La pioggia ostacola ma non ferma l’assemblea pubblica promossa nel pomeriggio nei Sassi di Matera, precisamente in piazzetta Garibaldi, davanti alla sede del Centro Sociale Occupato Autogestito Le Fucine Dell’Eco.
Il Centro Sociale Occupato Autogestito Le Fucine Dell’Eco, dopo due anni di continue attività culturali, sociali e politiche, nate dall’esigenza comune a molti materani di condividere e vivere collettivamente uno spazio lasciato al degrado e all’abbandono, si ritrova difronte all’intenzione di sgombero espressa chiaramente, anche se in via informale, dal Sindaco di Matera, attraverso l’invio sul posto di due vigili urbani che hanno provveduto a identificare i ragazzi presenti.
A scatenare questa improvvisa presa di posizione contro il Centro Sociale Occupato Autogestito Le Fucine Dell’Eco è stato il murales realizzato da quattro writers internazionali in occasione di Cospirarte, l’evento promosso nella sede di piazzetta Garibaldi. Libertà di espressione agli artisti: questo lo spirito dell’iniziativa che ha concluso un’attività di pulizia condotta dai ragazzi del centro sociale all’interno delle grotte adiacenti l’ex scuola materna ubicata nel Sasso Barisano. Le grotte erano piene di rifiuti, materiali di risulta di ristrutturazioni eseguite negli antichi rioni, pezzi di ricambio, copertoni di auto. E sono stati i ragazzi del centro sociale a riportare decoro in quest’area dei Sassi di Matera. In due anni il Centro Sociale Occupato – ricordano i ragazzi del collettivo – hanno promosso eventi culturali, concerti, il cine-forum, il mercatino delle produzioni. Un centro sociale – sottolineano i protagonisti del centro sociale – sempre aperto e disponibile a condividere con la comunità materana le decisioni sulle iniziative da intrendere nel corso della riunione settimanale fissata ogni lunedì sera alle ore 21. Perchè allora solo oggi, a distanza di due mesi dalle operazioni che hanno portato i writers a realizzare dei funghi che spuntano da un barattolo di coca-cola c’è chi ha utilizza facebook per contestare questo murales? E’ evidente – sostengono i ragazzi del collettivo che non si tratta di un atto scatenato da un murales qualsiasi, dato che non c’è mai stata nessuna richiesta di rimozione da parte dell’amministrazione bensì da pressioni politiche che probabilmente mirano a distruggere l’unica forma di attivismo culturale e politico autonomo della città. Pertanto alla luce degli attacchi ricevuti attraverso il popolare social network, il entro Sociale Occupato Autogestito Le Fucine Dell’Eco ha deciso di convocare un’assemblea pubblica per dichiarare quali sono le proprie intenzioni rispetto al murales, sempre che sia questo il problema. Se il murales non piace ai cittadini – precisano i ragazzi del centro sociale materano – lo cancelleremo ma questa richiesta deve essere formulata con chiarezza da tutti i cittadini, istituzioni comprese. In ogni caso proprio per dimostrare la nostra buona fede abbiamo deciso di coprire il murales incriminato con un velo. Purtroppo dobbiamo constatare che a distanza di due anni dall’avvio delle attività culturali nessun componente dell’Amministrazione comunale ha cercato un dialogo con il nostro collettivo. Ma evidentemente ai Sassi fa più male un murales che un ponte in ferro di via del Commercio piuttosto che il cemento della Sovrintendenza per il parcheggio di Sant’Agostino a pochi metri dalla nostra sede o i neon fluorescenti di Matera 2019. Dunque la parola passa ai cittadini. Dunque il messaggio del collettivo Fucine dell’Eco è molto chiaro: “Se ci sarà una presa di posizione della comunità materana reale e non virtuale contro il murales incriminato i ragazzi del centro sociale non avranno alcun problema a rimuoverlo ma se è solo il pretesto per sbatterli fuori dall’ex scuola materna di piazzetta Garibaldi non si faranno certamente intimidire da qualche messaggio pubblicato su facebook.
Michele Capolupo
La fotogallery dell’assemblea pubblica del Centro Sociale Occupato Autogestito Le Fucine Dell’Eco .(foto www.sassilive.it)
È troppo facile definire arte ogni cagata che si fa, sicuramente non è il gusto condiviso dalla città né tanto meno il giusto modo di operare infischiandosene della legalità e delle regole.
Parli a nome della città, hai una particolare delega? Piuttosto hai partecipato all’assemblea?