“Lo abbiamo sostenuto per contrastare la decisione della Telecom di chiudere il presidio di Potenza del servizio 187 e lo ribadiamo di fronte all’ennesimo caso di spoliazione di ufficio pubblico, il Prap (Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria): senza una strategia chiara e definita rischiamo di perdere a Potenza e di conseguenze di far perdere a tutti i cittadini lucani pezzi di servizi pubblici essenziali”. A sostenerlo è la segretaria regionale di Italia dei Valori della Basilicata Maria Luisa Cantisani che rilancia al Presidente Pittella la proposta di promuovere una Cabina di Regia su tutte le situazioni tutt’ora aperte che riguardano i servizi di telefonia, di Posteitaliane, della giustizia, della pubblica amministrazione, di Trenitalia. “In gioco, non va sottovalutato – aggiunge – ci sono posti di lavoro, perché come si verifica con la vertenza Telecom e Posteitaliane, la chiusura di uffici e sportelli equivale sempre ad una riduzione di organico o nell’ipotesi più ottimistica al trasferimento di dipendenti. Con la definizione degli assetti del Governo Renzi non abbiamo più tempo da perdere per passare all’offensiva senza magari dover attendere altre scelte centraliste che ci costringerebbero ad un atteggiamento difensivo. Del resto nel Governo ci sono due autorevoli esponenti della classe politica di questa regione come Bubbico e De Filippo che possono svolgere un ruolo importante tenuto conto che la manovra a tenaglia contro la Basilicata che IdV denuncia da tempo – aggiunge la segretaria regionale – ha responsabilità innanzitutto nazionali e di Governo perché risulta evidente che società ed aziende non incontrano alcuna difficoltà nell’attuare i rispettivi piani di ridimensionamento se lo Stato per primo, come è accaduto per il Tribunale di Melfi, procede allo stesso modo attraverso la politica di tagli indiscriminati”.
Secondo Cantisani “abbiamo esempi incoraggianti di come la protesta popolare saldata ad iniziative politico-istituzionale dà risultati positivi come è accaduto per gli uffici postali di contrade rurali e piccoli comuni che la società Posteitaliane aveva deciso di chiudere o tenere aperti per pochi giorni la settimana e che la caparbietà dei cittadini ha costretto a riaprire. E’ quanto dobbiamo continuare a fare. Le lacrime di coccodrillo non danno risultati e la gente chiede alla classe politica e dirigente risposte concrete. Sarà anche questo un motivo di confronto politico in occasione delle elezioni comunali di Potenza per rilanciare la città-comprensorio a cui affidare il ruolo di città erogatrice di servizi, a partire dai contenitori in precedenza sedi di strutture ed uffici ed oggi in stato di abbandono”.