, ha sempre contato di una parte importante che ha sempre agito per cambiare la realtà. E’ con questa parte che si deve ripartire e darsi l’occasione di incidere sulle scelte politiche. Essere veramente interessati al progresso significa ostacolare la criminalità organizzata, significa essere vicino ai cittadini e significa offrire loro gli strumenti per affrancarsi dal bisogno e dall’impotenza. Il Nord da solo non può farcela, solo un’Italia alla “stessa velocità” può portare ad una soluzione positiva nell’ottica che a beneficiare siano tutti. Il vero ghetto non è quello che i meridionali, per alcuni, si auto-costruiscono ma quello che uno Stato assente costruisce intorno a loro.
Ignazio Messina, segretario nazionale IDV