Cabarettista, attore, conduttore televisivo e cantante. Il poliedrico Enzo Iacchetti ritorna a Matera a distanza di venti anni dall’esibizione a Terrazza delle Virtù, all’epoca Terrazza Martini e presenta al teatro Duni lo spettacolo-concerto sinfonico “Chiedo scusa al Signor Gaber”, inserito nel cartellone della stagione “Matera in Musica” del Festival Duni. Un concerto nel quale l’Orchestra della Magna Grecia, diretta magistralmente dal friulano Valter Sivilotti, accompagna nel migliore dei modi la storica band che accompagna Iacchetti: c’è Marcello Franzoso, nei concerti al pianoforte dal 1979 e il trio di coristi della triestina Witz Orchestra in cui convivono la coppia composta da Toni Soranno e Loretta Califra, insieme dal 1986 e Fabio Soranno, definito ironicamente la risposta italiana a Nicolas Cage.
“Sono in missione per conto di Gaber”: Enzo Iacchetti è solito scherzarci su, mica tanto in fondo, perché da anni è impegnato in prima persona a diffondere l’eredità artistica lasciata dal “Signor G”, suo grande amico e maestro di vita, per “far sì che chi conosce Gaber non lo dimentichi mai, e chi non lo conosce possa sapere quanto fosse bravo, inimitabile e irraggiungibile”.
“Chiedo scusa al signor Gaber” è un concerto-spettacolo nato nel 2010 da un disco definito dalla critica “uno dei migliori dell’anno”, poi diventato uno spettacolo che sta riscuotendo un grande successo nei teatri italiani.
A Matera per la prima volta in assoluto “Chiedo scusa al signor Gaber” si arricchisce della dimensione sinfonica grazie agli inediti arrangiamenti curati da Valter Sivilotti, il raffinato musicista che ha diretto dal podio l’Orchestra ICO della Magna Grecia di Taranto nella città dei Sassi.
“Chiedo scusa al signor Gaber” è molto più di un tradizionale concerto, è un susseguirsi di situazioni al limite dell’assurdo e del non senso: infatti le canzoni vengono stravolte, riscritte e “contaminate” con citazioni e riferimenti alla musica italiana contemporanea, con l’Enzino nazionale che rivisita con particolare ironia il primissimo repertorio di Giorgio Gaber.
È uno show gioioso che ricorda un Gaber allegro, forse all’apparenza meno impegnato, ma nello stesso tempo cinico ed attuale anche nelle sue canzoni da TV in bianco e nero.
Così, nel più autentico stile del “Teatro Canzone” che inventò proprio Gaber, sul palco Enzo Iacchetti “interrompe” da par suo l’esecuzione dei brani e, tra una canzone e un’altra, recita monologhi originali scritti insieme al suo autore Giorgio Centamore.
In quasi due ore di show, per la prima volta in una inedita versione con le sonorità dell’orchestra sinfonica, “Chiedo scusa al signor Gaber” permetterà di scoprire un Gaber attualissimo e un Enzo Iacchetti vero animale da palco.
Si parte con “Trani a go go” e prima di eseguire il pezzo Iacchetti ricorda che Trani per i milanesi era l’osteria. In realtà ignoravano che Trani è anche una città del Sud dalla quale i ristoratori importavano un vino molto più buono di quello che arrivava dal Piemonte e che costava molto di meno di quest’ultimo.
Per introdurre “Riccardo” Iacchetti prende di mira i lati negativi del social network facebook, in cui gli amici si possono ritrovare solo virtualmente perchè in realtà se va via l’energia elettrica lo stronzo rimane da solo”.
“Com’è bella la città” prova a riflettere sulle motivazioni che portano la gente della città a spostarsi nel weekend sul lago e quelli che abitano sul lago a spostarsi in città mentre un monologo anticipa “benzina e cerini”, una bellissima canzone un po’ d’avanguardia e certamente demenziale che Giorgio Gaber presentò a Sanremo nel 1961. Il brano – ricorda Iacchetti – si piazzò all’ultimo posto mentre una canzone di Pupo e Filiberto di Savoia è arrivata seconda… “Orgia”, “Cerutti Gin” e “Se ci fosse un uomo” sono i brani che precedono un altro monologo comico sulla feccia da eliminare…uno spaccato di abitudini e tanti luoghi comuni da condannare dell’italiano medio. La contaminazione dei brani di Giorgio Gaber con alcuni successi di grandi cantautori italiani diventa la ciliegina sulla torta di una serata memorabile. L’apice surreale è Porta Romana, che diviene “Porto Romana” e si intreccia con “Vengo anch’io” di Jannacci”. Un brano storico di Gaber farcito con nove “citazioni” di brani di successo. Nel gran finale c’è “Fetta di limone” e la bellissima “Barbera e champagne”, in cui sono particolarmente apprezzate le citazioni di Per colpa di chi di Zucchero e “Tanto tanto tanto” di Jovanotti.
Il bis di “Trani a go go”, eseguito senza uscire di scena “perchè non è giusto andar fuori quando sai benissimo che il pubblico ti richiamerà” e la lettera a Giorgio Gaber di Enzo Iacchetti sono gli ultimi momenti dell’evento musicale dedicato a Giorgio Gaber.
Finale a sorpresa con Enzo Iacchetti che si trasforma in rivenditore ambulante del suo cd “Chiedo scusa al signor Gaber”, autografato a tutti coloro cho lo acquistano al momento.
Michele Capolupo
La fotogallery di “Chiedo scusa al signor Gaber” (foto www.sassilive.it)