Matteo Visceglia, responsabile CRAS provinciale di Matera racconta la storia di un fallo grillaio nato a Matera e volato in Francia.
Dalla Basilicata alla Francia: la storia di un grillaio nato a Matera
Un pulcino di Falco grillaio di pochi giorni di età il 24 giugno 2010 fu ritrovato per strada a Matera in Via XX Settembre da una turista di Firenze. Si sa, i turisti hanno quasi sempre grande sensibilità e rispetto e per questo essa stessa si preoccupò di consegnarlo alla Provincia di Matera da dove fu subito prelevato dal responsabile del CRAS Matteo Visceglia per il necessario soccorso. Il pulcino era sanguinante, con traumi agli occhi e alla testa, debole e con poche possibilità di sopravvivere. Grazie alle attente e assidue cure del Centro Recupero il piccolo riuscì a sopravvivere e divenne grande, capace di nutrirsi, di volare e di predare. Naturalmente lo scopo del CRAS è quello di restituire la libertà agli animali sfortunati che vengono ricoverati e curati. Anche per lui arrivò quindi il giorno del ritorno alla natura e così il 18 agosto 2010, nell’ambito di un evento pubblico di sensibilizzazione e divulgazione sulla attività del Centro, a cui parteciparono tanti turisti, curiosi e appassionati, spiccò il volo dal Belvedere sui Sassi di Matera nel Parco Regionale della Murgia Materana. Un piccolo e spontaneo applauso fu regalato a lui e ad altri giovani grillai appena liberati con l’auspicio di condurre una vita da falco libero e forte. Da quel momento nulla più poteva ricondurci alla sua vita, il falco era libero e indipendente, non si sarebbe più saputo niente della sua nuova esistenza, nè si poteva prevedere cosa avrebbe fatto nè dove sarebbe andato da quel giorno. Ma il CRAS svolge anche attività scientifica e quindi cerca sempre di utilizzare ogni metodo che permetta, ove possibile, di ricavare dati scientifici interessanti. Infatti, grazie alla collaborazione di Egidio Mallia che inanella nell’ambito dell’Osservatorio Faunistico Regionale, poco prima della sua liberazione fu marcato con un piccolo e leggerissimo anello su cui era inciso un codice alfanumerico che lo identificava in modo ufficiale ed univoco. I dati di recupero degli esemplari, di rilascio e di inanellamento vengono raccolti e inseriti, a cura dello stesso inanellatore, in una banca dati nazionale gestita dall’ISPRA mediante l’Euring Protocol Engine con l’obiettivo di coordinare la ricerca e le attività di inanellamento in Italia rapportandosi alle altre banche dati europee e mondiali. Grazie ad “un anello” quindi, da qual momento il giovane grillaio era identificabile in caso di ritrovamento in qualsiasi luogo! Ma le probabilità di ottenere informazioni relative allo stesso individuo a distanza di tempo e magari lontano dal luogo di nascita, rese possibile attraverso la lettura dell’anello, sono molto basse, un pò come trovare un ago nel pagliaio! Ma in questi giorni il CRAS ha ricevuto una notizia bella ed imprevedibile. E’ giunta infatti al nostro inanellatore una scheda dell’ISPRA in cui si comunica che questo grillaio dopo circa 700 giorni dal suo recupero è stato “ricatturato” nella Francia meridionale nella regione della Provenza nell’ambito di una campagna di ricerca ed inanellamento coordinata dal CRBPO (Museum National di Histoire Naturelle) francese. Dal punto di vista scientifico la notizia è straordinaria per tanti motivi. Innanzitutto perchè era un pulcino di pochi giorni che all’arrivo al Centro Recupero aveva poche speranze di vita. Poi perchè è uno dei primi dati, se non l’unico, di ricattura in Francia di grillai materani dandoci così informazioni importanti sui loro spostamenti, facendo comprendere altresì, l’importante ruolo che svolge la colonia di grillai materani per la colonizzazione e conservazione della specie in tutto il mediterraneo. Infine ci gratifica per il lavoro che svolgiamo quotidianamente per la tutela, la conservazione e lo studio di una specie ancora poco conosciuta per quanto riguarda i suoi movimenti migratori. Cosa ci facesse nel mese di maggio 2012 in Francia un grillaio nato 2 anni prima a Matera per ora non lo sappiamo anche se, visto il periodo, presumiamo che avesse deciso di nidificare. Quello che è certo è che il dato ha un grande interesse scientifico per lo studio e la conoscenza di questa specie e che fornisce spunti nuovi ed interessanti per incentivare ricerche future che coinvolgano sempre più la cooperazione sia tra gruppi di ricerca locali che internazionali.
Matteo Visceglia, responsabile CRAS provinciale di Matera